Lettera aperta ad Articolo Uno e a Massimo D’Alema del Pci

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Movimento Democratico e Progressista
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“Cari “Sedici” eletti dei Castelli romani, e caro “Articolo Uno”, e, non ultimo, caro Massimo D’Alema; nei prossimi giorni, siamo stati informati dai quotidiani online, – su tutti “Castelli Notizie” -, che svolgerete un importante appuntamento politico a seguito del dibattito, delle divisioni e del fallimento del disegno originario del PD, proprio qui ai Castelli – inizia così la lettera aperta firmata dal Pci e da Maurizio Aversa. Voi siete tra quelli che hanno prodotto un taglio netto dal PD, da ultimi. Eppure è un taglio netto nei modi e non si esclude un “ritorno”. Ha detto D’Alema:”È tempo di promuovere una rinascita della sinistra, di ripartire dai valori fondamentali che sono quelli della democrazia, del lavoro, della difesa del lavoro, non a caso proprio il nuovo movimento si richiama all’articolo 1 della Costituzione”.” Democrazia, lavoro, difesa del lavoro. Cioè vengono richiamati valori ma non nella negazione dello sfruttamento, non nell’alveo della critica al capitalismo. Cosa vuol dire ciò? Semplicemente, ad esempio, tra un PCI, noi comunisti che ci siamo ricostituiti e che stiamo ricostruendo il PCI, e Articolo Uno, c’è una differenza grandissima di analisi della realtà. Noi crediamo che tutto quanto stia accadendo non sia una crisi momentanea (del resto è ormai datata 2008, ne vede qualcuno l’uscita?), ma strutturale, tanto da dover indicare come soluzione possibile il cambio di sistema economico-sociale. Al contrario, Articolo Uno, non propone una esatta analisi e si “acconcia” ad una analisi non detta, che è quella del “capitalismo riformabile”. In questo, credo sia giusto non solo che lo assumiate come verità data, ma anche come similitudine oggettiva, siete esattamente nella stessa posizione strategica del PD, e del PD renziano – continua così la lettera. Quindi, se possiamo, rileviamo che la grande scelta di dar vita a questo nuovo soggetto politico è irrilevante strategicamente, anche se rilevantissimo nel confronto quotidiano per scandagliare le differenze politiche immediate tra i protagonisti che decidono della vita di uomini e donne del nostro tempo. Ha sempre detto D’Alema: “Tre concetti fondamentali per una sinistra che vuole ripartire: cioè la difesa della democrazia, la difesa del lavoro e il legame con il popolo che purtroppo si è attenuato, logorato nel corso di questi ultimi anni. Noi lavoriamo per questo, per rimettere in campo un vero centrosinistra in Italia dopo che il Pd ha largamente abbandonato questi valori. Siamo ottimisti perché vediamo riscontro ad un processo per cui ci vorrà tempo e conoscerà tappe successive, ma siamo ottimisti perché è un vuoto che andava riempito”. Cioè, ha ricondotto, sostanzialmente, la novità politica ad una rottura per accusa di “tradimento” (pur senza pronunciare la parola) della linea e dei modi di essere partito. Questo – si avvia così alla conclusione la lettera aperta – nei confronti del PD come è divenuto e nei confronti di Renzi che ne è stato il demiurgo. Quindi, questa la massima critica politica attuale che rivolgiamo: lascia intatto il disegno del “centrosinistra”. Formula vuota se non la si analizza per il danno compiuto nel suo divenire. Infatti, mentre nella storia del nostro Paese, il termine “centro sinistra” ha avuto differenti ambiti storici e differente efficacia pratica; senza dubbio, quello (centrosinistra) conosciuto come si sviluppato negli ultimi quindici anni è vuoto dei contenuti della sinistra. Quindi, pur nell’ottica del gradualismo riformista, nessun sincero progressista può appellare come contenuti di sinistra alcune scelte usate come fiore all’occhiello (o, meglio, come polvere da gettare sugli occhi) per chi è attento anche ai diritti civili. Dove ricercare allora il nucleo che caratterizza i contenuti di sinistra? Li elenchiamo qui di seguito come quesiti pubblici rivolti all’assemblea convocata ai Castelli romani e, se vorrà, allo stesso Massimo D’Alema che potrà rispondere: 1. Centrosinistra, può avere il contenuto della sinistra, solo se in modo netto si dice che tutte le politiche che hanno teso a smantellare lo stato sociale, sono state e sono contro i lavoratori. Articolo Uno condannerà ora quelle politiche e farà autocritica per averle sostenute? 2. Tutta la politica economica – in un intreccio tra smantellamento della capacità produttiva italiana, e svendita dell’intervento pubblico in economia – ha risposto solo a disegni extranazionali, coincidenti con gli interessi del capitale economico e finanziario del capitalismo statunitense e del gruppo Bildeberg. Articolo Uno è ora d’accordo con la sovranità nazionale e con la condanna del capitalismo di rapina? 3. La difesa della democrazia si fa a partire dalla Costituzione repubblicana antifascista. Uno dei modi di attuazione della democrazia è il potere di decisione del popolo. Articolo Uno, autocriticamente, riconosce che il maggioritario, esasperato dalla assenza o manipolazione dei contrappesi (media, rispetto per i sindacati etc), ha determinato non solo la fuga dalla partecipazione ma l’annientamento di storiche e fondamentali espressioni culturali del nostro Paese? Riconosce e sceglie come soluzione la piena attuazione, in ambito elettorale, del proporzionale puro? 4. Articolo Uno, sia esso movimento o partito in nuce, ha coscienza che la democrazia e i contenuti di sinistra sono stati minati nell’ultimo decennio, non solo dalle campagne qualunquistiche, e dalla rappresentazione dei media schiacciati sui voleri del pensiero unico, ma anche e soprattutto, da un potenziale ruolo “da sinistra” che avrebbe dovuto svolgere un Partito di massa e non un club elettorale monodirezionato come è stato il PD, e che appunto non ha svolto? La questione Partito, per Articolo Uno ridiventa centrale nell’essere di massa e a servizio della classe lavoratrice? Ecco, le eventuali risposte – davvero sperando positive – non sarebbero sicuramente foriere di un nuovo partito comunista, come noi siamo, ma sarebbe un segnale di contenuti e di modi di essere di sinistra, per poter condividere qualche pezzo di strada insieme della storia” si conclude così la lettera aperta di Maurizio Aversa, segretario della sezione PCI di Marino, della Segreteria regionale del PCI Lazio, alla Assemblea di Articolo Uno che si svolgerà il 30 marzo al Diana Park Hotel di Genzano, e a Massimo D’Alema che la concluderà”.