Giampiero Galeazzi è stato un esempio per una serie di generazioni di appassionati di sport.
C’è chi è diventato giornalista, chi ha popolato i forum, chi è rimasto appassionato grande o piccolo che sia.
È stato un fenomeno di costume, anche nazionalpopolare quando si è reinventato ancora una volta dopo essere stato prima atleta (canottiere, da lì il trasporto e l’amore infinito per il racconto degli Abbagnale e dello sport del remo e dei remi in generale) poi showman comunque uomo di informazione e cultore della passione sportiva.
Sarà retorica, ma Bisteccone (o Cotoletta come recitava un meraviglioso striscione al Foro Italico decenni fa) è stato semplicemente- è non è poco – questo.
Grande Laziale, capace di stare negli spogliatoi ad intervistare con naturalezza ed entusiasmo Diego Armando Maradona durante i festeggiamenti del primo scudetto partenopeo del 1987, come facevano i giornalisti sportivi quando gli spogliatoi erano frequentabili della stampa non santa sanctorum dei diritti televisivi lucchettati da Sky, Dazn o Mediaset, come direbbe Tony Damascelli.
Lascia un vuoto enorme che solo le teche RAI e il ricordo di chi ha potuto imparare e ascoltare da lui il racconto dello sport possono colmare
Ciao Bisteccone