Il museo dei musei

L’incredibile fascino dei Musei Vaticani

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E’ cosi che dovrebbe essere la vita di ognuno di noi. Una vita vista Cupolone.

Un immenso, incantevole e unico scenario mozzafiato che toglie parole e respiro. Ammirare San Pietro dall’interno dei Musei Vaticani è un’esperienza introspettiva, cosi come lo è visitare magici i tanti musei che compongono il complesso dei Musei del Papa. Un mondo di arte e bellezza da scoprire con attenzione e curiosità.

La mia visita speciale in compagnia del Clavigero e del Responsabile Ufficio Stampa dei Musei inizia dalla terrazza d’ingresso, racchiusa tra le storiche mura della struttura, da cui si può ammirare la Casina di Pio IV costruita a metà del ‘500 e circondata dai curatissimi prati dei Giardini Vaticani. “I Vaticani” non si limitano ad accogliere le ricche collezioni di arte ma contengono anche alcuni dei luoghi più esclusivi ed artisticamente significativi dei palazzi apostolici, nonché laboratori di restauro tra i più importanti al mondo. Oltre sei milioni di visitatori l’anno vengono qui per ammirare le statue greco-romane, le testimonianze etrusche (il Museo etrusco dei Vaticani è secondo solo a quello di Villa Giulia) ed egizie, le opere di Giotto, Leonardo, Caravaggio, Michelangelo e Raffello ma anche i più moderni Matisse, Bacon e Fontana.

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Una delle prime tappe di questo percorso nell’ arte è il Cortile della Pigna, un immenso spazio aperto che deve il suo nome all’enorme pigna di bronzo che occupa la nicchia nord del cortile. La particolarità di questo cortile resta il colore del famoso “Nicchione” il cui restauro, avvenuto pochi anni fa, ha riportato alla luce i colori iniziali. I tecnici hanno spiegato che “l’intero edificio è stato trattato con tinte a calce, latte (proveniente dalle mucche delle fattorie Vaticane di Castel Gandolfo) e pigmenti naturali.” Un restauro in linea con i principi ecologici dell’enciclica papale Laudato Sì.

 

Tra affacci spettacolari e lunghi corridoi pregni di storia si arriva al Braccio Nuovo. Una galleria lunga 68 metri che rappresenta la parte più antica dei Musei Vaticani. Allestita da Canova, ospita la magnifica collezione pontificia di opere classiche. E’ infatti considerata una della più importanti testimonianze della cultura neoclassica a Roma.

Lungo il percorso si giunge alla nota e affascinate Galleria delle Carte Geografiche, un lavoro di eccezionale maestria, attraverso la quale si arriva ad una porta che, improvvisamente, apre lo sguardo ad uno dei massimi capolavori mai realizzati nella storia: La Cappella Sistina. Un luogo incantato che visitato “nella solitudine del silenzio” resta uno dei momenti più incredibili mai vissuti.

L’edificio fu costruito fra il 1473 e il 1481, durante il mandato di Papa Sisto IV, ma fu reso unico dagli affreschi di Michelangelo che, nel 1508, impiegò 4 anni per dipingere la volta. La Creazione di Adamo è, senza dubbio, l’immagine più famosa della Cappella Sistina; si trova nella parte centrale della volta e raffigura il passo della Genesi in cui Dio dà la vita ad Adamo. Una piccola curiosità: la distanza tra le dita dei due personaggi è di pochi cm nonostante dal nostro punto di osservazione sembrino molti ma molti di più. Sull’altare maggiore si trova invece Il Giudizio Universale, altra grande opera di Michelangelo, un affresco di grandi dimensioni che illustra quanto narrato nel libro dell’Apocalisse di Giovanni. Il profondo e intenso lavoro fatto da Michelangelo all’interno della Cappella Sistina fu quello di raffigurare il volto del Creatore proprio come ognuno di noi lo immagina e, ad oggi, è ancora a lui che facciamo riferimento quando lo vogliamo visualizzare, al Dio di Michelangelo.

Non tutti sanno che se oggi ammiriamo quest’opera nel suo splendore, quasi originale, con i colori accesi e preziosi, intensi e cangianti, lo dobbiamo al restauratore Gianluigi Colalucci. Come racconta lo stesso Colalucci nel bellissimo libro “Io e Michelangelo”, cominciò tutto quasi per caso. Salito sui ponteggi della controfacciata, si arrampicò fin sulle lunette. A quel punto si ritrovò vicinissimo alla volta affrescata. “L’impressione era forte. L’essere a tu per tu con gli affreschi di Michelangelo era come aprire una tomba etrusca, trovarsi di fronte a un tesoro. Eravamo euforici perché nessuno di noi sino a poco prima avrebbe mai immaginato di poter arrivare a toccare il Michelangelo della volta.” Con tutte le autorizzazioni del caso, provò a strofinare un paio di centimetri di pittura con un fazzoletto inumidito di saliva. Si era reso conto che quegli affreschi giacevano sotto una pelle scurissima e compatta che alterava completamente i colori originali. La prova di pulitura, grande quanto un francobollo, confermò i suoi sospetti e diede il via ad uno dei restauri più importanti della storia durato 14 anni. Da quel momento, ogni qual volta Colalucci entrava in Sistina, teneva il capo chino. Si riservava di alzare la testa in poche occasioni, affinchè ammirare tanto splendore non diventasse un’abitudine.

 

La visita termina nel Cortile ottagonale, o Cortile delle Statue, progettato dal Bramante all’interno del complesso del Giardino del Belvedere. E’ qui che spicca in posizione di rilievo Il gruppo scultoreo di Laocoonte e i suoi figli, una scultura ellenistica il cui allestimento è considerato l’atto fondativo dei Musei Vaticani.

La bellezza dei Musei, però, non finisce qui. Le terrazze panoramiche su San Pietro illuminato, la scala del Bramante, la vista che spazia da Borgo Pio al centro storico e oltre.

Il fascino dei “Vaticani” è unico al mondo e merita più di una visita.

E sono ad un passo da noi. Che fortuna.

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