Intervento di Mauro Alboresi al congresso regionale del PCI a Marino

L'analisi politica del segretario nazionale del PCI Mauro Alboresi nell'intervento tenuto al congresso regionale comunista svoltosi a Marino

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“Il Partito Comunista Italiano del Lazio è una importante realtà per il PCI. C’è spazio per il Partito per la capacità di analisi e di proposta di cui siamo portatori. Così come c’è a livello nazionale, lo stesso ruolo che mostreremo, con una scelta non casuale,  nel Congresso a Livorno. – queste le prime parole di Mauro Alboresi, segretario nazionale e garante del Congresso regionale del Lazio svoltosi a Marino, presso la SalaTeatroVittoria il 6 marzo – Fino a qui, verso la nostra assise nazionale abbiamo svolto 63 congressi provinciali e 20 congressi regionali. Questo vuol dire varie cose: che siamo una presenza non episodica e non limitati ad alcune aree del Paese. Siamo quindi consapevoli di punti di forza e di debolezza circa la nostra organizzazione e proposta, ma anche di possibilità di crescita. La realtà che ci circonda è complessa, e in verità preoccupa. Non per caso la parola chiave di questa situazione è “crisi”. Ricostruire il Partito Comunista Italiano significa dare risposta a questa crisi: che è crisi di civiltà, crisi economica e finanziaria, crisi sociale, crisi morale e crisi politica. Il nostro compito, il nostro agire questo fa: svolge analisi della realtà e propone delle risposte. In questo senso possiamo dire che siamo in pochi a farlo e che forse con la completezza che mostriamo nel farlo forse siamo gli unici. Questa guerra, ad esempio – continua il segretario nazionale – ci investe in una situazione drammatica, che può diventare più deteriorata e precipitare. Noi vediamo che la gestione dell’informazione, dei mass media circa la guerra, hanno scelto – i maggiori e la stragrande maggioranza – di essere espressione dei poteri forti. Oscurare le origini, nascondere l’accerchiamento che la NATO in quanto braccio armato di questa politica, sta operando da trent’anni, è figlia del pensiero unico. Che presenta, in ultima analisi, la non modificabilità della realtà. Così viene rappresentata la nostra attualità come una contrapposizione est/ovest, bene/male, come una naturale superiorità morale occidentale e della società capitalistica, a guida USA. Con la necessità adeguamento di una maggiore unità della UE in chiave euroatlantica e, soprattutto, indicando la Cina come il grande nemico. Per noi comunisti, per il PCI – sottolinea Alboresi – le indicazioni che scaturiscono dalle nostre analisi e riflessioni sono altre: No alla guerra; no al processo di espansione NATO nella propria ricerca di accerchiamento della Russia. No all’unità di una UE bellicista; occorre dire basta alla mistificazione e distinguere tra Governi e Popoli. Per questo il nostro No alla NATO ha una propria forza di attualità stringente. Se guardiamo in Italia a cosa convenga al Paese non ci sono dubbi. Se guardiamo in Italia a cosa propongono gli altri vediamo il marcio: è il PD che è garante dell’Euroatlantismo, dove viene ipotizzato un esercito a timbro UE, ma in chiave complementare, quindi subalterno a NATO e USA. E’ una visione che afferma il multipolarismo solo di una parte di mondo (tra l’altro la più piccola). Mentre si ignora che il multipolarismo, deve davvero fare i conti con la nuova scena internazionale e mondiale: dove la Cina, ad esempio, ha proposto al mondo la teoria della “Umanità condivisa” sola via che offre pace e salvaguardia dell’ambiente. Per questo noi siamo contro questa UE. Perché anche quando ha avuto una qualche reazione intelligente, come nel caso della risposta alla pandemia, l’ha subito riproposta come unione politico militare e politico finanziaria. No – ribadisce il segretario comunista –