Il fratricidio delle primarie del centrodestra di Albano

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Palazzo Savelli
Il palazzo comunale di Albano Laziale
Palazzo Savelli
Il palazzo comunale di Albano Laziale

Il saggio dice che prima di parlare occorrerebbe contare fino a cento: per scrivere di ciò che sta accadendo nella politica di Albano in questi giorni servirebbe scomodare uno specialista di vaglia. Noi ci proviamo, come sempre, raccontandovi ciò che accade, tirando le fila dei ragionamenti che da queste pagine vi sottoponiamo da qualche tempo, ritenendoli utili a comprendere le apparenti odierne isterie. Iniziamo con le cose più facili: il Sindaco uscente Nicola Marini, sarà ricandidato, sostenuto oltre che dal suo partito, il Pd, anche da liste civiche e partiti, di sinistra e non. Accanto a lui, nella starting list, l’area antagonista, di protesta e fuori dai partiti tradizionali vede per ora i suoi alfieri nel tandem Emiliano Bombardieri e Federica Nobilio candidati rispettivamente alla carica di Sindaco e Vice, per il Movimento Cinque Stelle, e Simone Carabella, sostenuto dalla lista Ne Destra Ne Sinistra. A sinistra del Sindaco Marini si presenta Giorgio Battistelli con la lista Albano Bene Comune.

Il rebus si fa complesso se ci si addentra nella fitta boscaglia di quello che dovrebbe essere il centrodestra, che per motivi di sintassi politica non ci sentiamo di chiamare più così, perchè nell’infinito girotondo quotidiano di partiti ed esponenti di quell’area, abbiamo perso l’orientamento politico nel definire un perimetro consono alle loro evoluzioni, ma sicuramente è colpa nostra. Quest’area, senza alcuna accezione negativa, onde evitare gli strali dei suoi più fumantini esponenti, la definiremo asetticamente “delle opposizioni consiliari”.

Per capire meglio risaliamo allo scorso luglio, quando su impulso di Fratelli d’Italia-Alleanza Nazionale, teneva banco il tema delle primarie, che parevano essere una, anzi la sola, soluzione possibile per trovare una sintesi su un nome, un programma ed una coalizione condivisi. Proprio su Meta Magazine ponevamo alcuni dubbi su un certo modo di porre la questione, ma ci si disse che quella era l’unica strada, il cupi o dissolvi del centrodestra, una delle ragioni fondanti della nuova politica a destra. https://www.metamagazine.it/centrodestra-primarie-una-bella-suggestione-non-una-buona-soluzione/

Da fine settembre in poi invece, ma qui Meta non c’entra, la questione primarie è man mano evaporata, apparentemente derubricata proprio dopo un’intervista rilasciata all’Osservatore Laziale dal leader di Fratelli d’Italia Marco Silvestroni, tra le cui righe si definiva il nome di Marco Mattei come candidato più “idoneo” per sfidare Marini. http://www.osservatorelaziale.it/index.asp?art=11815

E’ da quel momento, a cavallo delle elezioni per il Consiglio Metropolitano, che qualcosa nelle opposizioni è cambiato, e proprio a partire dal partito che, Fdi-An, fin li era parso il più compatto di tutti al suo interno, che invece da quel momento ha iniziato a scricchiolare. i primi distinguo sono giunti infatti dal capogruppo a Palazzo Savelli di Fdi-An Domenico Roma, che pareva tutt’altro che rassegnato al nome di Mattei candidato Sindaco. https://www.metamagazine.it/roma-fdi-an-nessuna-investitura-per-mattei/

Tutto però sembrava essere rientrato, poichè sul tavolo politico delle opposizioni si era giunti ad un comune accordo sul metodo, per cui entro il 31 ottobre, o si trovava un nome condiviso oppure si sarebbe proceduto alle primarie. Il 31 ottobre, speriamo che la coincidenza con la notte delle streghe sia stato solo uno “scherzetto” del destino, non ha portato dolcetti ai commensali delle opposizioni, ma veleni, perchè, non solo non è uscito il nome capace di unire tutti, ma di primarie non se ne è sentito proprio parlare più.

