Il Pd fa dimettere Runieri per far posto a Marini in Città Metropolitana

Il Pd ci da ragione sul caso del mancato supporto dato a Marini ma la toppa per far rientrare l'ex Sindaco di Albano in Consiglio Metropolitano è peggio del buco

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Palazzo Valentini in Roma - sede del Consiglio Metropolitano

Avevamo parlato di grave errore politico, allorquando il Partito Democratico non aveva adeguatamente supportato la candidatura di Nicola Marini in Consiglio Metropolitano, facendo risultare l’ex Sindaco ed oggi Presidente del Consiglio Comunale di Albano Laziale solo al 15mo posto della lista del centrosinistra in Città Metropolitana: primo dei non eletti.

Leggi qui: https://www.metamagazine.it/con-ferrarini-il-centrodestra-torna-a-rappresentare-albano-in-citta-metropolitana/

Parlammo di smacco politico, e dopo appena una settimana i vertici regionali e provinciali del Partito Democratico sembrano darci ragione.

A cavallo del Natale infatti, tra un pacco e l’altro, a sorpresa, è arrivata la notizia delle dimissioni da Consigliere Metropolitano di Sandro Runieri, Sindaco di Roca Santo Stefano. Runieri era giunto giusto di una posizione avanti a Marini, occupando l’ultimo posto utile a Palazzo Valentini conseguito dalla lista del centrosinistra.

“Mi sono sempre approcciato alla politica ragionando di squadra e mai come singolo. Il bene collettivo, per me, viene prima di tutto”. Ha scritto sul suo profilo social Sandro Runieri annunciando le sue dimissioni. “Per questo ho deciso di fare un passo indietro e rassegnare le mie dimissioni da consigliere della Città Metropolitana. Auguro buon lavoro a Nicola Marini e a tutti i Consiglieri eletti, auspicando che possano amministrare al meglio un Ente che negli ultimi anni ha mostrato tutta la sua sofferenza. Posso immaginare il dispiacere e la delusione per chi mi stima e per chi mi ha votato, ma sappiate che ci sono stato, ci sono e ci sarò sempre, lavorando sodo a sostegno di tutte le Amministrazioni locali e dei territori della Provincia”.

Un gesto, quello di Runieri, che racconta la lealtà di un militante, pronto a sacrificarsi per il partito, o per la corrente. Facciamo assai più fatica a comprendere quanto la gestione politica che il Pd ha fatto di questa vicenda contribuisca a “lenire le sofferenze dell’ente”.

Quella stessa Città Metropolitana già ridotta ai minimi termini da una legge, firmata dall’attuale capogruppo Dem a Montecitorio Graziano Delrio. Una legge che, come abbiamo già scritto, togliendo il potere dalle mani dei cittadini, lo ha messo in quelle delle segreterie di partito, o peggio, in quelle delle correnti interne ai partiti. Proprio ciò che è successo al Pd nella vicenda Marini-Runieri.

Percarità, Sandro Runieri potrà dare il suo contributo agli enti locali da neo indicato Presidente del Consiglio delle Autonomie Locali del Lazio, carica a cui è succeduto a metà Dicembre proprio a Nicola Marini, ma crediamo sia il caso che la politica, il Pd nella fattispecie, si interroghi su quanto sia dannoso per le istituzioni, sovrapporre, e financo anteporre, gli equilibri politici interni, agli esiti elettorali. Ci chiediamo, e chiederemmo alle segreterie “democratiche”, a cosa servono gli appelli alla partecipazione elettorale, anche quando le consultazioni sono di II livello come quella metropolitana, quando ci si muove come se l’esito delle urne non ci fosse, e se non ci soddisfa, lo si modifica come e quando si può, scaricando gli errori dei partiti sulle regole democratiche.

Non mettiamo in discussione la legittimità di una scelta, ma la credibilità che da essa viene a perdere l’assemblea, che dovrebbe essere rappresentativa di un voto, agli occhi dei cittadini.

In questo caso, non ce ne vogliano i dirigenti del Pd: la toppa, è peggiore del buco.