Ispirazione, dall’osservazione alla constatazione

Articolo della nostra Sabrina Casani Ispirazione sull'osservazione, analisi, tecnica, sperimentazione e infine constatazione

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ispirazione
Ispirazione

Ispirazione

Osservazione, analisi, tecnica, sperimentazione e infine constatazione.

Sembra una struttura altamente efficace, così come è vero che molte opere d’arte sono frutto di approfondito studio, e lo studio è necessario, ma questo non basta.

Conosco molte persone plurilaureate, pozzi di scienza, famelici nell’apprendimento e il riconoscimento della loro sapienza, dedite alla vita impostata nel raggiungimento di continui schematici traguardi. Conosco computer, programmi informatici con nome e cognome, regolarmente iscritti all’anagrafe umana.

Eppure nell’anomalia nasce spesso il genio.

Con questo non dico che una cosa escluda l’altra, anzi, andrebbero coltivate entrambe, ma la conoscenza deve essere solo il mezzo atto a portare avanti un lavoro delicato come quello che è l’evoluzione dell’essere umano, in quanto essere dotato di quell’intelletto evidentemente alieno alla natura bestiale.

Prima di ogni applicazione, prima di ogni dettagliato percorso analitico che porti alla constatazione dell’idea, c’è bisogno di ispirazione.

Così succede che un piccolo dettaglio crea un effetto domino provocando l’intuizione formidabile che, approfondita, materializza l’opera unica e geniale.

Possiamo definirle coincidenze?

Secondo me sono frutto di occhi attenti, enorme fantasia e grande capacità associativa, nonché una profondità emotiva rara.

Volete sapere dove ho trovato la mia ispirazione? In un albero, l’albero sostiene i grossi rami, questi i rami più piccoli e i rametti sostengono le foglie. E ogni singola parte cresce armoniosa e pacifica”

Antoni Gaudì

Ve lo immaginate Gaudì, grande architetto spagnolo, a passeggio in un parco, che osserva un albero e da lì… ti fa la Sagrada Famìlia, quell’enorme e colossale organismo vivente tutt’ora in corso d’opera, come un albero eterno e possente che inizia e termina in ogni singola guglia, un organismo che quasi lo si vede respirare, invecchiare, rigenerarsi e crescere.

Gaudì trovò ispirazione nella natura perfetta e divina, e ISPIRAZIONE è quella scossa che insinua la mente e comincia ad evolvere, diramandosi e creando vita a sé, semi che perpetreranno nei secoli a venire ispirando a loro volta acuti e profondi osservatori.

Ci vuole coraggio, anche questo fattore è indispensabile, bisogna azzardare, uscire dal consueto ed esplorare il mondo con tutto il nostro bagaglio di turbe, fobie ed eccitamento. Ci vuole un pizzico di paura, il fremito di un’avventura, l’immaginazione e la realtà. Ci vuole sì!

E può succedere anche che, fantasticando (concedetemelo), in un bar un ardimentoso esploratore di nome Jeremiah Reynolds, cominci a raccontare i suoi temerari viaggi per mare, ammutinamenti e balene bianche enormi e bizzarre, la temuta Mocha Dick:

Un vecchio maschio bianco, di taglia e forza prodigiose… bianco come la lana”

Mocha Dick or The White Whale of the Pacific. J. Reynolds

E che poi, guarda caso, queste avventure fungano da ispirazione per il grande capolavoro di Herman Melville, Moby Dick…

O che magari quelle stesse avventure e teorie sulla terra cava di Jeremiah influenzino un conturbante scrittore di nome Edgar Allan Poe spingendolo alla stesura del romanzo”Arthur Gordon Pym”, con quel suo personale stile horror psicologico che attanaglia e insinua paure ancestrali: naufragi, assassini, terre sconosciute, cannibalismo, vite in balia del violento destino, fino al sollievo nella disperazione, nella rassegnazione dell’inevitabile fato umano.

Edgar Allan Poe, scrittore, poeta, giornalista… Ma prima di tutto indagatore dell’anima in ogni imo e oscuro cunicolo. Poe non scrive storie delineando trame e personaggi, lui entra invece nel metafisico stato di terrore… Racconta il terrore.

Le mie cupe fantasie si dissolsero in sorriso

Nel vedere il nero uccello così pieno di contegno.

-Anche se non hai la cresta – dissi

– non sei certo vile,

Bieco e oscuro e vecchio corvo dalle sponde della notte…

Dimmi come sei chiamato nell’Inferno e nella notte! –

Disse il corvo: – Mai più –

estratto da: Il corvo, Edgar Allan Poe

L’angoscia in un climax di tormento alla morte della sua amata Lenore e l’anima nera di un corvo che, appollaiato sul busto di Minerva, non risponde altro che “Mai più”, questa è la pura essenza del vuoto nella penombra di una desolata stanza, nell’oscurità della disperazione.

Poe: Semplice, analitico, essenziale e affilato.

Baudelaire ne fu affascinato, ne trasse poesia cupa e densa, perchè è così: l’ispirazione supera oceani, non ha spazio né tempo, basta una scintilla di Baudelaire e “Puf!” si può arrivare a Proust ( a proposito di tempo) che in “Alla ricerca del tempo perduto” riflette sulla memoria ritrovata “Ricordare è creare. Ri-cordare è ri-creare”.

Proust e la sua perfetta tecnica analogio-evocativa che racchiude quanto fino qui esposto.

Questa veloce e (scusatemi) poco dettagliata carrellata di personaggi è frutto di una riflessione approfondita su come un pensiero può divenire frequenza impalpabile e percepibile da chi sa captare come onda sonora l’arte, analizzandone ogni dettaglio, studiandone gli aspetti, memorizzare, ricordare per poi plasmare l’opera eterna.

Basta che un rumore, un odore, già uditi o respirati un tempo, lo siano di nuovo, nel passato e insieme nel presente, reali senza essere attuali, ideali senza essere astratti, perchè subito l’essenza permanente, e solitamente nascosta, delle cose sia liberata, e il nostro vero io che, talvolta da molto tempo, sembrava morto, anche se non lo era ancora del tutto, si svegli, si animi ricevendo il celeste nutrimento che gli è così recato. Un istante affrancato dall’ordine del tempo ha ricreato in noi, perchè lo si avverta, l’uomo affrancato dall’ordine del tempo”

Marcel Proust

Di molti altri si potrebbe parlare, ma l’attenzione, mi dicevano in passato, ha pochi minuti di autonomia e un pezzo eccessivamente prolisso rischia di dire tutto e non dire niente, come forse ho fatto oggi.

Mi rassegno e guardo dalla finestra la quercia vicino casa, chissà che non ricordi, chissà che non percepisca l’ispirazione.

Domani si studia, oggi, perdonatemi, ma provo ad ascoltare, fatelo con me.

Prossimo articolo racconteremo favole… I Fratelli Grimm e chissà cos’altro verrà associato… Mi lascerò scrivere.

Buon ascolto a tutti.