Indagini insospettabili di Achille Campanile

Indagini insospettabili: asparagi e immortalità dell’anima. Quale rapporto?. Un racconto dello scrittore Achille Campanile

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Indagini insospettabili: asparagi e immortalità dell’anima. Quale rapporto?

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Gli asparagi e l’immortalità dell’anima

Non c’è alcun rapporto fra gli asparagi e l’immortalità dell’anima. … Gli asparagi si mangiano, mentre l’immortalità dell’anima no. Inconfutabile, spiazzante nella sua dichiarazione dell’ovvio, dissacrante nel proporre al lettore una simile sagace deduzione con la serietà di uno scienziato che ha appena scoperto qualcosa di incredibile. Gli asparagi e l’immortalità dell’anima, titolo di un racconto che dà il nome all’omonimo libro edito da Rizzoli nel 1974, è l’ennesima dimostrazione di quanto con la parola si possa spaziare tra l’assurdo e l’infinitamente saldo in pochi millesimi di secondo. Achille Campanile raccoglie in questa perla di letteratura italiana trentotto racconti, scritti tra il 1925 e il 1974, in una sorta di esperimento che mette alla prova prima di tutto se stesso: è possibile notare sia la coerenza stilistica sia l’evoluzione tematica dello scrittore, che riesce a dare una forma organica ad una serie di produzioni che attraversano sessant’anni. L’ottica deformante, sempre predominante nell’opera campaniliana, riesce in fondo a superare la surrealità di un postulato e dissertare, con la stessa sicumera di un allievo hegeliano, sull’astratto per eccellenza e il frutto della terra, estremo baluardo della concretezza culinaria, naturale, biologica. Quest’ultimo è «ottimo lessato e condito con olio, aceto, sale e pepe», mentre l’altra «appartiene al mondo delle idee». Nulla di più distante scontato, eppure nessuno ne aveva parlato prima (l’autore, anzi, nota come siano state scritte molte più opere sull’anima che sugli asparagi, e nessuna che si occupi di una comparazione tra i due estremi prescelti). Soltanto un genio come Achille Campanile poteva mettere in riga lettori e critici, ammiratori e detrattori, curiosi e osservatori, facendoli trovare tutti d’accordo sulla sua impeccabile conclusione logica e impegnandoli a riflettere, con o senza sorriso, su un accostamento che rappresenta ancora una volta l’enorme potenzialità della parola, con i suoi effetti incredibili nella sua dimensione di assoluta dignità. È una vera e propria indagine, condotta con scrupolo da Campanile, chissà da quale ispirazione, e con un iter che non ha nulla da invidiare ai protocolli laboratoriali. «Per concludere e terminarla con un’indagine che la mancanza di idonei risultati rende quanto mai penosa, dobbiamo dire che, da qualunque parte si esamini la questione, non c’è nulla in comune fra gli asparagi e l’immortalità dell’anima». Fine e principio, null’altro a aggiungere. O forse troppo. Del resto Campanile è una miccia che dà il via ad un’esplosione di idee e pensieri. La “Campaniliana”, organizzata dalla Fondazione di Partecipazione Arte & Cultura, si propone di riscoprire la figura di Achille Campanile con edizioni tematiche, annuali, che comprendono il Premio Nazionale Teatrale e una serie di convegni e iniziative. Per ciò che riguarda il Premio 2020, le iscrizioni sono aperte: in ballo l’assegnazione di un premio dell’importo di € 1.500,00 da attribuire ad un’opera teatrale inedita, di genere umoristico e redatta in lingua italiana. Oltre a ricevere il premio in denaro, l’opera vincitrice avrà l’opportunità di essere messa in scena da una compagnia teatrale scelta tra quelle iscritte alla UILT, nella stagione teatrale 2020/2021, presso il Teatro Artemisio Gian Maria Volonté a Velletri. Il plico postale, completo dell’intero contenuto richiesto dal bando consultabile integralmente su www.campaniliana.it, dovrà essere indirizzato a: Fondazione Arte e Cultura Città di Velletri – Premio Nazionale Achille Campanile – c/o Segreteria del Sindaco – Palazzo comunale. P.za Cesare Ottaviano Augusto n.1 – 00049 Velletri (RM) e dovrà essere recapitato entro e non oltre il 15 luglio 2020.