Il pittore dei Re e dello Zar a Marino: “Peter Von Hess e il Santuario della Madonna dell’Acqua Santa”

Debutta su Meta Magazine Marco Bellitto che ci narra un episodio del cosiddetto viaggio del Grand Tour con protagonista Marino Laziale

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Il pittore dei Re e dello Zar  a Marino : “Peter Von Hess  e il Santuario della Madonna dell’Acqua Santa”

Nel cosiddetto viaggio del “Grand Tour” in Europa così come in Italia, per visitare le antiche rovine del mondo classico, molti furono i poeti, i pittori, gli scrittori e anche i semplici rampolli dell’aristocrazia europea che a partire dai racconti del “Diario di viaggio “ di Montaigne sino al più recente “Viaggio in Italia” di Goethe, fecero la loro visita anche nei Castelli Romani e nella stessa Marino, lasciandone dei ricordi straordinari nelle loro opere sia letterarie che pittoriche. Conosciamo infatti i paesaggi e le vedute di quel tempo grazie a quei  capolavori oggi conservati nei maggiori musei del mondo, basti qui ricordare le vedute di Gerard Dughet o quelle del Vanvitelli oggi nel Corridoio Vasariano della Galleria degli Uffizi di Firenze e nella Galleria Colonna a Roma.E’ proprio sulle orme di questi grandi autori che fiorì nell’Ottocento la passione per questi luoghi, testimoniata da altrettanti capolavori come li ritroviamo nelle vedute del visconte di Senonnes pubblicate a Parigi nel 1820,dove si possono riconoscere luoghi quasi dimenticati come la Chiesa di San Rocco, distrutta dai bombardamenti della  Seconda  Guerra Mondiale, l’antico Lavatoio d’Ammonte e lo stesso Santuario della Madonna dell’Acqua Santa. A quest’ultimo luogo è ascrivibile un dipinto oggi custodito ed in mostra nella Nuova Pinacoteca di Monaco di Baviera.Si tratta di un’opera giovanile di un grande pittore tedesco, Peter von Hess che, nel 1817 si trovava in visita a Roma (Colosseo) e nei Castelli Romani come Castelgandolfo, Ariccia, Genzano, Tivoli, Subiaco e la stessa Marino, potendone riconoscere i luoghi nei suoi disegni e soprattutto uno in modo particolare in un dipinto: il Santuario della Madonna dell’Acqua Santa. Nella sua rappresentazione etnografica della scena, quasi una fotografia, Hess dà una anticipazione di quella sua arte che lo condurrà alla corte di ben due re, Ludovico I di Baviera e del figlio Ottone di Wittelsbach che diverrà primo re di Grecia, e dai quali ebbe l’incarico di rappresentare le scene della rivoluzione greca nella Guerra d’indipendenza dall’Impero ottomano. Proprio per questa destrezza nel rappresentare le scene di guerra , fu chiamato nel 1839 alla corte dello Zar Alessandro II per rappresentare le battaglie napoleoniche in Russia (Smolensk e Borodino), oggi all’Hermitage di San Pietroburgo o la Battaglia delle Nazioni al Maximilianeum di Monaco in Germania. Ed è appunto accanto a queste grandi scene che oggi possiamo ammirare il meraviglioso dipinto del Santuario Mariano al quale sino a non molto tempo fa era stata attribuita una errata denominazione ”San Marino”, come appare nelle pubblicazioni dell’Ottocento,riconoscibile senza ombra di dubbio, quasi ne fosse una rappresentazione “cinematografica”. E’ infatti da notare  come la facciata si presenti ancora nel suo impianto seicentesco e con la scalinata di trentaquattro gradini scolpiti direttamente nella roccia ancor prima di quei lavori eseguiti per la realizzazione del nartece dal grande architetto Matteo Lovatti  che nel 1818 ne aveva ricevuto l’incarico dal canonico Francesco Fumasoni Biondi. Lavori che invece sono ben evidenti in un altro importante quadro del pittore austriaco George Pezolt che giovanissimo immortalò la nuova facciata. Il luogo sacro dedicato ad una antica immagine della Madonna, affrescata direttamente sulla roccia ,in un luogo millenario per l’estrazione del peperino, la pietra albana, è legato per tradizione ad una sorgente di acqua viva. Studi recenti  però lasciano intendere che si tratti di un ramo di  antico acquedotto (Augusto?)di cui si sono trovati dei cippi acquari a monte della città e dove vari toponimi mostrano ancora l’esistenza di condotti antichi (Caput Aquae e Pozzo Calvino).La stessa gran quantità di acqua che si nota alla base del dipinto e la presenza a ridosso del Santuario di un antico cunicolo in muratura che sormonta ancora  lo stesso Fosso detto delle Pietrare o di San Bonaventura,danno ulteriore consistenza all’ipotesi di un antico acquedotto mai studiato sinora.

Di Marco Bellitto