Le Scuderie del Quirinale riaprono con la Superba e un grande viaggio nel suo secolo

Alle Scuderie del Quirinale Genova e il Barocco tra luci e colori

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Genova tra il 1600 e il 1750. Ovvero, la Superba nel suo secolo d’oro: 150 anni raccontati in 120 opere d’arte di assoluto valore storico-artistico.
Alle Scuderie del Quirinale di Roma, la mostra SuperBarocco. Arte a Genova da Rubens a Magnasco”, inaugurata il 25 marzo dal Presidente Mattarella, narra la parabola di una città divenuta il centro del mondo, tra capolavori e meraviglie di un’epoca. Una città che, benchè nota, resta tuttora immersa in un alone di mistero.
Lo spettatore cammina fra i giochi di luce, l’uso del colore, le forme monumentali e i sinuosi elementi decorativi che definiscono lo stile del Barocco nel capoluogo ligure. D’altra parte, quello genovese non è – solo – il Barocco comunemente definito, nato proprio nella Capitale d’Italia: è un Barocco in its way, stupefacente soprattutto per ricerca e creatività.
Per l’occasione, c’è un intero corpus eterogeneo di opere e materiali (che lascia spazio anche alla decorazione di interni) a comporre un ampio ventaglio della produzione artistica del periodo, a dimostrazione di quanto il Barocco fosse applicato a ogni campo “del bello”.
A cura di Jonathan Bober (Department of Old Master Prints-National Gallery di Washington, unico museo pubblico americano), Piero Boccardo, fra i massimi esperti mondiali in materia e Franco Boggero, storico dell’arte, l’evento consente un’immersione totale nelle atmosfere sontuose delle residenze e nelle chiese genovesi.
I ritratti di Rubens e di Van Dyck, le “affollate” tele di Castiglione, le lussureggianti composizioni di Piola e De Ferrari, i “capricciosi” paesaggi di uno degli artisti genovesi più visionari, il ricorrente impiego di materiali preziosi come il marmo di Carrara, l’argento e l’ametista: tutto testimonia l’opulenza del periodo, grazie anche a un allestimento coinvolgente, che si apre con Rubens, prosegue con Orazio Gentileschi e, passando per Strozzi, termina con Magnasco.
Un’iperbole che, dall’incipit (antesignano della “grammatica” barocca vera e propria), passa al chiaroscuro di ispirazione caravaggesca, mescolando poi lo stile di Rubens a Caravaggio; fino agli straordinari dipinti di Van Dyck per le più importanti famiglie genovesi (le cui case divennero veri e propri teatri d’esibizione della loro posizione sociale) e prosegue tra elementi naturali e audace misticismo.
Fino al momento del declino: nell’ultima sala, infatti, la veduta della città del Faro ritratta spalle al mare e con, in primo piano, un gruppo di nobili minuscoli, decretano la fine dei fasti di quella “città regale, addossata a una collina alpestre, superba per uomini e per mura, il cui solo aspetto la indica Signora del mare” cantata dal Petrarca.
La mostra è un progetto espositivo corale e condiviso, pensata per avere una prima tappa a Washington (poi declinata) e senza dimenticare Genova stessa, con l’evento a Palazzo Ducale fino al 10 luglio, oltre a una serie di iniziative allestite, in contemporanea, in diversi musei e palazzi cittadini. Dopo la fantasmagorica mostra “Inferno”, questa, annullata tre volte a causa della pandemia, resterà visitabile fino al 3 luglio 2022, e, come di consueto, sarà accompagnata da lezioni gratuite di approfondimento sul tema e da diversi laboratori per bambini.
Info: www.scuderiequirinale.it