Interrotto evento pro-vita a Frascati

Il convegno pro-vita promosso dal Movimento per la vita di Frascati coordinato da Massimo Gazzaneo è stato interrotto sabato 19

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Interrotto evento pro-vita a Frascati

Sabato 19 gennaio si è svolto in maniera tumultuosa un evento organizzato dal Movimento per la Vita di Frascati sul “Il ruolo del volontariato nella difesa e promozione della vita umana”. I relatori, tra gli altri Massimo Gazzaneo e Monsignor Raffaello Martinelli sono stati interrotti da una delegazione di Non una di meno Castelli. Sono intervenuti anche Carmelo Pandolfi, Francesco Cammareri e Chiara Chiessi oltre che il Sindaco Roberto Mastrosanti e l’Assessore alla Cultura Emanuela Bruni per portare il proprio saluto istituzionale.

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Interrotto evento pro-vita a Frascati

Durante il convegno “Il ruolo del volontariato nella difesa e promozione della vita umana”, il responsabile del Movimento per la Vita di Frascati Massimo Gazzaneo ha annunciato che verranno attivate “tutte le procedure utili e necessarie per la realizzazione dei due progetti illustrati sabato scorso: la realizzazione di una “culla per la vita” per neonati abbandonati presso l’ospedale di Velletri, l’unico nella nostra zona, oltre al recente policlinico dei Castelli, ad avere il reparto di neonatologia e maternità; l’accesso dei nostri volontari nei consultori della ASL RM 6, per una completa e corretta informazione nei confronti delle coppie e delle donne che vi si rivolgono per una eventuale interruzione di gravidanza”. 

“Sai cosa è accaduto sabato 19 gennaio nella “Sala degli Specchi” del Comune di Frascati?
A distanza di un anno, l’amministrazione frascatana non perde occasione per ospitare in una delle sale comunali un incontro promosso dal Movimento per la Vita di Frascati, dal titolo “Il ruolo del volontariato nella difesa e promozione della vita umana”.

L’incontro è stato organizzato dall’avvocato Massimo Gazzaneo, in qualità di responsabile del Movimento per la Vita e come delegato del Sindaco di Frascati al Volontariato, in collaborazione con il Vescovo della diocesi.

Si chiama Movimento per la vita, ma a questo punto dovremmo chiederci: quale vita? E per la vita di chi? Di certo non quella delle donne perché il Movimento, che si dichiara pronto alla difesa della fantomatica “vita” di un feto alla dodicesima settimana di gestazione, allo stesso tempo si schiera contro la libertà delle donne di abortire; libertà garantita legalmente dalla legge 194, frutto delle lotte di migliaia di donne negli anni ’70.
Eppure, c’è chi evidentemente vorrebbe riportare le lancette dell’orologio all’epoca delle “mammane”, degli aborti clandestini che hanno provocato la morte di un gran numero di donne nella nostra storia e che ancora continuano ad uccidere in tutti quei Paesi in cui alle donne non è consentito di disporre liberamente del proprio corpo e di scegliere in modo autonomo della propria vita.

Negare il diritto all’IVG (interruzione volontaria di gravidanza) non impedirà alle donne di abortire: trasformerà l’aborto in un privilegio di classe, un lusso che poche si potranno permettere, pagando medici che privatamente acconsentiranno a praticarlo o decidendo di migrare altrove. Per tutte le altre la soluzione sarà una soltanto: abortire clandestinamente.

Davvero si vuole ridurre il numero di IVG? Allora pensiamo ad una seria educazione sessuale nelle scuole, ad un accesso libero e gratuito alla contraccezione, al potenziamento dei consultori.

La crociata fondamentalista dei movimenti per la vita è animata dall’odio per le donne. L’obiettivo non è la difesa della “vita”, un principio sacro quanto astratto, ma infiltrarsi nei nostri consultori laici, criminalizzare le donne per sottrarre loro potere e controllo sulla riproduzione e trasformarle in strumento procreativo.

La maternità imposta è violenza. Pensiamo che la genitorialità sia una possibilità e non un obbligo. Un’opzione che ci costa cara come lavoratrici precarie, sfruttate e mal pagate. E che ci costa cara anche quando non la scegliamo, perché in Italia una donna senza figli è ancora considerata una donna “non completa”.

Rivendichiamo la libertà di scelta sui nostri corpi, il diritto di non sentirci stigmatizzate, giudicate e isolate e quello di non dover ricorrere a pericolosi metodi fai-da-te.
Le strade e le piazze stracolme di donne sono le uniche che hanno il diritto di parlare per e su se stesse.

Non i preti, non le Chiese, non lo Stato, ne’ chiunque altro.

