Marina ha 12 anni, frequenta la II B della scuola media all’Istituto Leonardo Murialdo di Albano Laziale, ed ha una grande passione per la scrittura:
“Quando scrivo mi sento bene, sento che sto facendo la cosa giusta, mi piace raccontare quello che mi succede e che succede intorno a me”.
Una passione che si è concretizzata nel giornalino scolastico del Murialdo: “La Voce degli Studenti”, di cui è una delle tre capo redattrici: “Sono stata io ad aver avuto l’idea, poi dopo averne parlato con due mie amiche, Francesca e Sofia, e con la Professoressa di italiano lo abbiamo fondato”.
Una giornalista in erba? “Mi piacerebbe, anche se preferisco scrivere racconti. Il mio sogno nel cassetto è fare la conduttrice televisiva. Ho iniziato a desiderare di aprire il giornalino scolastico, grazie alle serie televisive americane che raccontavano la vita degli studenti nei college, spesso qualcuno si occupava del giornale degli studenti, mi piaceva l’atmosfera della redazione, persone di età diverse tra loro, che si univano e interagivano, diventavano un’unica classe, così è stato anche per la nostra redazione, visto che tra di noi sono nate molte nuove amicizie, indiscriminatamente dall’età. Secondo me il lavoro del giornalista consiste nel, saper raccontare alle persone i fatti accaduti in maniera imparziale, senza far risultare il propio parere, in modo da lasciare capacità di interpretazione al lettore”.
Come per tutti gli studenti, anche Marina ha vissuto questi ultimi anni in modo molto particolare: per questo le abbiamo chiesto di raccontarci la sua esperienza con la didattica a distanza:
“Sfortunatamente, ho partecipato alla D.A.D. sia come bambina che come ragazza, ma per far fruttare questa mia esperienza, vi racconterò di come è stata la D.A.D., per noi che l’abbiamo subita”.
La D.A.D. per i bambini delle elementari;
“La mia classe scoprì di essere in D.A.D., la sera dell’11 marzo 2020. Fin dalla prima videochiamata sorsero svariati problemi nella gestione. Oltre al fatto che dovemmo aspettare più di una settimana per poter prendere i nostri libri dalla scuola, le lezioni duravano al massimo due ore, dove di solito la maestra spiegava poco e niente, per non parlare dei compiti! Non avendo un registro elettronico, l’insegnante scriveva i compiti alla rappresentante di classe via messaggio, poi quest’ultima lo inviava sul gruppo della classe e questo quando eravamo fortunati, perché spesso capitava che al posto del messaggio ci fosse la foto dell’agenda della mia maestra. Per non parlare di quando volevo dire qualcosa e la maestra non mi dava la parola perché non riusciva a vedermi, consideriamo in tutto questo, il fatto che la mia maestra avesse una cinquantina d’anni. Alla fine, passai tutto il secondo quadrimestre della quinta elementare in “vacanza” e di questo me ne accorsi a giugno, quando mia madre mi disse, «Tra poco finisce la scuola!», ero sicura che fosse ancora aprile e invece il tempo era volato, proprio come… in vacanza, dove però non potevo vedere nessuno se non in videochiamata”.
La D.A.D per i ragazzi delle scuole medie;
“La prima D.A.D. che feci alle medie fu molto diversa da quella che feci alle elementari e credo sia per il fatto che ormai ci si conviveva da un po’ con il virus. Facevamo sei ore di lezione come quando eravamo in presenza, e tra un’ora e l’altra c’erano dieci minuti di pausa. Se penso a quei giorni: penso agli stati di WhatsApp dei miei compagni che dicevano “Da oggi in D.A.D.”, penso alla professoressa di educazione fisica che ci raccomanda di alzarci dalla sedia e togliere gli occhi dallo schermo durante le pause, penso a quando le professoresse uscivano dalla chiamata e noi iniziavamo a giocare tutti insieme con i cellulari, penso a tutte quelle volte che non mi funzionava la telecamera, o ancora peggio il microfono, e qualche mio compagno diceva – “«piantatela di fare la finta!” – », penso a quando i professori
Non mettevano il link giusto e noi per ore le aspettavamo nella chiamata sbagliata. Tutto sommato non è stato così brutto, anche se spesso ho vissuto le lezioni con ansia: non potete immaginare quanto sia snervante non riuscire ad entrare in un link in cui gli altri sono entrati, ti senti tagliata fuori e non sai a chi chiedere aiuto. Allora mandi messaggi isterici nella chat, sperando che qualcuno li veda e dica al professore di farti entrare. A volte devi aspettare l’ora dopo e la lezione è persa. Una volta quattro nostri compagni e una professoressa risultarono positivi, e uno di quei quattro compagni era il mio vicino di banco, mamma mia che spavento! Andammo in D.A.D. Per ben tre volte, vi dico solo che per precauzione tenevo sempre una busta per portare a casa i libri dall’armadietto, poi quel periodo restrittivo passava abbastanza velocemente, anche grazie alle risate con gli amici”.
Il presente;
“Sinceramente, quest’anno avrei preferito tornare a scuola una settimana dopo le vacanze di Natale, come d’altronde anche molti miei compagni di classe, non mi andava di rischiare un’altra D.A.D., ma purtroppo non è stato così. Sono inoltre stata abbastanza felice di sapere che in quanto vaccinata, anche con due positivi in classe non sarei andata in D.A.D., so che può sembrare strano, ma portare quintalate di libri e quaderni con un corpetto ortopedico non è molto piacevole… inoltre ho notato che le professoresse si sono sbrigate a spiegare gli argomenti più difficili, per non doverli affrontare in videochiamata. Sono rimasta delusa però, nel sapere che alcuni miei compagni di classe non si vogliono vaccinare, perché questo vorrà dire che nel caso in cui ci fossero due persone positive, loro andrebbero in D.A.D., e vi posso assicurare che se c’è qualcosa di peggio del fare la D.A.D., è vedere un proprio amico in D.A.D. e non poter interagire con lui”.