Il ruolo geopolitico della Chiesa Cattolica

Focus di Domenico Parisi sul ruolo di uno degli attori più rilevanti sulla scacchiera geopolitica globale: la Chiesa Cattolica

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La Chiesa Cattolica è uno dei più antichi attori che ha contribuito alla creazione della società odierna e la plasmerà secondo i propri obiettivi.

Origini ed obiettivi

La Santa Sede (da qua S.S.) è l’ente di governo della Chiesa Cattolica, è dotata di personalità giuridica ed in virtù di ciò è investita di tutte le norme del diritto internazionale, eccezion fatta per le regole che sono in conflitto con i naturali obiettivi su cui poggia la propria missione. La S.S. inoltre si occupa dei rapporti diplomatici con gli altri Stati. Il Vaticano invece svolge un ruolo differente sia politicamente che spiritualmente. La distinzione fondamentale sta nella loro genesi. Il corpo diplomatico della S.S. nacque quando ci furono i primi Concili Ecumenici agli albori della storia della Chiesa stessa. La Città del Vaticano invece è stata costituita nel 1929 attraverso i Patti Lateranensi.

Gli obiettivi della diplomazia pontificia sono legati a svariate aree, dai diritti umani alla bioetica, dalla promozione della pace al disarmo, dalla famiglia alla spiritualità, dall’educazione alla cultura. Nonostante la Chiesa Cattolica sia l’unica organizzazione spirituale che può disporre di un vero e proprio Stato in cui lavorare senza ingerenze esterne, sarebbe erroneo riferirsi alla diplomazia

 

pontificia come se si parlasse di politica estera, siccome le attività svolte sono concepite attraverso il significato intrinseco pastorale e spirituale.

 

I cardini della diplomazia pontificia sono i rapporti bilaterali e multilaterali con gli Stati.

 

Accordi bilaterali.

 

La S.S. intrattiene rapporti bilaterali con 183 Stati, a cui si aggiungono il Sovrano Militare Ordine di Malta e l’UE. Gli accordi bilaterali vigenti (256) sono di carattere generale, parziale e speciale. Si passa dall’accordo di più lunga data del 1797 all’accordo più recente del 2020.

 

Per esempio l’Accordo Quadro tra la Santa Sede e la Repubblica di Angola (13/09/2019), composto da 26 articoli, si pone come obiettivo la definizione del quadro giuridico delle relazioni tra i due Stati, il rafforzamento del legame di amicizia tramite il riconoscimento alla Chiesa Cattolica della condizione di persona morale, come anche le esenzioni tributarie e le cause contro gli ecclesiastici. Si parla inoltre di famiglia, matrimonio canonico, la concessione alla Chiesa Cattolica di dirigere scuole proprie e la concessione per diritto di poter costruire edifici ecclesiastici. Accordi simili sono state siglate con tantissimi altri Stati.

 

Nel 2016 invece fu sottoscritto un Memorandum d’intesa con gli Emirati Arabi Uniti in cui si regola la mutua esenzione dei visti d’ingresso per i titolari di passaporti speciali e diplomatici. Di natura economica e tributaria invece è l’Accordo con l’Albania (03/12/2007), qui si parla di beni mobili, immobili e tasse sugli edifici con destinazione d’uso per le finalità della Chiesa.

 

I Patti Lateranensi sono probabilmente gli accordi più importanti che la S.S. abbia mai sottoscritto con uno Stato. Furono siglati nel 11/02/1929 da Benito Mussolini e dal Cardinale Pietro Gasparri, che rappresentò Papa Pio XI. Il contenuto di tali patti pose fine alla “questione romana” con l’indipendenza del Pontefice, sancendo la nascita dello Stato della Città del Vaticano e regolando alcune questioni diplomatiche e giuridiche; si risolsero questioni economiche pendenti tra Stato e Chiesa (le leggi eversive); si stabilirono i futuri rapporti tra le due parti (matrimonio, esercizio del culto, sentenze). La revisione di tale concordato è culminata nel 1984 con l’Accordo di Villa Madama. Si sentì la necessità di ridisegnare i rapporti in chiave più democratica all’indomani di una situazione politico-sociale differente rispetto al 1929 (spiccano l’introduzione dell’8×1000 e la neutralità religiosa dello Stato italiano).

 

Non risultano accordi bilaterali con alcuni paesi importanti come Afghanistan, Arabia Saudita, Vietnam, Somalia e Corea del Nord.

 

 

Accordi multilaterali.

Poco meno di 250 sono gli accordi multilaterali secondo quanto riportato dal sito delle Nazioni Unite.

A differenza delle relazioni dirette con i singoli Stati, le relazioni multilaterali a cui la S.S. ha preso parte riguardano anche altri campi di applicazione, che necessitano della rappresentanza di una rosa di attori internazionali ampia per poter avere un seguito. In questo caso l’intento è di favorire un clima disteso e amichevole fra le Nazioni, soprattutto perché i temi affrontati sono talvolta spinosi.

La S.S. ha contribuito in materia ambientale firmando la Convenzione di Vienna per la protezione dello strato di ozono, ma anche l’Emendamento al Protocollo di Montreal sulle sostanze che riducono lo strato di ozono. Salute e servizi sanitari sono stati normati attraverso i Regolamenti aggiuntivi che modificano i regolamenti sanitari internazionali. Il terrorismo è stato oggetto di discussione con la Convenzione internazionale per la repressione del finanziamento del terrorismo. In materia di diritti umani sono stati presi impegni in diverse direzioni, attraverso la Convenzione sui diritti dei bambini, la Convenzione di Ginevra relativa alla protezione delle persone civili in tempo di guerra, la Convenzione di Ginevra relativa al trattamento dei prigionieri di guerra, la Convenzione contro la tortura e altre pene o trattamenti crudeli, inumani o degradanti, la Convenzione sulla prevenzione e la repressione dei crimini contro le persone protette a livello internazionale, compresi gli agenti diplomatici e la Convenzione sullo status dei rifugiati.

