
Francesco Paolo Russo è stato eletto qualche giorno fa nuovo segretario regionale del Sap Lazio. L’abbiamo ascoltato per capire come intenda ricoprire un incarico che lo impegnerà nei prossimi 5 anni alla guida regionale del sindacato autonomo della Polizia di Stato.
Francesco Paolo Russo, com’è maturata la sua candidatura e la sua elezione a responsabile regionale del sindacato di Polizia Sap?
“Innanzitutto mi lasci ringraziare gli oltre 220 delegati che hanno partecipato ai lavori dell’VIII Congresso Regionale del SAP Lazio, grazie all’unanimità dei quali sono stato eletto Segretario Regionale, un punti partenza e non un traguardo, infatti, la mia, come dice lei “candidatura”, è frutto di un duro lavoro svolto negli ultimi anni come Segretario Provinciale Aggiunto, mettendoci sempre professionalità, duro lavoro, tempo, grande cuore e soprattutto “la faccia”; i risultati non potevano che arrivare”.
Il suo incarico durerà 5 anni, qual’è il suo programma da regionale del SAP?
“Si dice bene, il mio incarico durerà 5 anni, periodo che sfrutterò per dare alle donne ed agli uomini della Regione Lazio la dignità che meritano, debbo precisare che prendo una struttura già rodata, grazie al Segretario uscente Fabio Conestà, che ringrazio, infatti veniamo da un triennio tremendo per la categoria che rappresento, fatto di duri tagli, che hanno visto una drastica riduzione di personale, mezzi e infrastrutture, per non parlare dei tagli veri e propri al potere di acquisto, vi lascio pensare che sono più di 4 anni che abbiamo il contratto bloccato, che significa nessun aumento, e che addirittura anche le cosiddette accessorie hanno risentito della scure dei tagli. Noi non ci staremo e con un lavoro collegiale, che vedrà impegnate tutte le Segreterie Provinciali della Regione Lazio, troveremo modi, mezzi e termini per far sentire la nostra voce, così come sta facendo la nostra Segreteria Nazionale nell’era del SAP 2.0, in questa ottica venderemo cara la pelle, anche se dovesse servire, mettendo in pratica tutte le forme di protesta che il nostro ordinamento ci consente. Questo è quello che mi sento di promettere, professionalità, abnegazione, duro lavoro e caparbietà, perché io assieme alla mi squadra ci siamo giurati di non perdere mai di vista qual è la nostra vera mission, ovvero, stare al fianco dei nostri iscritti, capirne le problematiche e metterci all’opera per risolverle, un vecchio e saggio sindacalista diceva che, non esiste altezza senza base, quindi noi non perderemo mai il contatto con essa, con la nostra base, con ogni singolo iscritto, perché non siamo numeri ma persone, donne e uomini che ogni giorno con spirito di abnegazione rendono il nostro un mondo più libero, sacrificando se stessi e le loro famiglie e noi non possiamo tradirne la fiducia, mai, senza se e senza ma!”.
Come vede il Sap Lazio alla fine del suo mandato?
“Vedo la Segreteria Regionale del SAP Lazio, leader nel panorama sindacale, perché abbiamo le carte in regola per crescere in ogni Provincia e lo faremo sicuramente, fermo restando che, per crescere noi, significa far crescere la nostra categoria, questo è il futuro che ho immaginato, il SAP Laziale come prima forza e la nostra categoria che ritrova la sua dignità, dove si smetterà di tagliare e si comincerà ad investire su di un comparto che è essenziale nel panorama nazionale, io dico sempre che la sicurezza è un bene primario, è come l’acqua e l’aria, senza di esse non si può vivere, ed una nazione evoluta non può vivere senza sicurezza”.
Si è spesse volte scagliato sulla mancata tutela delle forze dell’ordine e dei poliziotti in particolare, cosa intende fare a riguardo con suo nuovo ruolo?
“Credo di ripetermi, ma probabilmente penso sia necessario, uno dei punti fermi della mia agenda è proprio quello della dignità delle donne e degli uomini in divisa, facendo capire nei luoghi e nelle sedi opportune, che dentro la divisa non ci sono dei numeri, ma persone, che con grande professionalità, spirito di abnegazione, amore del proprio lavoro e soprattutto grande cuore, sacrificando le proprie famiglie, garantiscono la nostra sicurezza, la garantiscono con mezzi obsoleti, a volte facendo anche orari massacrati, con una età media dove i coetanei stanno serenamente in poltrona o dietro una scrivania, i nostri sono ancora costretti a turni massacranti con sempre meno ricambio, noi non ci stiamo, e non ci staremo. Non mi darò pace finché all’esterno non si capirà che questi “professionisti” non potranno essere vessati per sempre”.
Meta Magazine è un giornale che nasce ai castelli Romani e ci sono commissariati a Frascati e Genzano a rischio chiusura da qualche tempo. Qual’è la vostra posizione a riguardo?
“Per rispondere alla sua ultima domanda mi avvalgo di una Agenzia ANSA del 5 marzo 2014, giorno in cui sono stato eletto Segretario Regionale del SAP Sindacato Autonomo di Polizia:
Sicurezza: Sap, Roma penalizzata da tagli uffici polizia
(ANSA) – ROMA, 5 MAR – “Ancora una volta la Capitale viene penalizzata da parte del Dipartimento di Pubblica Sicurezza che vuole sopprimere tre commissariati molto importanti come quelli di Colleferro, Frascati e Genzano, chiudendo anche alcuni posti di polizia stradale e ferroviaria, senza contare il fatto che si vogliono azzerare le squadre a cavallo e quelle nautiche, che sono delle eccellenze. Noi non possiamo permetterlo e ci prepariamo, da Roma, a lanciare la nostra battaglia e la nostra mobilitazione”. Lo ha detto il segretario regionale del Sap, Francesco Paolo Russo, eletto nell’ambito del congresso provinciale e regionale del sindacato svoltosi a Pomezia. “Tutto il Lazio è fortemente penalizzato – ha detto Russo – e davvero ci risulta incomprensibile chiudere presidi di sicurezza anche a Viterbo, Rieti e Latina, dove invece ci sarebbe necessità di incrementare uomini e mezzi. La strada non può essere quella di ridurre uffici e strutture. Noi da tempo indichiamo una via diversa, che è quella della razionalizzazione dei Corpi dello Stato, che sono ben sette tra polizie nazionali e locali. Si abbia il coraggio di intervenire da questo punto di vista e, se si vogliono recuperare uomini, si riducano piuttosto le scorte ai politici che ancora sono troppe e soprattutto inutili, soprattutto a Roma””.