Gli Horrea della Statio ad Bobellas

Il servizio di Marco Bellitto

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La  straordinaria corrispondenza del XIII miglio dell’ antica via Appia  nei pressi dell’attuale Villa Appia  presso Due Santi a Marino, può sicuramente essere utile per poter attestare il vero sito della statio ad Bobellas ben descritto nella Tabula Peutingeriana.

In passato si era creduto erroneamente per una non corretta interpretazione sia delle fonti sia della stessa Tabula ,che Bovillae  e la sua “statio” fossero al X miglio della via Appia. Sovrapponendo invece le notizie che abbiamo dai vari itinerari non possiamo che confermare come il sito ideale  di questa straordinaria stazione postale possa trovarsi tra il XII ed il XIII miglio  e a tre miglia da quella sosta di Ariccia, intesa come “mutatio” così  come è ben descritto da Orazio  nel suo viaggio da Roma a Brindisi, in compagnia di Eliodoro: ”Egressum magna me excepit Aricia Roma hospitio modico”,trad.:”Uscito dalla grande Roma , mi accolse in Ariccia un modesto albergo”, Orazio Satira V, Libro I. Si tratta nel nostro caso quindi di un  sito che nasconderebbe i resti  di un complesso edificio caratterizzato da ambienti molto raffinati, destinati ad ospitare gli alti ranghi militari e provvisti  di enormi silos (horrea) per la conservazione delle granaglie  destinate al rifornimento delle legioni  (annona) e degli “stabula “, le officine per il cambio dei cavalli.

A confermare la presenza delle rovine di questa importante struttura del “Cursus Publicus”,il servizio postale  istituito da Augusto, è lo stesso racconto dello storico marinese Girolamo Torquati che descrive come lui stesso avesse individuato in quel luogo, alla fine del XIX secolo, almeno tre grandi ambienti, ormai in rovina e di come uno di questi fosse stato trasformato e adibito a torchio per la spremitura delle uve : “Nella Vigna Trinca  a destra dell’Appia, precisamente sotto la casa colonica a breve distanza dell’estremità Sud-Est del Circo Bovilliano, havvi un criptoportico assai ben conservato, della lunghezza di metri 29, della larghezza di metri 4 e dell’altezza di metri 4 e mezzo…”(“Studi storico-archeologici sulla città e sul territorio di Marino…”,Volume I,Marino 1987).Per comprendere l’importanza di tali strutture bisogna considerare come esse ospitassero un servizio a quasi esclusivo uso dello Stato, gestito da corrieri a cavallo che,oltre al ruolo di informatori ,potevano avere anche quello di riscossione delle tasse. Nei secoli la loro funzione assunse una notevole rilevanza  tanto da farne affidare la responsabilità ad un “praefectus vehiculorum”, prefetto della posta, che comandava un vero e proprio esercito di agenti con  il compito di controllare e relazionare su tutto quello che avveniva nei confini dell’Impero.

La recente scoperta dunque di questi ambienti e la non corretta attribuzione di  “cisternoni” fattane in un recente convegno, deve sicuramente riaccendere la discussione, al fine di chiarire definitivamente dove fosse la prima e più importante stazione dell’Impero Romano sulla via Appia.