La Corea del Sud e le discussioni italiane sulle app

La zona mista del Prof Luca Andreassi si sofferma sul modello della Corea del Sud, la tecnologia applicata alla pandemia e il dibattito italiano

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Bandiera Corea Sud

Il 15 aprile scorso, la Corea del Sud, quel Paese che in venti giorni ha tenuto sotto controllo l’epidemia di Covid19 per intenderci, ha pubblicato una relazione su come utilizzare la tecnologia per contrastare il virus.

Con questo sottotitolo:

“Korea will play an active role to promote International solidarity in COVID 19 response. There will also be a lot of room for cooperation on COVID-19 responses”

In altri termini, un documento “solidale” scritto per condividere delle soluzioni vincenti e per aprire una cooperazione internazionale sul virus.

Insomma, siamo anche autorizzati a copiare.

Leggendo questa relazione si scopre che il punto centrale è stato lo sviluppo di algoritmi e sistemi tecnologici per prevedere i contagi nelle reti di contatti dei soggetti positivi ed isolare le linee di contagio.

Insieme allo sviluppo delle app di autodiagnosi con connessione diretta ad un sistema centrale nel caso di alterazione dei parametri, delle app dedicata ai soggetti positivi e in quarantena obbligatoria per certificare che non andassero in giro, dei sistemi di telecomunicazione per informare in tempo reale dei rischi e indicare eventuali luoghi a rischio contagio da evitare.

Ma si sono realizzati anche anche ulteriori strumenti legati alla telemedicina, allo smart work ed alla smart education.

Un centinaio di pagine con descrizione dettagliata di questi strumenti e dei loro benefici.

In estrema sintesi.

Isolamento delle linee di contagio. Attraverso test e sfruttando la tecnologia per identificare i vari contatti.

E noi qui dopo 60 giorni, chiusi dentro casa, cosa facciamo?

Discutiamo su un’app di tracciamento digitale come se stessimo per introdurre sul mercato la più grande scoperta del millennio.

Ah, sapete cosa hanno utilizzato i coreani? Google timeline, quello opzione che abbiamo all’interno di Google Maps nei nostri telefonini (verosimilmente attiva) e che tiene traccia di tutti i nostri spostamenti. Già c’è.

Mi chiedo.

Leggere la relazione dei coreani non sarebbe una buona idea?

Certo è scritta in inglese. Ma magari uno dei 600/700 esperti impegnati nelle varie task force che conoscono l’inglese si trova. Che dite?

E sbrigatevi con questa app o con qualsiasi sistema di tracciamento digitale che possa essere complementare ai test.

Test. Test and Trace.

P.S. Una sbirciatina ai numeri odierni (sabato 25 aprile ndr). No news good news è il caso di dire. Totali positivi del giorno che scendono a 2357 (tasso di crescita curva epidemiologica scende a 1.2%). Si registra una significativa contrazione degli attualmente positivi (meno 680) ed un alto numero di guariti (2622). Ancora drammaticamente tanti decessi. Sabato 25 aprile sono 415. Tanti tamponi (65.000). E finalmente sembrano indirizzarsi anche i numeri della Lombardia. Bene.