Il Fascino Ambiguo del Cervello, Gianni Letta commenta libro Brunetti

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Gianni Letta
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Gianni Letta

RECENSIONE – Pubblichiamo in esclusiva il commento del dott. Gianni Letta, già Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, il suo personale commento inviato al Prof. Guido Brunetti, in occasione della presentazione del suo ultimo libro “Il fascino ambiguo del cervello umano”, avvenuta a Nemi, presso Palazzo Ruspoli lo scorso 20 marzo. Il dott. Gianni Letta, tra gli invitati a presenziare all’evento organizzato e patrocinato anche dal Comune di Nemi e dall’associazione Nuovi Castelli Romani, non potendo fisicamente essere a Nemi per impegni imprevisti, ha inteso affidare il suo pensiero a questo messaggio scritto di saluto al Prof. Brunetti e di commento alla sua ultima fatica letteraria.

“Caro Professore – scrive il dott. Gianni Letta – i poeti spesso riescono ad intuire quello che gli scienziati debbono poi dimostrare e spiegare.

Ce lo ricorda Lei, già nella bella introduzione di questo libro scritto da uno scienziato per gli scienziati, medici e psichiatri soprattutto, ma che ha il pregio di far intravvedere anche a noi profani, il mistero ed il “fascino ambiguo” di quel mondo arcano e imprevedibile che è il cervello umano.

“E’ più grande del cielo e più profondo del mare”, canta la poetessa americana Emily Dickinson. “Non ha colonne d’Ercole il cervello” aggiunge Maria Luisa Spaziani. Ma Lei ci porta oltre le colonne d’Ercole – continua Letta – e compie il miracolo di farci vedere quelle profondità, raggiungendo, con il linguaggio della scienza, le vette dell’arte.

Sono interessanti e talvolta sorprendenti le scoperte che, leggendo, ognuno di noi può trovare e trova nel libro. E le trova proprio grazie a Lei, perché il Suo linguaggio chiaro, semplice, brillante, attraente, riesce a far capire tutto fino in fondo anche a chi non ha le conoscenze mediche e neuro scientifiche di base.

Chiunque legga, però, rimane conquistato e quasi “sedotto” da quella poetica definizione di ambiguità data al fascino misterioso del cervello. E anche questo Lei spiega magistralmente: “un fascino ambiguo per il fatto che il cervello può produrre la Cappella Sistina, il Requiem di Mozart, ma anche Auschwitz e Hiroshima o gli inafferrabili orrori quotidiani e le infinite pulsioni distruttive e autodistruttive individuali e interpersonali”. Una verità banale e profonda al tempo stesso, sulla quale non sempre si riflette a sufficienza, e sulla quale invece Lei ci richiama giustamente in nome della scienza.

C’è in quelle pagine qualcosa di più dell’informazione e del rigore scientifico. C’è l’esperienza e la sapienza di una vita dedicata allo studio del cervello, ci sono i risultati raggiunti ed i progressi nei diversi campi delle neuroscienze, della psichiatria e della psicanalisi, c’è l’ansia di conoscenza che è il presupposto stesso della scienza, ma c’è anche l’eco di una sensibilità straordinaria, c’è la passione della ricerca, c’è soprattutto una profonda cultura umanistica e filosofica.

 

Ecco perché il Professor Vizioli, neuroscienziato di fama mondiale, La definisce giustamente un “umanista-scienziato e aggiunge uno “scrittore completo”.  E un altro scienziato, il Professor Boncinelli non esita a scrivere che Lei, caro Professore, è “uno dei pochi autori capaci di scrivere un libro sul cervello, la mente e la coscienza”.

È completo infatti il viaggio che Lei compie in quel mondo misterioso e affascinante del cervello e della mente offrendoci – come scrive il Professor Rapisarda nella presentazione del libro – “un ausilio prezioso per conoscere e superare le gravi difficoltà dell’odierno mondo post-moderno”. Ci hanno provato in tanti, pochi ci sono riusciti. Lei lo ha fatto in maniera completa perché al rigore scientifico ha saputo unire la cultura umanistica, l’ispirazione artistica e una eccezionale capacità di scrittura.

Ecco perché mi piace chiudere questo saluto con la straordinaria suggestione che un altro grande scienziato italiano, il Professor Giulio Maira, ha raccolto e sviluppato da un collega americano nella interpretazione, basata su studi di neuroanatomia della “Creazione di Adamo”, il famoso capolavoro di Michelangelo, figura centrale della volta della Cappella Sistina.

La Creazione di Adamo – scrive Maira – riproduce l’immagine del cervello umano, rappresentato come una nuvola che avvolge Dio, volendo così indicare che Dio ha voluto trasmettere all’uomo la capacità cognitiva, vista come il più straordinario dono fatto all’umanità”.

Complimenti – chiosa – caro Professore, e molti auguri”.

Gianni Letta