Gabbarini, “Il mio sogno da bambino diventare Sindaco di Genzano”

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Flavio Gabbarini
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Flavio Gabbarini Sindaco di Genzano

In esclusiva per Meta Magazine, il Sindaco di Genzano Flavio Gabbarini ha rilasciato un’intervista mostrando il suo profilo personale sotto vari aspetti: sia come uomo politico, sia come cittadino comune e sia come padre di famiglia. Inoltre ha dichiarato che la sua passione fin da piccolo è sempre stata la politica e il suo sogno nel cassetto quello di diventare Sindaco.

 

Prima di diventare Sindaco di Genzano, che lavoro svolgeva?

“Beh, attualmente svolgo ancora lo stesso lavoro: dipendente di una banca di credito cooperativo. Questo è il mio lavoro principale, poi la politica si fa per passione”.

La politica le occupa molto tempo, riesce a mantenere lo stesso altri interessi?

“Mi piace leggere i giornali, non sto scherzando, è un’interesse particolare però mi piace davvero”.

Oltre ad essere un uomo politico lei ha anche una famiglia con dei figli e la moglie, come riesce a svolgere il suo lavoro, a seguire la passione per la politica ed a essere un padre di famiglia?

“Per fortuna ora non svolgo anche il mio impiego in banca, perché fare il sindaco mi occupa tutta la giornata. Una volta finito il mio mandato da Sindaco tornerò al mio vecchio lavoro”.

Eh, come si fanno tante cose?

“Me lo chiedo anch’io, è chiaro che la famiglia un po’ ne risente, soprattutto negli anni passati quando i ragazzi erano più piccoli, ma adesso che sono cresciuti va molto meglio. Penso che complessivamente però non abbiano risentito i miei ragazzi più di tanto perché penso di aver gestito bene la situazione, poi mia moglie..beh ne ha risentito anche lei. Mi ha sopportato e mi ha sostenuto, e adesso mi da anche un bell’appoggio perché ha capito che la mia passione che dura da anni è una cosa molto importante per me. Ovviamente ho portato del nervosismo da lavoro, perché non tutto va bene o come vorresti che andassero le cose, quindi delle volte i problemi lavorativi influivano sull’equilibrio familiare, ma per ora tutto è andato bene”.

Nel cammino che ha intrapreso come Sindaco, qual’è stato l’evento che non si scorderà mai, sia negativo che positivo?

“Allora..in questi 5 anni da Sindaco il momento più brutto è stato fra il Dicembre 2013 e Gennaio 2014, la società che era stata incaricata dal comune di Genzano di recuperare gli evasori per quanto riguarda le tasse sui rifiuti ha spedito a nostra insaputa ben 4.000.000 di bollette ai cittadini  di Genzano più altri numerosissimi avvisi. Eh, lì è stato un momento brutto, brutto perché c’è stata anche una sommossa popolare e anche per il dispiacere mio e dei miei collaboratori per non aver controllato questa ditta. Però il coraggio ci ha aiutati, annullando ogni avviso di pagamento, denunciandoli e abbiamo calmato le acque.

Il più bel momento.. ogni volta che riesci a risolvere un problema per il tuo cittadino, quando dai una casa a chi non ha soldi neanche per comprarsi da mangiare, quando riesci a dare una sistemazione lavorativa ad un disoccupato e quando risolvi le problematiche disperate alle persone”.

Cosa serve secondo lei per essere un buon Sindaco?

“Prima di tutto onestà, però essere onesti non comprende solo l’ambito lavorativo, bisogna esserlo sempre. Deve essere coerente, non deve fare promesse, deve essere chiaro e conciso dicendo se una cosa è realizzabile o meno, si promette solo quello che si può mantenere. Non prendere in giro i tuoi cittadini, e inoltre bisogna avere la passione per il proprio Paese portando ogni beneficio come nel mio caso a Genzano”.

 

Lei ha parlato anche della passione per Genzano, oggi come oggi per i ragazzi è difficile provare la stessa passione che prova lei,  spera in qualche cambiamento o progetto in futuro per le prossime generazioni?

“Potrei dire si o anche no. Spesso i ragazzi non apprezzano quello che hanno sul posto cercando novità dai paesi vicini, ma in realtà sono tutti uguali. Infatti si ripeterà per ogni generazione perché la voglia di andare fuori per i ragazzi non svanirà mai. Ci sono tante attrattive a Genzano, però non bastano mai”.

Se dovesse descrivere Genzano ad uno straniero che volesse venire a vivere qui, come lo convincerebbe?

“Direi innanzitutto che è una cittadina bella, dove la qualità della vita e dei servizi è sufficientemente buona. E’ un paese che si affaccia su un lago stupendo ed è situato su una  collina, che il clima è nettamente migliore di quello di Roma e che poi abbiamo dei prodotti tipici importanti e soprattutto la magnifica Infiorata. Inoltre anche se non si legge sulla prima pagina, Genzano è una cittadina molto vivace con numerosi progetti”.

 

Secondo lei questa vivacità è il punto di forza di Genzano?

“Si, non solo questo, ma è fondamentale, anche se ciò rende ancora più impegnativo amministrare il comune avendo dei cittadini aperti alle discussioni essendo vivaci come il loro paese”.

 

Per un Sindaco è molto importante circondarsi di persone competenti e giuste, lei quale criterio ha utilizzato per scegliere le sue?

“Persone competenti e giuste all’interno dell’amministrazione dei dipendenti, le ho azzeccate! Ho scelto persone veramente in gamba. Ma per i collaboratori esterni c’è chi ho azzeccato e chi meno, dipende in base alla competenza, però a volte si sbaglia..Quando fai il Sindaco poi, devi scegliere anche gli assessori e non sempre i Sindaci hanno le mani libere per scegliere i propri, perché quando vieni eletto Sindaco vieni eletto insieme all’appoggio di altri gruppi politici, poi ogni gruppo politico propone al Sindaco dei candidati ma non sempre si fanno le scelte giuste”.

 

Fin da piccoli ci poniamo degli obiettivi anche sulla propria personalità, soprattutto quando iniziamo a distinguere ciò che è giusto o sbagliato e iniziamo a credere a dei valori fondamentali da portare avanti, lei è riuscito ad essere orgoglioso di se stesso al 100% o vorrebbe ancora cambiare qualcosa di se stesso?

“Ah proprio su di me, domanda difficile. Beh no, non si raggiunge mai la perfezione, si può sempre migliorare. Però mi ricordo una cosa, non so se ci prendo con la domanda: parlando con il nostro maestro ci chiedeva cosa volevamo far da grandi, e tutti hanno detto il lavoro del padre. Mio padre era muratore, ma la mia passione era un’altra, allora dissi: “Il Sindaco”. E da lì ogni tanto mi ritorna in mente questo avvenimento, soprattutto quando sono stato eletto. Stare a contatto con tante persone, come richiede il mio lavoro, ti può solo migliorare, sviluppando ulteriori capacità e ritrovandoti arricchito alla fine del tuo o meglio del mio percorso politico”.