Intervista a Fabio Iengo, ds della Lupa Castelli Romani

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Fabio Iengo, ds della Lupa Castelli Romani
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Fabio Iengo, ds della Lupa Castelli Romani

Fabio Iengo, direttore sportivo della Lupa Castelli Romani fa un bilancio di metà stagione della Lupa Castelli Romani, rispondendo alle domande di Meta Magazine. La Prima Squadra, l’unica compagine allestita per questa stagione, la prima della neonata società guidata dal presidente Alessandro Virzi, è in testa al campionato con sedici vittorie e tre pareggi ed ha nove punti di vantaggio sulla seconda in classifica.

Siete una realtà nuova su Frascati, ci parla di questa esperienza a circa sei mesi dall’inizio dell’attività agonistica?

“Veniamo dall’esperienza dello scorso campionato a Genzano con la Cynthia. Siamo venuti a Frascati perché il presidente ha degli interessi sul territorio (Alessandro Virzi ndr) e anche perché abbiamo visto in Frascati una meta dove poter fare calcio in maniera importante (con la vecchia Lupa Frascati diventata Lupa Roma). Abbiamo cercato di ridar vita a una realtà calcistica e i risultati non sono frutto di una casualità, veniamo da un lavoro con il mister e con un gruppo dirigenziale che lavora insieme da due anni. La squadra è composta al 70% circa dai giocatori con cui avevamo raggiunto la salvezza insperata in poco più di un girone. Al di là dei risultati (sedici vittorie e tre pareggi per la Prima Squadra con nove punti di vantaggio sulla seconda in classifica ndr) Speriamo che Frascati possa essere il futuro calcistico della nostra società, perché adesso condividiamo questi spazi con altre realtà di vari livelli e categorie. Avendo solo la prima squadra in Eccellenza non abbiamo grandi problemi, ma con l’ampliamento del settore giovanile per l’anno prossimo e della scuola calcio vorremmo usufruire maggiormente degli impianti di cui Frascati gode e dove ci troviamo molto bene. Ci auguriamo il prossimo anno, sperando di trovarci in un campionato di serie D, di riuscire a dare a Frascati quella visibilità a livello calcistico che merita”.

Il prossimo anno quali formazioni vorreste allestire, oltre alla prima squadra?

“Se la prima squadra arriva in serie D potremo usufruire di una juniores nazionale. Un titolo di assoluto rispetto che ci permetterebbe di creare una compagine che faccia da serbatoio per la prima squadra e che possa ospitare chi non può giocare la domenica nella squadra principale per fare gamba e minutaggio. Abbiamo mascherato con i risultati queste problematiche, ma la juniores sarà un fiore all’occhiello della prima squadra e il settore giovanile assieme alla scuola calcio che abbiamo intenzione di allestire, potrà creare quel bacino di utenza che Frascati merita”.

Quali sono gli investimenti che la società vuole sostenere per rinforzare la prima squadra e gettare le basi per il prossimo anno?

“E’ presto per parlare del prossimo anno in termini tecnici. Il calcio ci ha abituati a degli addii ed a nuovi cicli sia tecnici e dirigenziali. La nostra speranza, come gruppo di lavoro, è di lavorare ancora insieme e bene. Per quanto riguarda i progetti futuri, i titoli per il settore giovanile sono stati anche volutamente lasciati in disparte, perché erano tutte categorie provinciali che poco si addicevano al livello di società pensata dal presidente Virzi. Il prossimo anno, in vista di una fusione con un settore giovanile oppure acquisendo dei titoli regionali, potremmo avere qualcosa in più su cui lavorare, una base di partenza diversa”.

Ci sono delle trattative in corso per l’acquisizione di qualche settore giovanile?

“Noi abbiamo delle partnership non dichiarate con società amiche affiliate, che lavorano molto bene sul settore giovanile. Non è escluso che non possa diventare un’unica realtà a Frascati.

Quali sono i vostri rapporti con il Comune di Frascati?

“Ci sono rapporti cordiali e di reciproco rispetto. D’altra parte le aspettative del Comune di Frascati sono di avere uno sport di qualità, perché viene da una tradizione nei vari sport eccelsa. Speriamo di diventare un fiore all’occhiello e di essere considerati come tale. I rapporti d’altronde si costruiscono con il tempo, conoscendosi, e speriamo che quest’anno sia servito come biglietto da visita per il presidente e per tutti noi per acquisire la credibilità per fare sport in maniera produttiva sul territorio”.

Com’è il vostro rapporto con la città? Come siete stati accolti?

“Noi abbiamo un handicap, non abbiamo fidelizzazione con le famiglie ed anche con gli stessi tesserati della società. Non avendo altre categorie non abbiamo un seguito che sia veramente nostro. Quando ti insedi in un territorio con un nome Lupa Castelli Romani, che entra quest’anno a far parte dello sport frascatano, devi anche capire che il tifoso della Lupa Frascati si è sentito un po’ orfano della sua vecchia realtà. Quindi magari adesso vorrà capire quello che vogliamo fare noi nel futuro, sperare che non siamo una realtà estemporanea che da qui all’anno prossimo porta via questo titolo”.

Avete in serbo di organizzare qualche iniziative per coinvolgere il pubblico e farli diventare vostri tifosi?

“Noi abbiamo un gruppo di 15-20 ultras che ci segue sempre, che talvolta sono venuti con noi in pullman quando non sono riusciti con mezzi propri a raggiungere le località dove giochiamo. Questi ragazzi vanno elogiati e speriamo di fare qualcosa di più come pubblico, perché la squadra meriterebbe un palcoscenico come quello che sta vivendo la Viterbese. Speriamo di portare più gente possibile allo stadio perché lo meritiamo”.