Il 3 Maggio di ogni anno dal 1993 si celebra la Giornata mondiale per la libertà di stampa per volere dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite.
Quest’anno anche il Papa si è espresso a tal riguardo affermando che “la libertà di stampa è fondamentale per sviluppare un assennato senso critico e per imparare a distinguere la verità dalla menzogna e a lavorare in maniera non ideologica per la giustizia, la pace e il rispetto del creato”. Lo riporta una nota dell’Ansa.
Il discorso del Presidente del CNOG Carlo Bartoli
In questa giornata dedicata alla stampa anche il Presidente del Consiglio Nazionale dell’Ordine dei Giornalisti, Carlo Bartoli,ha diffuso il suo messaggio attraverso un video sui canali social del CNOG.
“C’è molto da preoccuparsi, nella Giornata internazionale della libertà di stampa, in quanto si restringe lo spazio per la libera informazione.- ha aperto così il suo discorso Carlo Bartoli, che continua: A livello internazionale i giornalisti in molti paesi sono considerati un pericolo; negli scenari di guerra si spara prima al giornalista e poi al nemico, perché è un testimone scomodo di quelli che possono essere crimini di guerra o violenza gratuite”. Passa poi a parlare dell’Italia con una punta di amarezza quando afferma: “Anche in Italia non siamo messi molto bene. Certo se guardiamo alla Russia o ad altri paesi potremmo essere contenti, ma in realtà c’è una tendenza globale, che riguarda anche il nostro Paese, a restringere gli spazi della libera informazione. Non è un problema per i giornalisti, è un problema per i cittadini che avranno sempre meno informazione libera, sempre meno informazione verificata, sempre meno informazione che non è agli ordini del potere, che è la condizione fondamentale affinché la democrazia possa continuare ad esistere.”
Si rimanda a questo link per la visione integrale del video: https://www.facebook.com/share/v/E8SbvPhgGzGVKR1t/?mibextid=WC7FNe
I dati di Reporter sans frontières (RSF)
Nella giornata Mondiale dedicata alla libertà di stampa esce l’indice che stabilisce le condizioni di libertà di parola nelle varie parti del mondo. Esso si costituisce di cinque colori: verde, giallo, arancione chiaro, arancione scuro, rosso.
E l’Italia, purtroppo, non è messa bene. Infatti, il World Press Freedom Index 2024 di Reporters sans frontières, pubblicato oggi, mostra che l’Italia è retrocessa di 5 posizioni rispetto all’indice del 2023, scivolando al 46esimo posto e diventando l’unico paese dell’Europa occidentale a entrare nella “zona arancione”, cioè quella ritenuta «problematica», nella quale si trovano già Ungheria e Polonia. Peggio di noi ci sono: Afghanistan, Siria ed Eritrea. Pochissimi i Paesi in “verde”, ossia quelli con una situazione ottimale. E sono tutti in Europa: i Paesi Scandinavi, i Paesi Bassi, la Danimarca, l’Estonia, il Portogallo e l’Irlanda. I dati sono allarmanti e peggiorano sempre di più di anno in anno e c’è bisogno di correre ai ripari al più presto da quelle stesse persone che ne vorrebbero essere i garanti: le autorità politiche.
