Francesco Paolo Russo di A.C.A.H. sull’aggressione di un poliziotto ad Ostia

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francesco paolo russo
Il presidente dell'associazione All Cops Are Heroes Francesco Paolo Russo.
francesco paolo russo
Il presidente dell’associazione All Cops Are Heroes Francesco Paolo Russo.

Un poliziotto minacciato, assieme alla fidanzata. Durante una serata qualunque di fine autunno ad Ostia, viene preso di mira da un gruppo di ragazzi fuori ad un locale. Il giovane agente viene deriso, sfidato e disprezzato assieme alla sua ragazza. La coppia si allontana dal locale, ma viene raggiunta da alcuni giovani e vive un momento di follia con le fiamme che bruciano la parte posteriore della loro macchina. Per parlare di quest’ennesima aggressione che ha visto vittima, abbiamo ascoltato il Presidente dell’Associazione Are Cops Are Heroes Francesco

Presidente Russo, ci racconta il suo stato d’animo dopo i fatti di Ostia?

“Non credo che si possa raccontare lo stato d’animo di una persona che dedica tutta la sua vita per far conoscere all’opinione pubblica il lavoro delle forze dell’ordine, il sacrificio personale e familiare che si mette in campo, gli scarsi mezzi che si hanno a disposizione per mantenere sicurezza e lo spirito di abnegazione che permette di mantenerla, e potrei andare avanti all’infinito, ma per motivi di spazio mi fermo qui, anche perché questo che è accaduto ad Ostia si lega ad altre decine di malverssazioni che abbiamo subito solo negli ultimi giorni, delle quali ricordo l’assalto alla caserma dei Carabinieri di Taranto dove 50 ignobili “cittadini” hanno cercato di liberare dei loro meritevoli “cittadini” da poco arrestati, atto che si commenta da solo”.

Qual’è la posizione di A.C.A.H. (All Cops Are Heroes)?

“La posizione dell’Associazione A.C.A.H. è chiara e netta, senza se e senza ma, perché questa è l’occasione che avranno gli organi dello Stato per far capire che sono vicini alle Forze dell’Ordine ed al loro operato, quindi chiediamo CERTEZZA DELLA PENA, stop ai tagli lineari alle forze dell’ordine, implemento di mezzi e uomini e soprattutto riprendere ad insegnare l’educazione civica nelle scuole, istituzioni che dovrebbero preparare i nostri giovani alla vita vera. Nel mondo evoluto un appartenente alle forze dell’ordine non viene riso e malmenato ed addirittura oltraggiato e vilipeso, ma viene RISPETTATO non solo per le funzioni che ricopre, ma per come le ricopre e per il misero stipendio che percepisce per subire ogni onta. Non accetteremo misure cautelari verso i “ragazzotti” che non siano quelle del massimo della pena, non accetteremo che un uomo, un padre, un figlio possa essere insultato e fatto oggetto di lancio di bomba incendiaria e nessuno ripeto nessuno prende posizione, faccio una provocazione; e se quella bottiglia fosse stata lanciata verso una auto blu? Cosa sarebbe successo? Lo sa invece cosa so? So quello che è successo da venerdì mattina, giorno dopo il fattaccio, l’unico giornale uscito in edicola con 10 righe dedicate (grazie alla giornalista Silvia Mancinelli) è stato il Tempo di Roma, e gli altri? Dove sono i mezzi di comunicazione che tanto si commuovono per il ferimento ad una zampetta di una formichina dove sono? Ai posteri l’ardua sentenza”.

Abbiamo notato sui social network in generale ed in particolare nelle pagine e gruppi legati alla sua associazione lo scontento dei suoi colleghi, ce ne può parlare?

“Più che parlare vi autorizzo a stralciare qualche commento anche dei più piccati, chiaramente citando solo il nome del gruppo e lasciando nell’anonimato il “commentatore”. Ne vedremo delle belle…..”.

Cosa si può fare per risolvere il problema di queste aggressioni? Avete proposte a riguardo?

“Quello che fa quotidianamente A.C.A.H. come mission, ovvero rendere edotta l’opinione pubblica sul fatto, che la vita delle donne e degli uomini in divisa, non è quella che si è voluta far trasparire dall’ultimo film A.C.A.B., ma bensì quella fatta da nonne e nonni, madri e padri, figlie e figli che intendono la vita nella sua accezione principale, ovvero, come “prezioso dono”. Professionisti nella vita e professionisti nel lavoro, non mercenari improvvisati o picchiatori incalliti, persone che fanno del proprio lavoro un modo di vita, uno stile di vita un lavoro se vogliamo, anche per vivere, a volte a scapito dei propri cari e dei propri interessi, ma sempre con spirito di abnegazione e sacrificio, per rendere questo mondo un posto sicuro. Per citare un qualcosa a me molto caro: Un poliziotto, come tutti gli uomini, è un impasto di santo e di peccatore tra tutti è il più necessario e il meno desiderato. Una creatura senza nome che chiamiamo “signore” quando ci è davanti e “bastardo” appena ci volta le spalle. Deve essere un diplomatico, capace di distinguere tra le persone e dare a ciascuno l’impressione di essere il vincitore. Se è cortese è un adulatore, se non lo è, è un maleducato. Se è elegante è vanitoso, se è trasandato è zotico. Deve prendere in un secondo decisioni che ad un avvocato richiederebbero un mese. Se si affretta è negligente; se va con i piedi di piombo è pigro. Il poliziotto deve essere il primo ad arrivare sul posto di un incidente e deve sapere emettere sentenze infallibili. Deve essere capace di ridare il respiro che si è fermato, di arrestare emorragie, di sanare una ferita oppure aspettarsi di essere citato in giudizio. Deve conoscere tutti i tipi di arma, sapere sparare in corsa, colpire dove non fa male, essere in grado di neutralizzare due uomini grossi il doppio di lui e con la metà dei suoi anni, il tutto senza danneggiare l’uniforme, berretto, fondina e guanti. Se siete voi a colpirlo per primo, è un vigliacco; se è lui a farlo è un violento. Da un capello deve riuscire a ricostruire il delitto, l’arma con cui e’ stato compiuto il crimine e dove si nasconde il reo. Se cattura un criminale è fortunato, se non ci riesce è un incapace. Se viene promosso ha degli appoggi, altrimenti è uno che non vale niente. Ma la prima fondamentale proposta c’è: quella della CERTEZZA DELLA PENA per la repressione, mentre per prevenire basterebbe reintrodurre un vero studio dell’Educazione Civica nelle scuole, a casa, negli oratori ed ovunque si incontrino i nostri ragazzi, noi lo facciamo come A.C.A.H. in molte scuole e dove troviamo utenza ma sempre gratuitamente e senza fondi a volte pagando location e materiale di tasca nostra”. Ha notizie del suo collega e della sua fidanzata vittime di quest’aggressione? “A questa domanda preferirei non rispondere rispettando il momento che sta vivendo una giovane coppia e soprattutto essendoci delle indagini in atto preferisco rispettare il silenzio”.