Fdi Lazio si rivolge a Zingaretti per la libertà religiosa

Lettera firmata da Antonello Aurigemma, Fabrizio Ghera, Chiara Colosimo, Massimiliano Maselli, Sergio Pirozzi e Giancarlo Righini.

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Ingresso Regione Lazio

CORONAVIRUS, FDI LAZIO “CHIESTO A ZINGARETTI DI CONSENTIRE IL RITORNO ALLA POSSIBILITÀ DI PRATICARE LIBERAMENTE LA PROPRIA FEDE”

“Abbiamo scritto al Presidente della Regione Zingaretti, per chiedergli di predisporre quanto necessario per consentire un rapido ritorno alla possibilità di praticare liberamente la propria fede. La libertà religiosa è un diritto che si fonda sulla dignità della persona stessa. Riteniamo che tale libertà possa contribuire e aiutare le persone anche ad adempiere e svolgere con maggiore responsabilità i doveri nella vita sociale, oltre a fornire quel conforto dell’anima, così necessario in questo particolare momento” Cosi in una nota il Gruppo consiliare di Fratelli d’Italia in regione Lazio

Ecco il testo completo inviato al Governatore del Lazio il 28 aprile:

“Ci capita sovente di abusare di termini quali “libero”, “libertà”, “rispetto”, “benessere” trasformandole in qualcosa di nebuloso, indistinto. Ma proprio su questo punto è importante fare chiarezza: metteremo dunque da parte ciò che è soltanto espressione verbale o sentimento. Bisogna guardare attentamente, distinguere con chiarezza. Non dobbiamo girare attorno ai problemi: in quel modo non affronteremo correttamente la questione. Piuttosto cerchiamo una risposta soddisfacente alla domanda: chi è libero? Quando qualcuno può realmente dirsi libero?. Si tratta di delineare il ritratto dell’uomo veramente libero. Analizziamo quindi gli elementi più immediati: può chiamarsi libero un uomo che può fare ciò che vuole; che abbia la libertà esteriore di prendere decisioni, di muoversi, di professare e manifestare liberamente le proprie opinioni, i propri sentimenti ed il proprio credo. Diventa quindi davvero insostenibile la mancanza di libertà se quelli che gli stanno intorno hanno opinioni e principi diversi dai suoi, se gli si vuole imporre un’opinione, se ciò che gli sta a cuore non è preso sul serio, se ciò a cui mira viene messo in ridicolo… Ciò può trasformarsi in una vera e propria tirannide. Quando, quindi, possiamo dire che una persona è completamente libera? Solo nel caso che possa andare e venire come vuole, lavorare a ciò che ritiene opportuno, indirizzare la sua vita come gli pare, se è circondata da persone che rispettano lei e le sue opinioni… in una parola se è padrone delle proprie decisioni, opinioni e sentimenti, dei propri movimenti. Questa è libertà che i nostri padri ci hanno insegnato e per cui vale la pena lottare. Particolarmente necessaria diventa la lotta quando si tratta di difendere le nostre convinzioni dalla prepotenza di quelli che ci circondano.  Si tratta della libertà. Se sentiamo che qualche cosa per noi diventa di giorno in giorno più importante, dobbiamo farla oggetto di un serio esame, di una più profonda riflessione per capirla meglio, per liberarla da esagerazioni e da falsi modi di vedere; ma poi dobbiamo abbracciarla con tutta la nostra anima, sempre più a fondo e sempre più forte. Irremovibili!  Il vero uomo vuole una persona libera per amico, non uno schiavo; vuole dirigere uomini liberi e non greggi. Ricordiamo che la persona umana ha il diritto alla libertà religiosa. Il contenuto di una tale libertà è che gli esseri umani devono essere immuni dalla coercizione da parte dei singoli individui, di gruppi sociali e di qualsivoglia potere umano, così che in materia religiosa nessuno sia forzato ad agire contro la propria coscienza né sia impedito. Inoltre, il diritto alla libertà religiosa, si fonda realmente sulla stessa dignità della persona umana. Questo diritto della persona umana alla libertà religiosa è riconosciuto e sancito come diritto civile nel nostro ordinamento giuridico. Il potere legislativo e quello amministrativo devono quindi, piuttosto, preoccuparsi di attuare il bene comune, rispettando e favorendo la vita religiosa dei cittadini, senza pretendere di dirigere o di impedire gli atti religiosi. Nell’esercizio di ogni libertà, infatti, si deve osservare il principio morale della responsabilità personale e sociale: nell’esercitare i propri diritti i singoli esseri umani ed i gruppi sociali, in virtù della legge morale, sono tenuti ad avere riguardo tanto ai diritti altrui, quanto ai propri doveri verso gli altri e verso il bene comune. Per quanto fin qui scritto, Caro Presidente, Caro Nicola, Ti esortiamo quindi ad avere coraggio, a fare una scelta di libertà, anticipando quanto certamente sarà, predisponendo quanto necessario per consentire un rapido ritorno alla possibilità di praticare liberamente la propria fede, perché la libertà religiosa può contribuire a che gli esseri umani adempiano con maggiore responsabilità i loro doveri nella vita sociale, oltre che fornire quel conforto dell’anima così necessario in questo momento”. Firmano la lettera Antonello Aurigemma, Fabrizio Ghera, Chiara Colosimo, Massimiliano Maselli, Sergio Pirozzi e Giancarlo Righini.