Nella giornata di domenica 7 luglio il secondo turno delle elezioni legislative francesi hanno premiato la triangolazione tra votanti di Melanchon, di Macron, dei repubblicani ex Ciotti contro Le Pen e Bardella.
Al di là delle considerazioni di pragmatica sul sistema elettorale da una parte e sulla scelta dell’elettorato francese che va rispettata, ci mancherebbe altro, la fotografia del secondo turni è chiara: si respinge l’onda conservatrice a favore di quella massimalista.
Impietoso Mechelon a urne calde che come una settimana prima batteva pugni contro Macron e contro chi gli ha permesso di essere la forza più grande nell’assemblea francese.
Colui che ha vinto non ha avuto – giustamente – pietà di chi ha permesso la sua vittoria chiedendo non solo l’incarico, ma rifiutando ogni patto, ventilando lo spauracchio di sotterfugi da parte del Presidente, minacciando de facto la balcanizzazione della futura coabitazione, terremotando il sistema verso le prossime presidenziali, disconoscemdo le scelte di Attali, che come vuole prassi e real politik ha annunciato le proprie dimissioni da Premier.
Il laboratorio francese sarà caleidoscopio interessante per tutti nei prossimi anni, frutto di un weekend trionfale per la sinistra, dopo il trionfo laburista in Gran Bretagna.
La partita mecheloniana, semmai troverà in Parlamento la formula di trovare il modo di far partire il suo esecutivo, cosa molto possibile, ma non scontata, sarà giocata sull’adozione delle scelte macroniane su pensioni e politica estera, è chiaro.
Come è chiaro che si tratta di sorpresa numerica, ma non politica dato il fronte repubblicano che tatticamente Macron ha preparato dall’azzardo delle elezioni anticipate decise dopo le recenti elezioni europee.
La Francia si avvia ad essere un laboratorio, con lo sguardo verso le presidenziali in cui Marine Le Pen tenterà la conquista dell’Eliseo, da attenzionare soprattutto per le forse conservatrici che divise cominciano a vivere le prime difficoltà dopo l’ondata positiva degli ultimi anni, che non si è arrestata, ma è contrastata dall’unione delle forze di sinistra-centro che si coalizzano contro l’avversario di turno che sia Marine Le Pen in Francia, che sia Giorgia Meloni in Italia.