Intervento sull’urbanistica a Ciampino

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piazza ciampino
Piazza della Pace a Ciampino
piazza ciampino
Piazza della Pace a Ciampino

Riceviamo e pubblichiamo integralmente un intervento del Sig. Domenico Di Pietro:

“A Ciampino, il caso Via Reverberi, che tanto occupa le forze politiche locali, ha qualche insegnamento da darci.

Dovrebbe apparire chiaro che architettura ed urbanistica, non servono solo per dare risposte ai “bisogni” di breve periodo dei vari stakeholder, oppure a creare valore per gli investitori: servono per dare spazio ai desideri della comunita’, cercando di conciliare interesse pubblico ed interesse privato. Questa dovrebbe essere la linea guida, la filosofia generale.

Questa filosofia semplice, sarebbe molto utile specie nella delicatissima area ciampinese, dove ogni intervento, dovrebbe essere fatto con il bisturi ed il microscopio e con passaggi tecnici ed amministrativi inattaccabili, soprattutto tenendo sempre presente lo scenario complessivo di una città urbanisticamente ed architettonicamente abbastanza “sfortunata”.

Architettura ed urbanistica dovrebbero significare: leggerezza, eccellenza, luminosita’, accessibilita’, sostenibilita’. Tutte queste cose insieme, fanno di uno spazio, di un quartiere e di una citta’, un luogo bello, dove le persone si sentono felici e parte di una stessa comunita’.

I processi architettonici ed urbanistici devono poi essere partecipati e condivisi dalle comunita’. Devono migliorare e non peggiorare la vita delle persone. Quando si prende in mano una matita o si vota una delibera, si devono creare luoghi capaci di entrare nella sfera emotiva delle persone. Si devono tracciare non solo linee o confini, ma anche percorsi di bellezza che restano per sempre. Si devono creare legami- e se possibile-appartenenze ed interazioni che portano a maggiore qualita’ della vita.

Bisogna avere bene presenti: canoni estetici minimi, sensibilita’ sociale e culturale e necessita’ di servizi avanzati. A Ciampino, non vogliamo vivere in squallide periferie, dove a prevalere e’ l’estetica del brutto.

Riflettiamoci ancora se possibile, e chiediamoci, se tutto questo virtuoso processo logico , lo stiamo percorrendo in pieno, in modo particolare sul “caso” Via Reverberi”.