VOGLIAMO EDUCAZIONE SESSUALE PER DECIDERE, LA CONTRACCEZIONE PER NON ABORTIRE, L’ABORTO PER NON MORIRE.
PER UN ABORTO LIBERO, SICURO, GRATUITO E DEPENALIZZATO IN TUTTO IL MONDO” dichiara nella nota Non una di Meno Castelli Romani.

“ABORTO LIBERO, SICURO, GRATUITO E DEPENALIZZATO IN TUTTO IL MONDO.

Sabato 19 gennaio le attiviste di Non Una di Meno Castelli Romani hanno contestato l’incontro, organizzato a Frascati nella Sala comunale Degli Specchi, dal Movimento per la Vita, sul ruolo del volontariato nella difesa della vita umana. Titolo assolutamente fuorviante perché il movimento Pro Life non vuole difendere la vita ma demolire i diritti delle donne, acquisti in anni di lotte, primo fra tutti quello all’interruzione volontaria della gravidanza, previsto e tutelato dalla legge 194 del 1978. Al Movimento, che richiede: “l’accesso dei nostri volontari nei consultori della ASL RM 6, per una completa e corretta informazione nei confronti delle coppie e delle donne che vi si rivolgono per una eventuale interruzione di gravidanza”, ricordiamo che la legge prevede che, per lo svolgimento dei vari servizi previsti nei consultori, siano presenti operatori titolati e professionali e chiediamo anche come si pongano di fronte alle donne, ai bambini e agli uomini migranti lasciati morire in mare. Inoltre si deve operare con massima riservatezza, essendo i dati sanitari, configurati come dati “particolari” ( Cfr. Regolamento UE 2016/679). Per questo il Partito della Rifondazione Comunista sostiene ed appoggia la contestazione delle attiviste e degli attivisti di NUdM dei Castelli Romani, che dichiarano che: “la crociata fondamentalista dei movimenti per la vita è animata dall’odio per le donne. L’obiettivo non è la difesa della “vita”, un principio sacro quanto astratto, ma infiltrarsi nei nostri consultori laici, criminalizzare le donne per sottrarre loro potere e controllo sulla riproduzione e trasformarle in strumento procreativo.” Diciamo con fermezza “No” ai movimenti Pro Life nei consultori, movimenti che attaccano l’autodeterminazione delle donne e chiediamo che l’amministrazione di Frascati spieghi il perché della delega al monitoraggio dell’albo delle Associazioni a Gazzaneo, Presidente del Movimento per la Vita di Frascati. Chiediamo alla Regione Lazio di intervenire affinché vengano garantite le leggi in vigore e vigilare sulle arbitrarie interpretazioni della 194 e della legge che istitui i consultori” dichiara il Partito della Rifondazione Comunista Roma-Castelli e Litoranea  Rosa Rinaldi-responsabile nazionale sanità PRC-SE.

Per conto del senatore Emanuele Dessì (M5S) si invia con preghiera di pubblicazione.
Grazie
MOVIMENTO PER LA VITA FRASCATI, DESSI’ : “SPECULAZIONE VERGOGNOSA”
 
“Ci sono tematiche e questioni che richiedono sensibilità e rispetto e vederle strumentalizzate da chi non ha alcun titolo, capacità o libertà di analisi per trattarle fa letteralmente schifo”. Il senatore 5 stelle Emanuele Dessì si scaglia contro il convegno di sabato scorso nella sede del Comune di Frascati sul tema della vita, organizzato da un movimento che oggi si vanta di aver attivato le procedure per inviare propri “volontari” nei consultori e in altre strutture a “sostegno” delle donne. “Ho il massimo rispetto umano per quelle mamme che, nella stragrande maggioranza dei casi, non vorrebbero mai trovarsi sul lettino di un ospedale per abortire: rispetto e vicinanza per quei papà che spesso devono condividere scelte dolorosissime. Grande rispetto umano e professionale per quei medici che “per lavoro” devono concretamente procedere con una pratica che, certamente sancita dalla legge, immagino devastante per la psiche di ognuno”.  “Nessuno – tuona Dessì -, tantomeno 4 uomini indottrinati dalla religione, ha però il diritto non solo di mettere bocca su queste scelte ma addirittura di arrogarsi il diritto fornire “sostegno volontario”, non meglio dettagliato ma evidentemente di parte, a uomini e donne che stanno per compiere una scelta così difficile, tremenda. Questa strumentalizzazione, ripeto, fa schifo ed è indegna e contro di questa ritengo lecita ogni forma di boicottaggio e contestazione. Non credo di sbagliare dicendo che nessuno degli uomini e delle donne coinvolte in vicende così intime abbia voglia di mettersi a parlare con un signor nessuno all’interno di un consultorio, è da folli solo pensarlo”. “Provo altrettanto vergognoso che due dei 4 uomini al tavolo sabato pomeriggio fossero delegati esterni del sindaco, Gazzaneo e Cammareri, e vorrei sapere se in questa veste sono stati chiamati ad occuparsi di tematiche così importanti e delicate. In questo caso mi aspetterei una presa di posizione netta da parte del Sindaco e le immediate dimissioni dei due esponenti della maggioranza” dichiara il senatore del Movimento Cinque Stelle Emanuele Dessi.