A parlare, anzi a dar fuoco alle polveri, è stata la Federazione delle Liste Civiche guidata da Il Cigno, che, sulla scorta di un sondaggio, i cui numeri sono a dire il vero ancora ignoti ai più, Ha ufficialmente investito Marco Mattei della candidatur a a Sindaco, citando come sostenitori di questa ipotesi, non ancora smentito da alcuno, oltre alle liste civiche di cui sopra, anche Fratelli d’Italia, nel nome del suo Portavoce Provinciale Marco Silvestroni, proprio l’autore della succitata intervista premonitrice. https://www.facebook.com/notes/il-cigno/le-liste-civiche-lanciano-marco-mattei/971359016224457?pnref=story

Parallelamente a questo schema si è mosso il Polo dei Moderati,

nelle cui vicinanze si posiziona Fabio Ginestra, ad oggi candidato Sindaco del Nuovo Centrodestra, promosso dalla Rete dei Cittadini che, su spinta di Adriano Venditti, pare avere aggregato varie forze, tra cui settori rilevanti sia di Forza Italia sia di Fratelli d’Italia, oltre che settori dell’area cattolica, socialista e repubblicana storicamente tutt’altro che irrilevanti ai fini del consenso in città. https://www.metamagazine.it/rete-dei-cittadini-lancia-gino-benedetti-candidato-sindaco-albano/

Tutto questo agitarsi, in modo non propriamente ovattato, fino ad oggi più che danneggiare Marini, ha portato scompiglio tra le fila dei suoi oppositori, acuendo spaccature che, fino ad oggi solo su Meta si evidenziavano, ma quando i nodi politici arrivano vicini al pettine, non si possono più celare accusando a vanvera chi si limita a descriverli, con qualche anticipo.

A testimoniare il nostro narrare c’è il comunicato stampa vergato dal capogruppo di Forza Italia Massimo Ferrarini, dal suo collega di gruppo Daniele Brunamonti e da alcuni membri del direttivo azzurro, il partito di Mattei, che proprio a luglio indicò comunemente l’ex Sindaco e assessore regionale quale coordinatore comunale e delegato a trovare soluzioni politiche per le prossime amministrative. nella nota i citati esponenti a chiare lettere dicono di non accettare la candidatura ed il metodo con cui è emerso il nome di Mattei. https://www.metamagazine.it/mattei-sindaco-albano-stop-candidatura-ferrarini-brunamonti/

Ad adiuvandum è arrivata altresì la voce del Circolo Territoriale di Fdi-An, che definiva il proprio capogruppo Domenico Roma come un “traditore”, reo, secondo i dirigenti del circolo di essersi avvicinato troppo a Venditti, al Polo dei Moderati, e financo a Marini, senza curarsi delle regole statutarie del partito. https://www.metamagazine.it/circolo-fdi-an-albano-attacca-domenico-roma-tradito-fratelli-ditalia/

Ad addolcire i toni, ma non la sostanza politica, è arrivato dopo poche ore un post di Silvestroni su facebook, nel quale si definiva Roma come un “amico fraterno”, e si invitava il centrodestra ad uno sforzo ulteriore per ricompattarsi, su basi nuove, perchè, sempre citando Silvestroni: “la vecchia alleanza di centrodestra è sepolta”. http://fratelliditaliaalbanolaziale.blogspot.it/2014/11/marco-silvestroni-oggi-la-vecchia.html

Chi vi scrive che il vecchio centrodestra non esista più lo va dicendo da qualche anno, ma di ricostruttori non se ne scorgono ancora all’orizzonte, ma forse sono le nostre diottrie a farci difetto. Di certo tra un “amico fraterno” ed un “traditore”, qualche differenza si può rilevare, non solo in termini linguistici, più o meno come tra un bufalo ed una locomotiva.

Non sembra volere abbassare i toni invece uno tra i più autorevoli ed influenti esponenti vicini al Cigno Mario Tamburri che, tuona su facebook a difesa del proprio candidato, Mattei, ventilando l’accusa di “intendenza col nemico” Marini, per Ferrarini, Brunamonti e Roma: così saranno responsabili della vittoria di Marini,, sentenzia Tamburri. https://www.facebook.com/mario.tamburri.50/posts/573732672772220?fref=nf&pnref=story

Ora, noi non sappiamo ne siamo capaci di leggere introspettivamente le profondissime riflessioni degli esponenti politici di Fi e Fdi-An chiamati in causa, ma il lancio degli stracci a casaccio non è mai stato politicamente produttivo per chi lo pratica, perchè danneggia per primo il nome di colui che, incolpevole, si vorrebbe portare alla guida dell’esercito. Se una o più liste civiche infatti, formulano un ipotesi politica, sintetizzata nella figura di Mattei, senza tener conto di alcuna regola dei e nei partiti di cui fa parte anche lo stesso campione da loro invocato, prestano il fianco all’accusa, non infondata, di praticare loro fughe in avanti, imprigionando di fatto colui che dovrebbe essere di tutti. In questo puzzle esploso, si staglia superiore la figura politica di Marco Mattei, che nel suo silenzio dimostra per l’ennesima volta di avere un senso politico ed uno spessore diversi dalla compagnia, specialmente dalla sua compagnia.