Lagrange, un errore da non commettere

I dettagli fanno la differenza nello spazio e ogni errore può causare conflitti geopolitici

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Questo articolo non sarà come tutti gli altri. L’ho pensato e realizzato sulla base di un latinismo e di una locuzione: il primo, Brevitas, perché l’articolo è breve, più del solito; la seconda, Errata Corrige, perché occorre fare chiarezza geopoliticamente parlando.

Il problema orbita attorno ai cinque punti stazionari, detti lagrangiani.

No, non è la diatriba sulla sudditanza del celebre astronomo e matematico al Regno di Sardegna (sarebbe stato curioso leggerlo nei libri di storia come Giuseppe Luigi Lagrangia) o al Royaume de France (da cui Joseph-Louis Lagrange). Nemmeno riguarda la collocazione dei suddetti punti. Non è questa la sede.

Nella geopolitica dello spazio, Lagrange (L) è sinonimo di equilibrio e le potenze che possono permetterselo bramano i punti L1 e L2. Si tratta di posizioni strategiche in quanto piazzarvi satelliti implicherebbe una serie di vantaggi fra cui la drastica riduzione del consumo di carburante, sfruttando il bilanciamento delle forze gravitazionali dei due corpi di massa maggiore, le quali agiscono sul corpo minore. Così facendo, gli oggetti ivi posizionati non si disperdono nello spazio profondo.

Ma di quali corpi si parla?

Un pubblico estraneo alla meccanica celeste fatica a comprendere i punti di Lagrange: quando prima si legge che il satellite cinese Queqiao (鹊桥: que = gazza, 桥 qiao = ponte) verrà posizionato in L2 e poi, in seguito, si viene a sapere che il James Webb Space Telescope (JWST) ubicherà nel punto di Lagrange 2, il lettore appassionato di geopolitica si interroga su quale acrobazia diplomatica abbia portato l’egemone americano a condividere una posizione strategica spaziale, dove eseguire operazioni di interesse nazionale, con la potenza emergente, diretta concorrente nonché aspirante egemone.

Quello che spesso viene omesso è il sistema di appartenenza. Ogni sistema di tre corpi ha i suoi punti lagrangiani e il malinteso riportato sopra funge da buon esempio: il satellite “ponte-radio” Queqiao costituisce il corpo minore nel sistema Terra-Luna e si colloca nel punto L2, a 455.000 km dalla Terra; il telescopio JWST invece dimorerà nel sistema Sole-Terra, piazzandosi a circa 1.500.000 km da quest’ultima. Come potete notare, si tratta di punti diversi.

In conclusione, se sulla brevitas non sento di aggiungere altro, al contrario, per quanto concerne l’errata corrige sono convinto che sia importante tenere a mente una cosa: lo spazio è ancora dominio della cooperazione internazionale, ma questo scenario potrebbe cambiare. È dunque importante iniziare a fornire una chiave di lettura spaziale di stampo geopolitico. Lo stesso lettore di prima, inizialmente confuso sulla coincidenza di L2, farebbe bene a tenere a mente una cosa: come un tempo gli istmi, gli stretti e i porti erano essenziali per delineare le strategie marittime, oggi i punti lagrangiani e i passatoi spaziali di Cole (non temete, li approfondiremo in un nuovo articolo) costituiscono la base per il futuro controllo dello spazio. Nessuna potenza ne concederebbe a un’altra l’uso, vuoi per un motivo fisico (due oggetti in uno stesso punto di Lagrange sono inevitabilmente destinati a scontrarsi) vuoi per un motivo tattico o strategico.

Citando due illustri fiorentini: “del doman non v’è certezza” quando anche nello spazio “il fine giustifica i mezzi”