Ius Soli, ne parliamo con il Senatore Astorre

Diamo spazio al lavoro sullo Ius Soli dei ragazzi del Liceo Amaldi di Tor Bella Monaca: oggi spazio alle domande rivolte al Senatore Astorre

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Sen. Bruno Astorre - Partito Democratico

Abbiamo intervistato il senatore del PD Bruno Astorre, per discutere con lui di uno degli argomenti oggetto delle maggiori critiche in Senato; ma anche, ultimamente, fra i cittadini. Si tratta dello Ius Soli, proposta di legge approvata dalla Camera nel 2013 e discussa in Senato da allora. 

Innanzitutto, la ringraziamo in anticipo per averci concesso l’intervista. 

“Nessun problema, mi fa piacere”;

Iniziando con una domanda semplice. È favorevole allo Ius Soli?

“Generalmente, sì. Sono favorevole alla versione “tout court” dello Ius Soli, ovvero alla versione già approvata precedentemente alla Camera, sarebbe a dire lo Ius Culturae”;

Quali conseguenze porterebbe un’ipotetica approvazione dello Ius Soli in Italia?

“Se la legge dovesse venir approvata, sostanzialmente non cambierebbe un bel niente e non accadrebbe nulla di così terrificante. La sua approvazione porterebbe solamente ad un’integrazione maggiore degli immigrati in Italia”;

Ed un’ipotetica bocciatura? 

“Beh, al contrario,  con la sua bocciatura tutti quei cittadini immigrati che risiedono in Italia da molto tempo, studiano in Italia e parlano italiano, si sentirebbero sempre più “cittadini di serie B”;

Comprendiamo. Ma passando a domande leggermente più interne al problema… Pensa che dare la cittadinanza agli immigrati comporterebbe cambiamenti alla cultura italiana, alla religione e ad altri fenomeni secondari quali alimentazione, vestiario etc…? 

“Lo Ius soli temperato, come quello oggetto del ddl S.2092, è sostanzialmente, come abbiamo già detto, uno Ius culturae, perché prevede che un ragazzo possa ottenere la cittadinanza italiana solo dopo aver terminato con successo almeno un ciclo di studi. Questo prevede che ci sia un’interazione, fin da piccoli, con la cultura italiana e favorirebbe, dunque, una maggiore integrazione. Per questo motivo, non credo che il dare la cittadinanza agli stranieri, sulla base di questo DDL, possa in alcun modo comportare cambiamenti alla nostra cultura”;

Molti credono che lo Ius Sanguinis sia già sufficiente ad affrontare la problematica dell’integrazione in Italia. Perché approvare quindi anche lo Ius Soli?

“Perché un bambino che nasce in Italia da genitori stranieri, che frequenta le nostre scuole e cresce con i nostri bambini, ha il pieno diritto di essere considerato italiano a tutti gli effetti. In America basta nascere sul suolo statunitense per essere americano. Noi crediamo che serva anche intraprendere un percorso “culturale”, se vogliamo definirlo così. Ed è proprio questo percorso che aiuta ancora di più l’integrazione, perché prevede la crescita fianco a fianco tra stranieri e italiani, rendendoli più facilmente una sola comunità”;

Dato il periodo storico e l’alto tasso d’ immigrazione in Italia, crede che sia questo il momento più adatto per approvare lo Ius Soli?

“Inutile negare che ci sia stata una esagerata strumentalizzazione politica su questo provvedimento, che ha soffiato sul fuoco della paura e anche della non conoscenza. Questo ha creato un ostacolo all’approvazione del DDL. Io, tuttavia, continuo a pensare che sia un dovere per un Paese civile approvare lo Ius Soli: ero pronto a farlo in questa legislatura, auspico profondamente che sia uno dei primi atti del nuovo Parlamento”;

Bene, signor Astorre, l’intervista è finita, e la ringraziamo per esser stato esaustivo e soprattutto paziente.

“Grazie a voi”. 

Ringraziamo anche tutti i lettori interessati all’argomento e desiderosi di approfondire la questione. 

3BL Amaldi