London Calling a Palazzo Cipolla

In una mostra romana il meglio dell’arte inglese contemporanea

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A Roma, fino al 17 luglio 2022, la mostra “London Calling: British Contemporary Art Now”: cinquant’anni di arte made in Great Britain raccontati attraverso le opere di 13 celebrities di fama internazionale, da Hockney a Kapoor, da Hirst a Khan.
Una sequenza di artisti che innestano le loro radici in una Londra tra il ‘40 e gli ‘80, in piena trasformazione economica e sociale; e la cui stessa carriera, influenzata dalla “Swinging”, ha contribuito a collocarla nell’Olimpo delle avanguardie artistiche.
Un parterre d’eccezione, dal più anziano – Hockney – al più giovane – Khan -, per il percorso espositivo a Palazzo Cipolla che propone uno spaccato delle Belle Arti britanniche, attraverso una serie di opere iconiche selezionate dai curatori, Maya Binkin e Javier Molins. “Per avere successo nella City, un artista deve essere un’eccellenza del suo campo – ha spiegato Binkin – perché avrà un impatto diretto sulla città, elevandone gli standard. Per l’occasione capitolina, presentiamo una cernita di quelli che sono riusciti davvero a sfondare!”.
Londra è dinamismo e anticonformismo e, fatta qualche eccezione, si è scelto di esporre le produzioni più recenti, per dar conto dell’assoluta vitalità, originalità e dirompenza del messaggio di cui questi nomi blasonati sono ancora forieri.
Il setting conduce lo spettatore in un viaggio ideale in grado di condensare, in poco più di una trentina di opere, la Storia dell’arte contemporanea europea e occidentale, sia dal punto di vista delle sperimentazioni che da quello delle ricerche concettuali. “La programmazione più che ventennale in questa sede, su mio preciso impulso – ha spiegato il professor Emmanuele, deus ex machina delle recenti esposizioni a Palazzo Cipolla – ha voluto da sempre indagare le tendenze e le manifestazioni più significative dell’arte, in tutte le sue forme ed epoche”.
Ça va sans dire, la gran varietà dei presenti consente di contemplare tecniche compositive diverse tra loro (pittura, scultura, disegno, ceramica, fotografia), esprimendo una molteplicità di temi quali la vita, l’essere umano, il paesaggio, la politica, la letteratura, il rapporto vita/morte.
Menzione speciale per uno dei celebri zootropi (versione contemporanea dei meccanismi ottico-cinetici di epoca vittoriana) di Mat Collishaw: un gigantesco lampadario azionato da vortici, giochi di luce e figure in movimento.
La partnership di Gallerie e collezioni internazionali (come la Gagosian, Goodman, Lelong, Lisson, Modern Forms, Victoria Miró, Thaddaeus Ropac, Sean Kelly, Tim Taylor, Tucci Russo) ha contribuito a un evento tanto singolare quanto interessante perché riunisce un’arte che ha respirato le preoccupazioni di una generazione, ma pure il fermento creativo della capitale inglese che ha ispirato i Clash a comporre uno degli inni rock più immortali, “London calling”, appunto.
È, dunque, un caso che, oggi, proprio in un momento storico come questo, il titolo della mostra lo evochi così palesemente?…
L’evento è promosso dalla Fondazione Terzo Pilastro-Internazionale ed è realizzata da Poema, con il supporto organizzativo di Comediarting e Arthemisia.
Info: www.fondazioneterzopilastrointernazionale.it/