“Il romanzo della Bibbia”: sold out, viaggio immersivo e dirompenti emozioni al Teatro Artemisio-Volonté con Cazzullo, Famulari e Ovadia

Creare un’atmosfera serena e solenne, tra musica dal vivo, narrazione e interpretazione, e affrontare un argomento spinoso, duro, dibattuto senza mai far abbassare la soglia dell’attenzione.

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Creare un’atmosfera serena e solenne, tra musica dal vivo, narrazione e interpretazione, e affrontare un argomento spinoso, duro, dibattuto senza mai far abbassare la soglia dell’attenzione. Ci sarà un perché se “Il romanzo della Bibbia” spopola e fa sold out in tutta Italia, e Velletri non ha fatto eccezione perché il Teatro Artemisio-Volonté è risultato pieno in ogni ordine di posto. L’evento, organizzato da Fondazione De Cultura e Fondarc, è stato presentato con orgoglio da Guido Ciarla e Giacomo Zito, e il suo valore culturale è stato ampiamente sottolineato.

Poco o nulla da dire sugli interpreti, la cui sinergia ed empatia reciproca è visibile sin dalle prime battute. Aldo Cazzullo, scrittore e giornalista, occupa l’estremità sinistra della scena con il suo leggio e la sua voce pacata, precisa, rassicurante. Moni Ovadia, col suo inconfondibile timbro, si sistema dalla parte opposta e non fa notizia il fatto che si trovi a interpretare Dio, i comandamenti, le canzoni, i passi evangelici dando prova del proprio multiforme talento. Al centro della scena la compositrice e violoncellista Giovanna Famulari, che evidenzia i vari passaggi dello spettacolo con una musica sinuosa e delicata.

“Il romanzo della Bibbia”, reduce dal sold out al Teatro San Ferdinando di Napoli, ha conquistato per la linearità di un percorso iniziato dalla Creazione (suggestive, in tal senso, le immagini generate proiettate sullo sfondo, da arti visive e arti grafiche) e proseguito con la narrazione delle vicende più o meno note (e spesso legate all’attualità, al costume italico, alle esperienze della società odierna) dell’Antico Testamento. Non è mancata l’ironia, improvvisata o studiata, nel commentare alcuni episodi. Un’opera dal carattere culturale elevatissimo, capace di approfondire un tema di cui si dice molto e ovunque spesso senza un’effettiva conoscenza dell’opera e con un obiettivo ancor più ambizioso, quello di fugare ogni tipo di strumentalizzazione e fanatismo, come dichiarato in apertura di sipario dagli attori in scena. Quello di Cazzullo, Famulari e Ovadia è un viaggio scientifico e onirico alla ricerca delle nostre origini culturali e organiche, condotto con sicurezza dai “macchinisti” dell’opera che, come un treno, arriva alla sua meta accogliendo passeggeri e facendone scendere altri nel grande caos del percorso biblico.

Applausi scroscianti a fine serata, e tante foto ricordo con i protagonisti di una memorabile rappresentazione a cavallo tra musica, teatro e storia.

“A nome della Fondazione De Cultura, organizzatrice e promotrice dell’evento, voglio ringraziare gli artisti Aldo Cazzullo, Moni Ovadia e Giovanna Famulari che hanno voluto fortemente inserire la data di Velletri nel loro tour anche grazie agli storici rapporti che la nostra Fondazione ha proprio con Aldo Cazzullo. Il fatto di averli avuti in città è stata una bella opportunità, e ringrazio il numeroso pubblico che ha reso possibile il sold out già molti giorni prima dello spettacolo, mi dispiace per coloro che non sono riusciti ad entrare vista l’alta richiesta. Grazie alla squadra della Fondazione De Cultura per il lavoro svolto, questo evento rimarrà a lungo nella memoria di tutti noi per la sua bellezza artistica e per la bravura degli interpreti che ci hanno fatto vivere un viaggio indimenticabile. Un ringraziamento per la collaborazione proficua lo rivolgo alla Fondarc, questa sinergia ha portato un risultato eccezionale”, ha detto invece Guido Ciarla, presidente della Fondazione De Cultura. Il presidente della Fondazione di Partecipazione Arte e Cultura Città di Velletri, Tullio Sorrentino, ha così commentato l’evento: “è stata una data memorabile, grazie alla bravura di artisti che non hanno bisogno di presentazioni e alla straordinarietà di una musicista come Giovanna Famulari. Come Fondarc abbiamo creduto tanto in questo evento, e ringrazio il pubblico per aver risposto numeroso, oltre allo staff che come sempre ha svolto un eccellente lavoro di squadra. Un ringraziamento doveroso a Guido Ciarla, della Fondazione De Cultura, che ha avuto l’intuizione di proporci questo evento al quale abbiamo collaborato con convinzione”.