“Il Partito Democratico di Frascati chiede a gran voce spiegazioni alla Maggioranza che governa la nostra città sull’opportunità di aver ospitato nelle sede istituzionali un convegno pro life ma, oseremo dire,  anche contro le donne e contro una legge dello Stato. Una posizione, quella di chi ha protestato sabato, che non possiamo che condividere poichè nel rispetto del diritto di pensiero, simili manifestazioni, che prendono poi luogo all’interno di sedi istituzionali,  mettono in crisi l’intero sistema democratico. Il popolo italiano ha già scelto con un referendum che la pratica dell’aborto deve essere riconosciuta nei limiti imposti dalla legge e a tutela del diritto di salute di tutte le donne. La libertà di ognuno finisce laddove inizia quella degli altri. Come Partito Democratico la nostra posizione su un diritto già sancito è quindi molto chiara ed è quella che trova spazio all’interno della legge 194, una legge no pro aborto, ma nata dall’esigenza di tutelare le donne ed impedire pratiche illegali e abortifici clandestini. Una legge che sostiene con i dovuti strumenti le donne che devono ricorrere a tale scelta. Ci sembra quindi inopportuno che simili incontri vengano ospitati all’interno delle sale comunali e vengano presidiati da delegati. Il sindaco Mastrosanti prenda una posizione anche su questa che, prima di essere un questione di civilità, è una baluardo di legalità. C’è bisogno di occasioni di confronto su tale tematiche e i fatti del 19 gennaio lo dimostrano e ci prendiamo carico come Circolo Pd di Frascati di organizzare un  appuntamento che vada in questa direzione”. dichiara il Circolo Dem di Frascati.

“I diritti e le libertà delle donne, a partire da quello alla salute ed all’autodeterminazione rispetto alla propria sessualità e ad una genitorialità consapevole, sono uno specchio del livello di democrazia e civiltà di una società che aspira a bandire ogni forma di violenza sulle donne stesse. Perciò riteniamo preoccupanti i tentativi in atto sul nostro territorio di rimettere in discussione tali diritti, ed anche le leggi dello Stato che li tutelano.

La l. 194/78 è una legge avanzata ed equilibrata che come ben sappiamo sconta ancora  difficoltà nella sua piena applicazione dovute al numero elevato di obiezioni di coscienza, penalizzando  le donne che compiono una scelta già di per sé dolorosa. Il bilancio di questa legge, talvolta strumentali, ad oltre 40 anni dalla sua approvazione, è senz’altro positivo, e lo dimostra anche il costante calo delle IVG, frutto dell’azione di prevenzione ed educazione ad una sessualità sicura e consapevole.  In tal senso i Consultori svolgono e devono continuare a svolgere sul territorio un ruolo fondamentale per il sostegno delle donne e la tutela della salute, nonostante la carenza, spesso denunciata , di personale e risorse. Essi vanno quindi potenziati e rafforzati, per metterli in grado di svolgere al meglio le funzioni loro affidate, inclusa la prevenzione, a partire dalle campagne di educazione tra i giovani per la diffusione della contraccezione, alla necessaria attenzione ai bisogni delle donne migranti ( quelle che oggi più facilmente ricorrono all’IVG), ecc…ma innanzi tutto ne va salvaguardata la loro natura che come previsto si dalla legge istitutiva (l.n15/76) che è fondata sulla laicità del servizio pubblico e sul protagonismo delle associazioni di donne, così come era stata pensata dal legislatore.

In tal senso siamo da sempre impegnati come Cgil ed invitiamole Istituzioni, a partire da quelle locali, a schierarsi a difesa dei diritti delle donne e della legalità, contrastando le posizioni retrive dei movimenti pro- life, quali quelle recentemente espresse nel convegno che si è svolto a Frascati nella Sala degli Specchi che tentano di trasformare i consultori pubblici in strutture confessionali, con il rischio di aggiungere al dramma dell’IVG, una violenza morale e intrusiva, su persone che vivono un estremo momento di fragilità, indegne di un paese civile e maturo” dichiarano Claudia Bella- Segretario Cdlt Roma Sud Pomezia Castelli e Fabrizio Samorè- Segretario Generale Funzione Pubblica Rm Sud Pomezia Castelli.