Il pittore ciampinese Sergio Saviantoni racconta la sua arte

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Sergio Saviantoni
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Sergio Saviantoni

Sergio Saviantoni è un grande pittore dei Castelli Romani che vive e lavora a Ciampino. E’ nato a Roma nel 1940 e ha svolto gli studi all’Accademia di Belle Arti di Roma, come grafico pubblicitario ha avuto per insegnanti Brini, Amidei e Bonavita. E’ membro dell’Accademia Tiberina. Nel 1974 la Galleria Comunale d’Arte Moderna di Roma ha acquistato una sua opera. Dal 1975 fa parte dell’Associazione ” Cento Pittori Via Margutta “.

Ciao Sergio, quando hai capito che nella vita ti saresti dedicato all’arte? Cosa ha fatto scoppiare questa scintilla?

“Per un giovane nato nel 1940 il Rione Testaccio era tutto il suo piccolissimo mondo e gli unici elementi che potevano stimolare gli interessi dei ragazzi erano racchiusi nella ” Scuola-Oratorio Salesiana”. Malgrado ciò, è con la lettura de ” Il Vittorioso”, giornalino cattolico a fumetti degli anni ’50, che rimasi affascinato dai disegni che raccontavano straordinarie storie d’avventura. Cominciai con i primi incerti disegni a matita, migliorando con gli anni. Nel 1958 la prima Mostra Collettiva al Palazzo delle Esposizioni con un ritratto a carboncino. Il caso e la fortuna mi fecero conoscere e frequentare l’anziano pittore Pio Montesi, che era stato allievo di Telemaco Signorini, che mi fece conoscere e innamorare del COLORE”.

Il tuo stile inconfondibile è stato ispirato da qualche corrente artistica in particolare?

“Espressionismo tedesco e fauvismo di Matisse. Distruzione della realtà e ribellione dei segni. Simbolismo del colore”.

I protagonisti delle tue opere sono individui immobili come la pietra, con occhi non visibili e spesso con grandi mani, come sei giunto a questo tipo di rappresentazione e qual’ è il suo significato simbolico?

“E’ come se guardandosi dentro riscoprissero la loro integrità. Denuncio lo smarrimento, l’incomunicabilità, l’angoscia del nostro tempo. Il colore, quasi materico, diventa il simbolo positivo della speranza che non ci deve mai abbandonare”.

Nella tua opera “Uomini Soli” le sedie vuote, le case senza finestre fanno affiorare un sentimento di solitudine in contrasto con dei colori intensi, ci spieghi questa dicotomia e a cosa si riferisce?

“Uomini soli – olio su tela 80 x 60 cm) Ritorna martellante il tema della solitudine e dell’incomunicabilità. Entro il drammatico dinamismo contemporaneo delle città (la mia denuncia parte da anni lontanissimi) i miei personaggi vivono la tragedia della solitudine e più sono immersi nel frastuono e nella confusione e più si sentono soli in questa contrapposizione di solitudine-coralità. I colori (sempre un simbolo positivo) immergono le figure in un’atmosfera libera, triste, dolorosa ma non tragica, non drammatica”.

Quale sentimento è in grado di abbattere questo muro di solitudine?

“E’ stato pronunciato duemila anni fa: AMORE”.

Attraverso l’arte riesci a colmare la solitudine?

“Io parlo ai miei personaggi come a persone reali, ascolto i loro problemi e le loro speranze.    Non sempre andiamo d’accordo”.

Dici di voler esprimere la sostanza profonda delle cose facendo emergere delle “bugie” e smascherando la realtà apparente, quali sono le bugie rivelate nelle tue opere e nella nostra realtà apparente?

“Non esiste una realtà unica per tutti, ma tante realtà quanti sono gli individui. La mia è quella dello stato d’animo e delle emozioni, non della forma (realtà-letterale) e queste sono le mie bugie. La mia realtà esiste, la natura esiste, ma viene trasformata. I personaggi vengono avanti quasi a sconvolgere chi guarda”.

Per un’artista come te, qual’ è stata o qual’ è la tua più grande soddisfazione?

“La donazione nel 2004 dell’Opera ” Holocaust Per non Dimenticare” nelle mani del Cardinale, Segretario di Stato di San Giovanni Paolo II, Angelo Sodano esposta in permanenza al “Pontificium Consilium De Iustitia et Pace””.

Che messaggio daresti ai giovani di oggi che vogliono intraprendere la tua stessa carriera?

“Guardate la realtà che vi circonda, ma siate soggetti attivi, filtrando con la vostra sensibilità, interpretandola, stravolgendola anche, ma sempre con amore, verità e rispetto”.

Cos’è l’arte?

“Un Dono grandissimo che abbiamo ricevuto senza alcun merito che ci permette di cogliere umori, sensazioni, sfumature, gioie e paure, oltrepassando il tempo e le mode. La gioia di cercare di dare agli altri, un mondo ancora tutto da scoprire.

PERSONALI:

Galleria Tiziano ROMA 1971

Villaggio Valtur OSTUNI 1972

Galleria Palazzo Esposizioni ROMA 1973

Studio 200 Art Gallerie ROMA 1974

Bottega D’Arte 154 PIOMBINO 1974-1980

Galleria 14 FIRENZE 1978

Galleria La Tartaruga ROMA 1980

Galleria tre Archi ROMA 1981

Galleria Il Trittico ROMA 1982

Il Capitello PALESTRINA 1982

Tevere Expò ROMA 1982

Galleria Arco della Ciambella ROMA 1983

Tevere Expò 1983

Galleria d’Arte SANTA TERESA DI GALLURA per 17 anni

Via Margutta ROMA dal 1975