Frascati, Francesca Fagnani e il suo libro “Mala, Roma criminale”

Francesca Fagnani ha presentato il suo ultimo libro sulla malavita a Roma

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Locandina evento a cura della libreria Mondadori Bookstore di Frascati
Locandina evento a cura della libreria Mondadori Bookstore di Frascati

Le scuderie Aldobrandini di Frascati hanno avuto l’onore di ospitare la giornalista e scrittrice Francesca Fagnani, domenica 26 maggio, per la presentazione del suo ultimo libro dal titolo “Mala, Roma criminale”, edito da SEM. Ha dialogato con lei Daniele Autieri.

Mala, Roma criminale

In una sala al completo, Francesca Fagnani ha fatto il suo ingresso come una vera star, lei, che questa sera ci ha raccontato la mala di Roma, intrisa di personaggi ironici e dai tratti esileranti.

Il racconto della giornalista

La giornalista romana ha dialogato con Daniele Autieri, anch’esso noto cronista.

Il libro-inchiesta è nato subito dopo la morte di Fabrizio Piscitelli, “Diabolik”, capo ultras degli Irriducibili. Questo il 7 agosto 2019. Freddato con un colpo ravvicinato sparato a 2 cm dalla nuca, su una panchina a Parco degli Acquedotti. Il Killer è un argentino, e si dice che Piscitelli sia morto tra il fuoco amico, come più avanti ha spiegato la stessa Fagnani.

Dalla sua morte, cambierà tutto l’assetto criminale romano.

Il “cartello” e quella vita all’apparenza normale

Dalle indagini condotte dalla giornalista a seguito della morte di “Diabolik”, è emerso che Piscitelli aveva doppie, terze, se non addirittura quadruple vite.

Egli era cresciuto con Michele Senese, detto “O’ Pazzo” (ma che pazzo non era, ma è riuscito a farsi diagnosticare tutte le malattie psichiatrie possibili, grazie all’aiuto di medici compiacenti, per evitare di farsi beccare), e con i suoi vicerè.

Il processo è ancora aperto, ma la Fagnani non si è data per vinta ed ha cercato e poi trovato Michele Senese per capire come mai Piscitelli fosse stato ucciso.

“Perchè era ambizioso. Si credeva più forte del suo padrino criminale”, gli ha risposto lo stesso Senese in uno stabilimento ad Ostia. Dopodichè, lo stesso Piscitelli farà tanti di quegli errori che non gli verranno perdonati dai suoi. Quindi, fanno presto gli amici a diventare dei nemici. E il solo fatto che Piscitelli sia stato ammazzato di spalle e non in faccia, quello era un chiaro segnale che per la sua “famiglia” criminale egli era diventato un infame.

Il tariffario dei Killer

Sembra una favola al contrario questa vicenda di cronaca romana a stampo mafioso.

E sempre più grottesca, e forse è proprio questo valore estetico narrativo a conferirgli la giusta drammaticità morale.

Come per l’onorario dei Killer. Infatti, sembra che ci sia addirittura un “tariffario dei Killer”, con ricompense da capogiro. Tanto che l’argentino si dice abbia ricevuto 100 mila Euro per uccidere Piscitelli, più un fisso mensile di 4 mila Euro al mese, ma non si sa bene fino a quando. Lo abbiamo detto: la vicenda è ancora aperta e molto molto fumosa.

Ma quest’ultimo venne tradito dalla sua amante, la quale, saputo dell’uccisione dell’ultras, gli chiama e gli dice: “mi hai rubato le mie bimbe”, ossia, le pistole le quali la stessa aveva rubato in una gioielleria. E, temendo che arrivati a lui, avrebbero scoperto anche lei, decide di venderlo prima.

Restando sempre in tema di passioni omicide, un altro dal grilletto facile e al servizio di alcuni albanesi, è il cosidetto “Il Principe dei Parioli”, giocatore di Polo con qualche istinto omicida ben marcato.

Egli cercherà di vendicare Piscitelli.

Roma omertosa e le sue famiglie criminali

“Roma è omertosissima!”, esclama la Fagnani quando Daniele Autieri le chiede quanto sono feroci gli albanesi a Roma. E continua spiegando, la scrittrice, che a Roma le varie famiglie di criminali si aiutano finchè il patto non salta.

E dalle intercettazioni che lei ha potuto ascoltare, sono emersele bassezze tipiche di questi simili personaggi malavitosi, insieme al fare il doppio gioco meschino, tra i loro stessi amici.

Ritornando alla ferocia degli albanesi, questi forniscono armi e Killer a chiunque lo richiedesse, oltre che a portare ingenti quantità di coca dal Brasile. Tra di loro si distinguono i “piccatori”, designati al “recupero crediti”, e i “pugilatori”, con i quali l ‘ndrangheta va molto d’accordo perchè hanno un codice d’onore molto simile.

Gli albanesi non operano solo su Roma, ma su buona parte dei Castelli Romani, inclusa Velletri.

Tor Bella Monaca, la piazza di spaccio più grande

In conclusione della presentazione del libro ma restando sempre sul tema dello spaccio, Tor Bella Monaca, a Roma, è la più grande piazza d’Europa di spaccio, di cui Peppe Molisso ne è il capo, anch’ egli nel mirino degli albanesi, che lo vogliono morto per vendicare Piscitelli. Ma questa versione romantica non regge; in realtà, il vero motivo è che loro vogliono prendersi la “piazza”. Infatti, è stato stimato che il giro di affari si attesta intorno ai 6 miliardi di Euro a persona. Ecco, perchè, si parla di “cartello”.

Ma nell’ottobre del 2023 arriva la confessione del pentito Fabrizio Capogna sui boss della droga a Roma. Gesto fatto più per salvarsi la vita, forse, che per sincero pentimento.

Il processo è ancora aperto, lo ricordiamo e molti nodi devono ancora arrivare al pettine.

 

Francesca Fagnani mentre presenta il suo libro
Francesca Fagnani mentre presenta il suo libro- foto di @Damiana Pelagatti