Italia e Germania, le differenze in una Messa

Il Prof. Andreassi in Zona Mista oggi racconta le differenze tra Italia e Germania nel trattamento del Covid attraverso l'esempio di una Messa a Francoforte

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Differenze Italia Germania

Una Messa. Una celebrazione religiosa è la spiegazione del grafico di confronto tra Italia e Germania. Una messa? Ma come?

In queste settimane ci siamo dati mille risposte per spiegare la differenza tra quanto accaduto in Germania e quanto accaduto in Italia, ovviamente per continuare a teorizzare che noi siamo i migliori. Nonostante i tedeschi abbiano registrato un quarto dei nostri decessi totali, con l’incidenza di 1 morto ogni 9.941 cittadini contro il dato italico di 1 morto ogni 1.824 abitanti e abbiano avuto meno contagi di noi. Il tutto con un lock down molto più soft del nostro che ha salvaguardato la loro economia. Con le scuole che sono già ricominciate. Con il campionato di calcio che ha già celebrato un paio di giornate in totale regolarità.

Le spiegazioni prodotte? Varie, variegate e variopinte. Ne riporto alcune.

Teoria 1 – La colpa è di quelli di prima – I tedeschi hanno un sistema sanitario eccellente che qui non è possibile perché in Italia veniamo da trent’anni di mala sanità.

Teoria 2 – Il complottismo -I tedeschi non danno i numeri veri dei decessi, noi sì

Teoria 3 – I poteri forti – L’Europa. Le lobby, le banche, i poteri forti garantiscono una liquidità maggiore alla Germania che all’Italia.

Teorie accompagnate da quella sordida speranza di assistere all’autodistruzione tedesca. “Vedrai i tedeschi senza lockdown come si troveranno fra un mese” Di mesi ne sono passati tre e stanno clamorosamente meglio di noi. “Vedrai adesso i tedeschi con le scuole riaperte che gli succede” Niente. “Vedrai adesso con il campionato di calcio che caos che gli succede!” Non è successo niente.

La mia teoria, invece, è una Messa. Ve la racconto.

È il 10 maggio ed a Francoforte si sta svolgendo una celebrazione religiosa in una Chiesa battista. Tra i fedeli c’è qualche contagiato. Così nel giro di qualche giorno inizia ad emergere qualche caso sintomatico di COVID legato a quella celebrazione.

Immediatamente vengono attivati i contact tracer, ovvero le persone deputate a ricostruire le linee di contagio. Le Autorità comunali tengono aggiornata la cittadinanza man mano che l’indagine epidemiologica prosegue, coinvolgendo dapprima poche decine di persone fino ad arrivare al numero complessivo di 107, la gran parte dei quali completamente asintomatici. Tra gli infettati si scopre c’è anche un bambino frequentante un asilo a Karben, vicino Francoforte. Immediatamente tutti gli alunni sono sottoposti a tampone risultando, fortunatamente, tutti negativi.

Insomma, nel giro di qualche giorno il focolaio è completamente isolato individuando tutti (TUTTI) i contagiati a partire da quell’evento specifico. Per di più mettendo il sistema sanitario in grado di intervenire tempestivamente a domicilio nel caso dei contagiati più gravi, limitando la necessità di ricovero ospedaliero e, soprattutto le complicazioni che necessitano di terapie intensive. Insomma, testare, tracciare ed isolare le linee di contagio, intervenire tempestivamente.

Volete sapere cosa sarebbe successo in Italia? In Italia avremmo sottoposto a tampone, secondo le misure adottate dal nostro Governo su indicazione dell’Istituto superiore di Sanità, solo coloro che fossero stati plurisintomatici. Coloro cioè che avessero presentato più sintomi di COVID contemporaneamente. Di quei 107 sarebbero stati 10, forse 20. Vabbè, esageriamo. In Italia ne avremmo testati trenta al massimo.

Gli altri 77, asintomatici, sarebbero stati tranquillamente in giro ad infettare altre persone, a loro totale insaputa in quanto asintomatici non individuati. Con un focolaio che si sarebbe trasformato in un incendio. In un Amen, è proprio il caso di dire.

Testare, tracciare ed intervenire tempestivamente. Dove si fa e dove si dice di farlo. La spiegazione del grafico sta tutta qui.

Ah, quasi dimenticavo. Tutto questo eccellente tracciamento la Germania lo sta facendo senza nessuna app. Il Governo ne sta sviluppando una ma senza fretta. Per fare le cose bene non c’è bisogno di aggrapparsi alla speranza salvifica di un’app miracolosa installata sul telefono su base volontaria.

La Messa è finita, andate in pace.