Incontri, Giovanni Libero “Anzio, la mia nuova patria”.

Intervista all’ex segretario nazionale Cisl edili Giovanni Libero: “Dopo una vita nel sindacato, provo a dare un contributo di idee ad Anzio, la mia nuova patria”.

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Giovanni Libero

Giovanni Libero: “Dopo una vita nel sindacato, provo a dare un contributo di idee ad Anzio, la mia nuova patria”.

Intervista all’ex segretario nazionale Cisl edili da 3 anni residente ad Anzio.

Giovanni Libero non è nato ad Anzio, anzi ci risiede da poco meno di tre anni, ma non per questo non se ne è innamorato, come tante persone che hanno conosciuto la città di Nerone, per motivi turistici o semplicemente perché amanti del buon mare, del buon pesce e del buon sole.

Del resto, a 78 anni ( gli stessi del neo-presidente eletto degli Usa, Joe Biden)  e una vita passata nel sindacato, in particolar modo nel ruolo di segretario nazionale dei lavoratori edili per la Cisl, Libero ha decisamente voglia di dare un suo contributo di idee alla sua nuova città.

Dopo una vita nel Sindacato, lei ora si trova a vivere i suoi giorni da “pensionato”, nella città di Anzio. Che impressione le ha dato la sua “nuova città”?

Anzio è la città della giusta  riflessione senza l’ansia dell’immediato ed è un luogo  capace di suscitare  interessi nella vita politica, nella cultura, nell’ambiente.

Per me,  poi, che sono nato a Napoli, la riconquista del mare è un qualcosa a cui non sono più disponibile a rinunciare.

Certo nei mesi estivi, nelle festività canoniche, la città è conquistata dal turismo in parte becero, caciarone, disturbatore, ma anche portatore di economie attese, visto che Anzio vive di ristorazione, di balneazione, di struscio.

Superato quesiti periodi, si torna alla normalità e Anzio si apre al piacere calmo e affettuoso di chi l’ammira”;

La sua esperienza nel dialogare e intercedere tra interessi contrapposti le ha permesso di conoscere meglio il tessuto sociale e economico del nostro Paese, in particolar modo in quello dell’edilizia. Che “fotografia” ha del tessuto sociale ed economico di Anzio e più in generale del litorale romano?

Il settore edile è caratterizzato da una miriade di piccole aziende, anche artigianali. Risponde cioè in modo elastico alle crisi crescendo di investimenti e di occupazione quando servono interventi, impoverendosi quando invece il mercato edile e non solo quello abitativo, diminuisce.

E’ un settore che necessita di programmazione e di finanziamenti pubblici, e questo non accade con facilità e tanto meno ad Anzio.

Alcuni lavori sono stati avviati ma non danno la sensazione di essere parte di un programma, di perseguire una idea di programma edilizio, a me sembra rispondano a necessità lungamente rinviate, finanziate con risorse raccogliticce e comunque fuori da qualsiasi schema urbanistico recepibile dai cittadini.

Il cuore economico di Anzio e del litorale è il mare, è la pesca, è la ristorazione e dunque tutto gira intorno al porto, agli arenili, alla cucina.

Va bene per un pensionato come me, per gli interessati a queste attività economiche, ma, mi domando, i giovani, le nuove famiglie, che prospettive locali hanno?

E’ questo un problema che non mi pare all’attenzione del Comune e di questo Sindaco molto attento a curare una perpetua campagna elettorale”;

L’emergenza legata alla diffusione del COVID ha fatto si che alla questione sanitaria si affiancasse quella legata alla crisi economica (che comunque non è che prima non ci fosse..). Ad Anzio recentemente, vi è stata una manifestazione degli operatori della ristorazione per protestare contro le misure restrittive prese dal Governo per cercare di far calare i contagi. Come ne uscirà l’economia di questa città, quando tutto questo sarà terminato?

Stando a quanto ho potuto osservare nei mesi iniziali della pandemia, l’economia di cui parlavamo prima, la sua capacità di adattamento, l’uso dei mesi vuoti come preparazione di quelli pieni, ha attutito i problemi legati alle limitazioni di movimento dovute al COVID.

E’ difficile andare oltre, il comune affronta il problema COVID come se non lo riguardasse, si limita a criticare e ad applicare i provvedimenti emanati dal Governo e dalla Regione.

Sarebbe opportuno rilevare e rendere noto quanti sono i cassintegrati, i nuovi disoccupati, i lavoratori stagionali, quelli occasionali e non solo in riferimento alle economie sopradette, ma a tutta l’attività produttiva ed economica che riguarda le località del litorale anche perché tutto questo  permetterebbe di capire e di agire con maggior pertinenza e richiederebbe l’assunzione di responsabilità anche dirette del Comune sulle priorità e sulle destinazioni del bilancio.

Il Sindaco De Angelis, dice spesso attraverso i suoi canali informativi che preferisce muoversi nell’ombra, attraverso rapporti opachi, portando a casa risultati; può essere anche una strada proficua  ma siamo sicuri che l’impegno risponda alle necessità prioritarie degli Anziati?

Meglio sarebbe se avviasse pratiche di partecipazione proponendo una gestione unitaria che coinvolga, con il dovuto rispetto dei ruoli e delle responsabilità, l’opposizione e le forze sociali, pur presenti nel suo Comune”;

Se si trovasse nei panni del Sindaco di Anzio o di Nettuno, in tempi come questi,quale sarebbe il primo provvedimento che prenderebbe per dare un segale di ottimismo alla propria popolazione?

“Come dire; ad ognuno il suo.

Ciò detto non mi sottraggo alla domanda e rispondo come abitante di Anzio.

Vorrei un Comune “umano”, che stia fra la gente capace di far percepire la centralità dell’uomo al   di sopra degli interessi economici.

Vorrei la definizione  in modo strutturale di  una nuova politica fiscale che rendesse vantaggiosi gli investimenti per il territorio.

Ma prima di ogni cosa se oggi fossi  Sindaco imporrei a me stesso e ai miei assessori di mostrarsi  con le mascherine nelle uscite pubbliche, sui media e sul sito istituzionale , indicherei i limiti da rispettare, migliorerei  i controlli e in questo modo farei sentire Anzio una città sicura ai propri cittadini e a chi viene da fuori. Forse non è un gran provvedimento o una grande idea ma è sicuramente una necessità in un mondo in cui invece di essere tutti uniti contro il virus ci si divide tra no mask e  si mask, tra negazionisti e non e così via….”.