“Progetto Terminillo Stazione Montana atto II Ancora disinformazione e attacchi risibili al cartello ambientalista
Vola la petizione, lanciata dal CAI di Leonessa e da tutto il cartello delle Associazioni in difesa del Terminillo, contraria al progetto TSM, inutile e dannoso: in meno di una settimana è arrivata a 10.000 firme. Già bocciato due volte dai valutatori della Regione Lazio, ha assunto il ruolo di “caso limite” di speculazione sulla piccola montagna appenninica diventando un problema di interesse nazionale. Mentre aumenta il numero di associazioni che chiedono di partecipare alla causa, giunte ad essere 14, si intensifica il processo di disinformazione con attacchi infondati e risibili nei confronti delle ragioni del NOTSM, a riprova che i sostenitori di TSM2 non hanno argomenti, non hanno letto il progetto o lo hanno letto in modo “distratto” fidandosi ciecamente dei pareri entusiastici dell’ente proponente, la Provincia di Rieti, e dei comunicati prodotti da politici, sindacati e diverse, quanto variegate, associazioni di categoria. Tutto ciò emerge proprio quando i sostenitori del TSM tentano di entrare nel merito, apportando affermazioni totalmente false, ignare della materia o fuorvianti, solo per gettare discredito e inattendibilità sul cartello ambientalista. In particolare leggiamo sui giornali con meraviglia le posizioni risibili del Direttore della Scuola di Sci del Terminillo, Simone Munalli, già consigliere comunale a Rieti per 5 anni con delega per il Terminillo, il quale avrebbe potuto fare molto per equilibrare le
diverse posizioni e trovare una sintesi di partenza più condivisa, prima di questa presentazione di un ennesimo progetto sbagliato, il TSM2. Cosa che non è mai accaduta.
Ci riferiamo al recente articolo, a firma di Giacomo Cavoli, dal titolo “I falsi argomenti usati dal fronte del no”. Intervenendo in maniera fantasiosa sul tema dei faggi e sul tema dell’acqua necessaria per l’innevamento artificiale, Munalli mette in bocca agli ambientalisti
affermazioni false e confonde le argomentazioni, dimostrando scarsa competenza in materia. Munalli, stando almeno all’articolo suddetto, palesa una lettura distorta e contorta delle Osservazioni che le Associazioni hanno prodotto e inviato alla Regione Lazio in merito alla Valutazione di Impatto Ambientale. Confonde, per localizzazione e gravità, il taglio dei 17 ettari della faggeta della Vallonina (per una superficie pari a 7 volte Piazza S. Pietro) con un taglio in corso, con regolare progetto approvato dalla Regione Lazio, nella zona Arca – Micigliano. Il Bosco della Vallonina è riconosciuto dall’Europa come zona di alto pregio da proteggere (ora Zona Speciale di Conservazione) e, se si danneggiasse, si incorrerebbe a
una pesante procedura d’infrazione con sanzioni molto salate. Confonde lucciole per lanterne il maestro di sci, equiparando il taglio massiccio di boschi vetusti e di pregio, per farne ampie piste da sci, con il taglio forestale ordinario di manutenzione del bosco, per di più in altra area del Terminillo che non è la Vallonina. Quei faggi nella Vallonina sono un habitat che ha meritato la tutela in maniera prioritaria dalla Unione Europea. Gli interventi di avviamento ad alto fusto previsti comportano dei tagli, ma sono finalizzati alla conservazione del bosco stesso, non per fare piste di sci. Gli interventi del progetto TSM2 sono tagli a raso ed hanno l’obiettivo di non far nascere più i faggi nell’area tagliata. Per quanto riguarda l’innevamento artificiale – punto dolente del Progetto TSM poiché ha dei costi esorbitanti e non si capisce ancora chi lo dovrebbe sostenere – Munalli afferma che basterà che piova e che nevichi da fine marzo a fine novembre: i due bacini “di 50 metri cubi d’acqua l’uno” (sic) potranno soddisfare tutte le necessità per la raccolta idrica necessaria all’innevamento programmato, dichiara. A ciò si aggiunge quella del bacino già esistente. Insomma, perché pensare che si dovrà ricorrere a usare quella dell’acquedotto, sottolinea Munalli? In realtà Munalli pensa che bastino due nuove vasche da cantiere “da 50
mc” (così dichiara), di cui non ne conosce neanche le reali misure. Il progetto prevede sì 2 bacini ma di ben più ampia dimensione, uno (VALL’ORGANO) da 66.000 mc ed uno (MICIGLIANO-PRATO COMUNE) da 70.000 mc, per un totale di 136.000 mc, che possono essere caricati in 110 giorni, assicurando al massimo 2 interventi di innevamento artificiale
l’anno su tutte le superfici del progetto! Tutto ciò non è sostenibile né tecnicamente, né ambientalmente, né economicamente, né assicurerà al Terminillo un futuro per le prossime
generazioni. Conforta, al contrario, leggere le recenti posizioni in linea con gli orientamenti europei di sostenibilità ambientale integrata e attenzione ecologica da parte del MIBACT. Nell’atto di indirizzo concernente l’individuazione delle priorità politiche da realizzare nell’anno 2020 e per il triennio 2020-2022, sul tema turismo si precisa che massima
attenzione sarà data “all’attuazione efficace di tutte le misure previste per il settore” purché gli obiettivi del rilancio in Italia del turismo siano raggiunti “tramite una sempre maggiore integrazione tra turismo e patrimonio culturale, allo scopo altresì di valorizzare i borghi, le aree interne, i cammini e gli itinerari culturali”. Insomma, non è la monocultura dello sci che farà il rilancio del turismo dei territori. “Nota a cura di Ines Millesimi a nome del cartello delle associazioni WWF Lazio, FederTrek – Escursionismo Ambiente, Club Alpino Italiano GR Lazio, Italia Nostra – Sabina e Reatino, Mountain Wilderness Lazio, Salviamo il Paesaggio Rieti e Provincia, Postribù, Inachis – Gabriele Casciani Rieti, Altura, Salviamo l’Orso, LIPU, G.U.F.I. Gruppo Unitario per le Foreste Italiane, Pro Natura Lazio, Orso and friends.
Qui il link alla petizione
https://www.change.org/p/regio