FRASCATI, LEGA: BANCHI A ROTELLE UNO SPRECO SIMBOLO DI UN PAESE CHE DEVE RIPARTIRE

A poche ore dalle elezioni, su segnalazione di una cittadina, scattiamo alcune foto di una catasta di banchi a rotelle nuovi

0
850

Ad elezioni appena concluse, dopo avere segnalato una situazione che per noi è il triste simbolo di come è stata gestita la pandemia nel Paese, ci urge fare una riflessione politica sull’argomento, partendo da alcuni fatti.

 

A poche ore dalle elezioni, su segnalazione di una cittadina, scattiamo alcune foto di una catasta di banchi a rotelle nuovi, ammucchiata nel cortile del Plesso scolastico Buazzelli di Frascati. Tale foto viene pubblicata sul profilo facebook della nostra coordinatrice cittadina Anna Maria Bracci, che in poche ore riceve centinaia di condivisioni, attestandosi dopo qualche giorno a oltre 4500 condivisioni, diventando virale. Scopriamo inoltre che alcuni hanno copiato la foto e l’hanno riproposta, senza la fonte, ottenendo a loro volta altre centinaia di condivisioni, al punto che gli algoritmi automatici del social ci hanno sottoposto come contenuto suggerito proprio la foto scattata da noi.

 

Perchè è successo tutto questo? Perché la foto ha il pregio di essere auto-esplicativa, ovvero di parlare da sola. Racconta di uno spreco immane, di circa 300 euro a banco, quantificato in questa occasione per circa 150 banchi, cui abbiamo assistito durante il primo anno di pandemia, là ove si sono sostenute delle spese che sono state giustificate per esigenze sanitarie, tra cui appunto i famigerati banchi a rotelle, che nelle intenzioni del Ministero non erano solo necessarie per il distanziamento, ma anche per uno “svecchiamento” delle strutture scolastiche, per adeguarle a non meglio identificati standard sovranazionali.

 

Francamente, non vogliamo entrare nel merito di giudizi sulla questione, limitandoci ad affermare che se fosse dipeso da noi, non avremmo mai impegnato soldi pubblici in attrezzature del genere, soprattutto in tempo di emergenza sanitaria straordinaria come quella del 2020. Abbiamo però degli interrogativi sulla questione che ci piacerebbe che avessero una risposta.

 

La prima, riguarda lo stato di fatto. Ci risulta che il plesso della Buazzelli non sia l’unico ad aver ricevuto (o richiesto, come affermano alcuni) tali banchi, e che non sia l’unico che li abbia messi da parte. Ci giunge notizia infatti che anche gli altri plessi scolastici abbiano messo da parte tali banchi, ma la cosa non è risultata evidente come invece in questo caso. Tale accatastamento all’esterno, di solito riservato alle cose a smaltire, significa che tali banchi non sono stati più considerati necessari oppure non considerati idonei per le attività scolastiche? Se sono stati semplicemente accantonati per altri usi, perchè risultano accatastati come immondizia all’aperto e alle intemperie?

 

La seconda questione riguarda il controllo. Chi dovrebbe controllare che tali attrezzature, nel momento in cui dovessero essere non più utili (sempre che lo siano mai state) vengano impiegate di nuovo per altri usi o indirizzate ad altri plessi scolastici e comunque effettuare il rendiconto dell’uso? Non esiste anche una tematica di decoro urbano e di immagine della città nel lasciare a cielo aperto tale spettacolo, il cui impatto è stato reso evidente dalla viralità social con cui tale immagine ha circolato in rete a livello nazionale e non solo?

 

Terza questione. Quando sarà possibile fare una riflessione di come sono stati impiegati ben 300 miliardi di euro, interamente caricati sul debito pubblico nazionale, e che sono stati spesi nell’anno 2020, anche in spese come questa, con presupposti del tutto avulsi dalla buona gestione amministrativa e improntati a fantomatiche occasioni di modernizzazione delle attrezzature scolastiche, quando abbiamo ancora in Italia gravi carenze nella gestione del patrimonio scolastico, nelle messe in sicurezza degli edifici, carenza di docenti e quelli operativi sottopagati, mentre al Ministero si acquistavano banchi a rotelle?

 

 

Ci auguriamo che la nuova legislatura appena inaugurata sia l’occasione per cambiare decisamente registro di attività sul modo di come vengono programmate ed effettuate le spese per il comparto pubblico, a cominciare da quello scolastico, e che si faccia luce, anche soltanto per chiarire, sulle modalità con le quali si è arrivati a spese che oggi possiamo con una certa sicurezza definire degli sprechi di denaro pubblico, in modo da non riperterle.