Inceneritore, Marini dice no a Gualtieri

L'ex Sindaco di Albano rompe il silenzio dem e squarcia il velo sulle spaccature del centrosinistra sul tema rifiuti a pochi mesi dalle elezioni regionali

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Nicola Marini eletto Presidente Anci Lazio

Fino ad oggi dal Partito Democratico di Albano e dei Castell Romani era giunto un silenzio assordante, quasi imbarazzato, rispetto alle non decisioni della Regione Lazio, ed alle decisioni di Roma Capitale, sul tema della gestione dei rifiuti e dell’installazione dell’impianto di incenerimento in zona Santa Palomba.

A rompere pubblicamente questo silenzio è stato Nicola Marini, che non è soltanto l’attuale Presidente del Consiglio Comunale di Albano, città della quale è stato Sindaco per 10 anni, ma ricopre anche l’incarico di Capogruppo dem in Città Metropolitana. Parole di chiara contrarietà alle politiche di Roberto Gualtieri le sue, che raccontano di un clima non idilliaco all’interno del Pd, anche alla luce delle prossime elezioni regionali, dopo la bruciante sconfitta delle politiche.

Questo il pensiero di Marini, affidato ai social: “Era il 2007 quando per la prima volta ho affermato la mia totale contrarietà a un impianto di incenerimento, in particolare quello previsto a Roncigliano. Siamo nel 2022 ed ancora siamo costretti a discutere ed a contrastare l’incenerimento dei rifiuti, questa volta per un impianto che Roma vorrebbe costruire al confine con il nostro territorio, zona Santa Palomba, a più di venti km dal Grande Raccordo Anulare.

Con questa posizione di netta contrarietà sono intervenuto nel pomeriggio di ieri alla seduta del Consiglio del IX Municipio.

Invece di impegnarsi con convinzione verso l’aumento della raccolta differenziata, come hanno fatto in questi anni i Comuni di Albano Laziale e Pomezia, Roma pensa di risolvere i suoi problemi bruciando i rifiuti. Roma, con il suo

perenne stato di emergenza – e anche qui dovremmo aprire un capitolo a parte su cos’è emergenza se ormai da anni, in maniera stabile, non si riesce a intervenire per invertire la rotta – ora ha deciso di risolvere i suoi problemi in modo semplicistico oltre che sbagliato.

Con la costruzione dell’inceneritore la Capitale, dopo aver utilizzato, secondo noi in maniera illegittima, la discarica di Roncigliano ora vuole continuare a scaricare i suoi problemi sulla provincia, in particolare sul nostro territorio.

Un impianto che brucia il rifiuto “tal quale” senza trattamento preventivo, metodo vietato dalla normativa ambientale. Un impianto che non è previsto nella programmazione regionale. Un impianto che, oltre ad essere anacronistico, porterà problemi da ogni punto di vista, diretti e indiretti. Ci sarà un aumento inevitabile dell’inquinamento e del traffico. A pagare sarà un territorio che per anni si è impegnato nella raccolta differenziata, con risultati ottimi.

La decisione di Roma è una decisione miope, sul piano amministrativo, sul piano tecnico e sul piano politico. La tecnologia ed i finanziamenti europei vanno in altre direzioni. I rifiuti devono essere considerati una risorsa e come tali vanno trattati. Di certo non bruciandoli, ma utilizzando sistemi ed impianti che vadano verso il loro completo recupero”.