“Ipotesi Metaverso”, chiedi al futuro

A Palazzo Cipolla sedici artisti del passato e sedici contemporanei coniugano storia e innovazione attraverso una mostra davvero singolare

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Un percorso di 15 ambienti multimediali – e multisensoriali – tra storia e innovazione, che attraversano i secoli dal Barocco al Duemila, passando per l’oggi.
A Palazzo Cipolla, a Roma, la mostra “Ipotesi Metaverso”, fino al 23 luglio prossimo, avrà il compito di far vivere, in modo innovativo, un percorso storico che parte dal ‘600 e arriva ai giorni nostri, ai giorni della, cosiddetta, realtà aumentata.

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Come? Attraverso 32 artisti (16 maestri e 16 contemporanei) che aiuteranno i visitatori a immergersi in una dimensione spazio/temporale particolare, in un dialogo costante tra arte fisica e arte digitale, contemplazione ed immersione, intimità e condivisione.
Dallo storico Palazzo in via del Corso si potrà salpare per un viaggio avventuroso tra filosofia digitale zen, tecnonatura, A.I., sculture blockchain e l’utilizzo di visori ad hoc. Un viaggio in cui lo spettatore (“attore protagonista”, in un continuo gioco di rimandi) potrà vivere un evento tra i primi del genere, voluto dal deus ex machina della Fondazione Terzo Pilastro Internazionale, Emmanuele Emanuele, che, per questa sede, ha già realizzato 59 mostre in circa 20 anni.

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“Ipotesi Metaverso”, come spiegato dai curatori è, “un’idea, nulla di certo…”, ma, chiamando a esporre giovani artisti internazionali, potrebbe dare contezza di una visione innovativa, se non rivoluzionaria, della direzione che l’arte sta prendendo, in linea con quanto già realizzato a Palazzo Cipolla, che si configura sempre di più come un “avamposto” dell’arte contemporanea della Capitale.
D’altra parte, visto che si convive – e si conviverà – con le nuove tecnologie, per non farsi sopraffare, bisognerà imparare a sfruttarne le potenzialità. Proprio come in questa occasione, allorché tutti potranno tuffarsi nella dimensione phygital (tra opere classiche e quelle site-specific), per connettersi al passato collegandosi al futuro, muovendosi in un presente visitato con “occhi” diversi.
L’itinerario nel Metaverso muove dalle “Carceri” di Piranesi per proseguire nelle architetture illusionistiche del film d’animazione 3D di Dupond e Teho Teardo. Quindi, ci si altalena (propriamente) in un vortice cittadino ipnotico, mentre un’opera d’arte nativa digitale e un capolavoro fanno capolino tra sculture, pitture e visori per esplorare una metropoli. Poi, Boccioni vs una performance di moltiplicazione sensoriale su musica: insomma, un cammino immaginifico e sorprendente il cui focus resta l’Arte nelle sue multiformi espressioni. Con: Maratti, Pozzo, Balla, Depero e de Chirico, Escher, Paolini, Zelli, Braga, Chaplin, Crespo, De Filippi, Kim, Solmi e Yoldas, e tanti altri.

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Ogni spazio del Palazzo romano appare come un “mondo” a sé: qui, immagini digitali prendono corpo improvvisamente, fra poesie generative e opere interattive, definendo spazi sempre diversi. Ma la dimensione ipertecnologica del Metaverso non si sostituirà mai alla vita reale: opere d’antan coesistono con quelle immersive in un rapporto equilibrato, e, anche se in questa sorta di laboratorio futuristico si offre un’esperienza certamente spiazzante, “Ipotesi Metaverso” spinge a guardare al futuro con fiducia, dimostrando la necessità di coniugare la tradizione con il nuovo che avanza. Perché, alla base di ogni opera umana del bello, c’è un sentimento universale e immutabile, che trascende le epoche: la volontà di creare qualcosa che resti.
La mostra, a cura di Gabriele Simongini e Serena Tabacchi, è promossa dalla Fondazione Terzo Pilastro Internazionale ed è realizzata da Poema SpA.
Info: https://www.fondazioneterzopilastrointernazionale.it/project/ipotesi-metaverso/

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