La strada verso il disarmo è stata intrapresa attraverso il celebre Trattato di non proliferazione delle armi nucleari, accompagnato dal Trattato globale sul divieto di test nucleari e dal Trattato sulla proibizione delle armi nucleari. A questi aggiungiamo la Convenzione sul divieto di utilizzo, stoccaggio, produzione, trasferimento di mine antiuomo e sulla loro distruzione , la Convenzione sul divieto di sviluppo, produzione, stoccaggio, uso di armi chimiche e sulla loro distruzione e la Convenzione sui divieti o sulle restrizioni all’uso di alcune armi convenzionali considerate eccessivamente dannose o aventi effetti indiscriminati.

La S.S. ha inoltre sottoscritto lo Statuto dell’Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica. Oltre a Convenzioni, Protocolli e Trattati, la diplomazia pontificia partecipa alla vita internazionale attraverso 41 tra programmi, Organizzazioni ed Organismi Intergovernativi come membro o osservatore. Rilevanti sono le partecipazioni a: Onu, Oms, Osce, Omc, World Food Program.

La S.S. è anche impegnata con l’Organizzazione per la liberazione della Palestina. Si stabilirono contatti nel 1994, ci fu poi un’evoluzione con l’Accordo fondamentale (15/02/2000). Probabilmente di maggiore importanza è l’Accordo tra la Santa Sede e lo “Stato di Palestina” (si parla chiaramente di Stato di Palestina), in cui si riafferma il postulato di 2 popoli – 2 nazioni. L’intento definitivo è quello di arrivare ad una pace duratura nella regione.

Gestione dei conflitti a livello internazionale.

L’autorevolezza diplomatica della S.S. ha assunto una sua forma durante i secoli e ha avuto anche un notevole impatto attraverso la mediazione tra gli Stati. Alcune delle operazioni più rilevanti durante il papato di Leone XIII (1878-1903) furono1: l’arbitrato tra Germania e Spagna sulle isole Caroline (1885); l’intervento tra Inghilterra e Portogallo sulle frontiere del Congo (1890); sempre sulle frontiere tra Perù e Ecuador (1893); la mediazione tra Inghilterra e Venezuela sulla Guyana (1894); l’arbitrato tra Haiti e la Repubblica Dominicana sulla delimitazione delle frontiere (1895); l’appello all’Imperatore etiope Menelik per i prigionieri italiani di guerra (1896); l’intervento per la questione cubana tra Spagna e Stati Uniti (1898); la disputa tra Cile e Argentina sulle frontiere (1900-1903).

Piu in là negli anni sono state affrontate diverse problematiche dalla S.S., queste hanno coinvolto Colombia e Perù nel 1905; Brasile e Perù dal 1909 al 1910; Argentina, Brasile e Cile nel 1914; Cile e Argentina dal 1978 al 1984.

Inoltre è necessario ricordare la mediazione di Papa Giovanni XXIII sulla crisi dei missili di Cuba, la partecipazione alla Conferenza di Helsinki nel 1975 e l’intervento di Papa Bergoglio per il disgelo tra gli Stati Uniti e Cuba.

Meriterebbe un’analisi a sé il discorso sulle Crociate. Dall’ XI al XIII secolo i popoli cristiani europei dichiararono guerra ai musulmani. Segnali di conflitti futuri erano già ben visibili a partire dal IX secolo con Papa Giovanni VIII a favore della lotta nell’Italia del sud contro i Saraceni, lotta che esplose con più ampie dimensioni.

Conclusioni

L’evoluzione della diplomazia pontificia nella storia è cambiata molto. In questa analisi non ci siamo spinti oltre le crociate, ma è già chiaro come da lì sia mutato l’approccio alla conflittualità (senza avere a disposizione una propria territorialità sovrana fino al 1929), diventando sempre meno bellicoso a favore di un maggior spirito risolutivo. È da sottolineare come lo scenario internazionale sia cambiato con la scoperta delle Americhe, con il trattato di Vestfalia (1648), la Rivoluzione francese, la nascita del Regno d’Italia, la nascita e la fine del bipolarismo.

Non solo, le spinte per una maggior coesione tra i popoli ed un minor revanscismo (nonostante ancora ci siano oggi grandi questioni irrisolte) hanno condotto, insieme alla nascita di organizzazioni internazionali e a nuove pressioni sociali, allo spostamento dell’attenzione anche verso obiettivi che accomunano l’intera umanità come il cambiamento climatico. È anche da considerarsi che oggi, forse, la forza che la Chiesa Cattolica esprime attraverso i suoi seguaci (circa 2,3 miliardi) sia diminuita a causa di una vita sempre più frenetica e meno dedita alla spiritualità. Inchieste sugli

abusi sessuali perpetrati negli anni (il caso francese) non aiuta ad attirare i fedeli. Potrebbe anche darsi che eventi simili siano accaduti in passato, ma senza la tecnologia odierna.

Ad oggi, e per qualche altro decennio, pare che il Cattolicesimo rimarrà ancora la religione più diffusa, ma i bassi tassi di natalità occidentale e la forte crescita demografica sia in Medio Oriente che Africa annunciano un’inversione di tendenza. L’islam sembra destinato ad avere un numero superiore di seguaci e chissà quali saranno le conseguenze. Una nuova età di cruenti conflitti religiosi potrebbe essere alle porte, un esempio di ciò che potrà essere è stato analizzato. Il resto è ancora da vivere e descrivere.