Il Pd e Borelli tentano di umiliare Sementilli

L'ex Vice Sindaco spieghi i veri motivi della sua quasi cacciata dalla giunta di Albano

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Sementilli e Borelli

Per la politica di Albano sono lontani i tempi della legislatura tra il 2010 ed il 2013, quando la giunta Marini si barcamenava tra una crisi ed un rimpasto, mentre il Consiglio Comunale viveva i suoi tempi di gloria tra sedute surreali e consiglieri pittoreschi, il tutto incorniciato da un dibattito social degno della migliore commedia dell’assurdo, con tanto di personaggi, più o meno realistici, con cui era impossibile annoiarsi.

Ora al primo piano di Palazzo Savelli siede Massimiliano Borelli che, evidentemente memore di quell’esperienza vissuta da Presidente del Consiglio, sembra preferire il cloroformio.

Non che le divisioni interne al suo “campo largo” non ci siano, anzi, se possibile sono ancor maggiori, tuttavia il grigiore ha sostituito le luci psichedeliche di quegli anni che noi rimpiangiamo.

Ci piace pensare però che i lampi che ogni tanto il centrosinistra regala alle cronache, siano in omaggio a quella stagione, anche se i ruoli sono invertiti, ed i rapporti sono diversi.

Ecco perché la giornata di oggi si segnala con la matita rossa sul calendario. Con un deciso colpo di timone infatti, magari qualche membro dell’equipaggio si era distratto, il Sindaco ha revocato quasi tutte le deleghe all’assessore Maurizio Sementilli. Più sopportato che amato da ampi settori del Pd, Sementilli comunque non può essere considerato uno qualunque. Per 10 anni Vice Sindaco delle giunte democratiche, architrave politico su cui si sono costruite strategie, giunte e coalizioni, scelto da Borelli nel 2020, non senza malumori interni al centrosinistra, responsabile di deleghe pesanti come rifiuti, viabilità, decoro urbano, nonostante la sua lista non avesse avuto una gran performance elettorale. Un segno di come fosse ancora il perno di un accordo politico interno al centrosinistra e trasversale agli stessi partiti di maggioranza, una garanzia di solidità per l’intero impianto della legislatura.

E’ evidente che oggi quell’impianto, piuttosto fragilino sin dall’inizio, sia caduto. Quale il nuovo assetto governerà Albano in questo fine di legislatura dunque? Sembrano salire le quotazioni di Umberto Gambucci e Simone Fazio come detentori della golden-share.

In verità non è dato sapere, perché molte, troppe, sono le zone d’ombra che celano i reali motivi di questa quasi defenestrazione.

Prima di tutto a Sementilli non sono state tolte tutte le deleghe, gli sono state sottratte le più importanti: rifiuti e manutenzioni, lasciandogli esclusivamente quella alle Ville Storiche. Un gesto piuttosto inusuale: perché se viene a mancare il rapporto di fiducia tra Sindaco e Assessore, non si capisce bene perché l’assessore debba restare al suo posto in giunta, se pur ridotto ai minimi termini. E’ come se si volesse lasciare a Sementilli il cerino acceso in mano, senza arrivare all’estrema ratio della cacciata, trattandolo parimenti come un corpo estraneo. Una situazione piuttosto umiliante per una personalità dell’esperienza dell’ex Vice Sindaco.

Appare altresì piuttosto avventato porre in essere un’azione così eclatante, senza pensare al rischio deflagrazione che potrebbe avere in seno ad una maggioranza ballerina di suo. E allora cosa significa davvero tutto ciò? Cosa dice il Partito Democratico di Albano? Cosa pensano gli altri soggetti diversamente civici che compongono il puzzle del centrosinistra di Albano? Dalle prime reazioni a farla da padrone sono le scrollate di spalle, un leit-motive per questo governo cittadino.

C’è chi non parla, chi parla d’altro, chi a sproposito, un gioco dei mimi in cui nessuno si prende la responsabilità di dire ai cittadini cosa stia succedendo, o cosa succederà, come se nessuno tra coloro che siedono in giunta e tra i banchi della maggioranza sia il vero manovratore dei fili, e conosca rotta e meta della nave.

Per questo chiediamo a Maurizio Sementilli di raccontare cosa è successo, secondo il suo punto di vista. Vedi mai che sia una scintilla capace di riaccendere un confronto politico vero, nulla a che fare con il grigiore che pare avere anestetizzato una città, di cui, noi narratori, e crediamo anche la maggior parte degli albanensi, sono piuttosto stanchi.