Genitori che hanno paura di vaccinare i propri figli, le rassicurazioni della psichiatra Adelia Lucattini: “Spaventa la modalità di somministrazione”
In arrivo spray nasali, cerotti e compresse per immunizzare i più piccoli evitando l’ago. L’esperta invita a “rivolgersi ai Centri di ascolto per aiuto psicologico”
“Siamo abituati a somministrare i farmaci ai nostri figli per mezzo di sciroppi, aerosol o supposte, è anche per questo che l’iniezione per il vaccino anti Covid-19 può farci paura”.
Adelia Lucattini, psichiatra e psicoanalista della Società psicoanalitica italiana (Spi) spiega come si possano tranquillizzare i genitori più apprensivi e spaventati dall’antidoto contro il Coronavirus: “Se questo vaccino si potesse prendere in un’altra modalità, per esempio per bocca, le mamme e i papà sarebbero meno preoccupati e apprensivi”.
“Sappiamo che la School of Medicine dell’Università di Yale a New York sta studiando un vaccino anti Covid-19 sotto forma di spray nasale, l’Università del Texas in cerotto cutaneo e l’ateneo Federico II di Napoli in compresse – annuncia la psichiatra che fa parte, inoltre, della International psychoanalytical association (Ipa) –. Psicologicamente sarebbero senz’altro soluzioni meno traumatizzanti, poiché già conosciute ai genitori, abituati alle piccole medicazioni e anche alla pulizia di naso, gola e orecchie dei loro bambini con soluzioni isotoniche o marine in caso di raffreddore o altre infezioni”.
“Bisogna considerare che il dolore dei figli è spesso insopportabile per le loro famiglie – sottolinea Lucattini -. Abbiamo sempre paura delle ripercussioni di ogni tipo di cura sulla salute dei nostri bambini: che sviluppino delle malattie sul momento ma anche degli effetti a distanza di anni. Si teme poi di traumatizzarli, che i piccoli soffrano, possano avere un brutto ricordo del vaccino, dolore al braccio, mal di pancia o altri disturbi, poiché siamo memori delle vaccinazioni obbligatorie fatte quando avevano pochi anni”.
“E’ necessario però che i genitori si facciano forza e superino le loro paure, abbiano fiducia nei medici e si convincano che è una misura di protezione contro un virus che impedisce la malattia grave – rassicura l’esperta -. Numerosi studi dimostrano che i bambini non hanno gli effetti collaterali che invece si sono manifestati negli adulti e nei ragazzi. Lucattini invita poi i genitori a “non avere esitazioni nel rivolgersi ai Centri pubblici di ascolto, se sentono il bisogno di un supporto psicologico per essere più forti e aiutare i propri piccoli ad affrontare con serenità la vaccinazione”.
“Il vaccino non è più ormai in fase sperimentale, è sicuro – conclude la psichiatra -. Ciò che deve tranquillizzarci è che dal mese di novembre sia già stato somministrato a tre milioni e mezzo di bambini fra i 5 e gli 11 anni in molti Paesi: Stati Uniti, Canada, Israele, Cile e Austria. La dose poi è tarata sui più piccoli ed è un terzo di quella utilizzata per gli adulti.