La Sardegna, i Vip. Conosciamo Marella Giovannelli, giornalista e scrittrice

"Oltremare tra Incontri e Poesie" edito da Ag Book Publishing è la sua ultima produzione

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Marella Giovannelli

Giornalista, laureata in Scienze Politiche, traduttrice dal russo in inglese, ha lavorato per Agenzie internazionali.  Conosciamo Marella Giovannelli.

Ha collaborato con diverse testate e siti istituzionali. Ha pubblicato sei raccolte di poesie (L’estranea, Mareamore, Equatore celeste, Il giostraio a riposo, L’età del cuore, Il mare segreto delle stelle). Un suo lavoro editoriale è Porto Rotondo, storia di un’emozione (2004). Nell’estate 2011 ha pubblicato Fotograffiati con circa 400 ritratti insoliti di personaggi in vacanza. Nel giugno 2014 è tornata in libreria con il volume storico-fotografico Portorotondo: istanti contemporanei. Nel maggio 2016 ha pubblicato Piccole storie di Olbia dagli anni Venti agli anni Cinquanta. Il suo saggio Vita politica degli Ebrei in Russia dalla fine del 1800 al 1930, è stato stampato nel febbraio 2016. Quindici sue poesie sono inserite nell’antologia Il profumo rosa degli asfodeli (marzo 2019). Nel giugno 2022 ha presentato un’opera inedita che raccoglie composizioni in versi, racconti e foto, intitolata Oltremare fra incontri e poesie, pubblicato da AG Book Publishing. A Marella Giovannelli è stato assegnato il Premio Nazionale Alghero Donna edizione 2018, sezione Poesia.

Giornalista, come arrivi alla poesia?

Credo che, nel mio caso, sia la poesia ad essere arrivata a me e non io a lei. Il mio lavoro di interprete-traduttrice prima, e di giornalista poi, aveva indirizzato la mia attività su binari completamente diversi. Poi, a seguito di un corto circuito di emozioni, agli inizi degli anni Novanta, hanno cominciato a “galopparmi” in testa frotte di pensieri che già nascevano con forma e ritmo per me completamente nuovi. Ho sentito subito l’esigenza di fermarli, di scriverli subito prima che svanissero. Così ho cominciato a mettere su carta la voce dei miei incubi e dei miei sogni, le mie ossessioni, le mie paure e le mie speranze. Feci leggere i fogli con i miei versi liberi e sciolti, ad alcune amiche, in particolare a Marta Marzotto, Monica Vitti e Inge Feltrinelli, che d’estate frequentavano la mia casa a Porto Rotondo. Loro mi hanno spinto a pubblicarli e, da quel momento, la poesia ha conquistato un ruolo centrale nella mia vita. Sicuramente, a differenza dei miei articoli, dei libri storico-fotografici e dei saggi, i versi non nascono “a comando” e la mia testa non può certo programmarli. Arrivano quando piace a loro, sempre a seguito di un’emozione positiva o negativa ma sempre intensa e capace di scatenare una forte reazione. Un’altra particolarità è che le mie poesie sembrano essere curiosamente rispettose del mio percorso anche spirituale e quindi ora chiedono spazi nuovi rispetto al passato.

Parlaci del ruolo della tua Sardegna e del mare nella produzione letteraria 

Il ruolo della Sardegna, la mia amatissima terra e la mia prima patria, per me è essenziale. È l’aria che respiro, la storia e le tradizioni che sento mie, il mare che rappresenta una fonte continua d’ispirazione. Le nuvole e i colori del cielo sardo non smettono mai d’incantarmi come le rocce, i boschi e i tanti tesori naturalistici di questa Isola unica al mondo. Potrei tranquillamente dire che la Sardegna è la mattatrice della mia produzione letteraria, la mia Musa e una presenza dominante anche quando resta dietro le quinte.

 

Hai lavorato per agenzie internazionali che assistevano ebrei in transito a Roma. Com’è stata questa delicatissima esperienza?

È stata un’esperienza formativa di grandissimo valore perché, a metà degli anni Settanta, dopo aver ottenuto il diploma di Interprete Parlamentare e Traduttrice in Russo, Inglese e Francese, ho iniziato subito a lavorare per l’HIAS, l’Agenzia delle Nazioni Unite per i Rifugiati ebrei provenienti dalla Russia. Assistevo intere famiglie di ebrei russi che fuggivano dall’Unione Sovietica a causa dell’antisemitismo e restavano a Roma circa sei mesi prima di ricevere il visto per l’America, l’Australia, la Nuova Zelanda, il Canada. Allora eravamo in pochi a conoscere il russo; traducevo libri e articoli dal russo in inglese. Tutti i rifugiati avevano alle spalle storie dolorose di antisemitismo, di prigionia, di persecuzioni ed erano stati costretti ad abbandonare l’URSS con le loro famiglie. Alcuni avevano curricula importanti: erano scienziati, intellettuali, professionisti. Per un anno ho lavorato anche alla Ravtov, un’agenzia per l’emigrazione degli Ebrei dalla Russia in Israele, gestita da ebrei ortodossi seguaci del chassidismo. Sempre in quegli anni romani ho completato gli studi all’Università dove mi sono laureata in Scienze Politiche con una tesi sull’Antisemitismo in Unione Sovietica ai tempi di Stalin. E proprio da quel lavoro è nato il mio saggio intitolato “Vita politica degli ebrei in Russia dalla fine del 1800 al 1930”, pubblicato nel 2016.

Copertina Oltremare tra Incontri e Poesie

“Oltremare fra incontri e poesie”, edito da Ag Book Publishing. Raccontaci come nasce questa tua opera e fino a dove vuoi “arrivare” a guardare…

“Oltremare” ha riunito le mie anime pur lasciando ben distinti i binari lungo i quali si svolge la mia attività. Nel libro, che vedrà un seguito nell’estate 2023, il lettore trova sia la mia produzione poetica degli ultimi anni, sia una selezione di foto e di incontri ricchi di aneddoti, curiosità e frammenti di vite celebri. Oltremare è, allo stesso tempo, il mio lavoro più intimo e privato e quello più pubblico; custodisce i miei ricordi più belli e il mio attuale sentire nel bene e nel male. In questo libro ho voluto dare alla poesia, al giornalismo e alla fotografia un luogo d’incontro che rappresenti ciò che in realtà è successo a me.

Infine, progetti per il futuro

Sto lavorando ai contenuti del mio prossimo “Oltremare” che seguirà il filone del primo con incontri/racconti, foto e le mie nuove poesie nate tra il 2022 e l’anno in corso. Sono tutte curiosamente accomunate da un avverbio che scoprirete all’uscita del libro.