Incredibile, ma vero, Luciano Baietti, è 14 volte dottore rientrando nel Guiness World Record come la persona con più lauree al mondo. Per quanti di noi comuni mortali arrivare ad indossare quella tanto agognata coroncina d’alloro diviene spesso un’impresa? Al contrario, per il plurilaureato Baietti, residente a Velletri da molti anni, sembra essere la cosa più semplice e naturale che esista, una sorta di… Una laurea tira l’altra! E non finisce qui, il professore sta conseguendo la sua quindicesima laurea in Scienze del Turismo. Un mostro sacro di cultura che ha saputo realizzarsi nello studio e nelle sue specializzazioni, quanto in altri ambiti impegnativi come quello militare in cui ha raggiunto il grado di colonnello della Croce Rossa Italiana e ufficiale superiore dei Paracadutisti della Folgore, è stato anche funzionario della Presidenza del Consiglio. Tanti i riconoscimenti ufficiali: cavaliere, ufficiale, commendatore della Repubblica, medaglia d’argento del Ministero della Pubblica Istruzione per merito culturale, medaglia d’argento per Benemeriti della Cultura e dell’Arte, croce di II grado con medaglia d’argento della Repubblica di San Marino e tanto altro. Baietti ha anche un’altra grande passione, quella dell’insegnamento, è infatti dirigente e docente di diversi istituti scolastici a Velletri, ama il contatto con i ragazzi e la possibilità di potergli trasmettere il suo sapere. Conoscere Luciano Baietti è stata un’esperienza più unica che rara, un uomo così non si incontra tanto facilmente, se prendessimo 10 persone tutte insieme, molto probabilmente non raggiungerebbero i suoi titoli di studio ma soprattutto non avrebbero la sua energia travolgente. Un lungo inchino per la sua vastissima esperienza professionale, ma un inchino ancora più profondo va alla persona che è Baietti, un genio ed un’amante della vita che sfrutta ogni occasione che questa gli presenta ricevendola come se fosse un grande dono, sempre attento a carpire quello che lo circonda, spinto dalla curiosità e da una sconvolgente forza interiore, un’anima in pace con se stessa che ha fatto della conoscenza il suo allenamento quotidiano e la sua gioia di vivere.
Cosa l’ha spinta a laurearsi per ben 14 volte?
“L’ho fatto per me stesso e continuo a studiare per conseguire la mia quindicesima laurea perché il cervello va tenuto in continuo allenamento, mentre parlo con te, sto guardando quello che ci circonda, quello che stanno facendo gli altri…Bisogna essere sempre attenti e vigili a 360˚”;
E quando si scaricano le batterie cosa accade?
“Assolutamente niente, dormo mezz’ora e mi ricarico! E’ importante avere più interessi proprio per avere continui stimoli e non annoiarsi mai ed inoltre bisogna sempre essere proiettati verso il futuro, se ci si concentra su di una sola cosa, se poi dovesse andar male, siamo spacciati! Al contrario, dobbiamo crearci più possibilità, se siamo iscritti ad un corso di laurea, ad esempio a Lettere, dobbiamo farci furbi e pensare agli esami in comune con gli altri corsi per avvantaggiarsi sulla seconda, terza…laurea”;
Che effetto le fa essere il detentore del Guiness World Record?
“Sono fiero di portare onore all’Italia, partecipo a diverse conferenze in tutte le università e sono orgoglioso di rappresentare la nostra patria”;
Ci svela il segreto del suo metodo di studi?
“Ci sono vari metodi, uno di questi è imparare l’indice del libro a memoria, ad esempio se ti chiedessi di Carducci probabilmente cominceresti a pensare qual’ è il periodo storico a cui appartiene, chi c’era prima, chi c’era dopo… Invece se si conosce bene l’indice, la mente memorizza una sequenza logica in cui risulta molto più facile collocare le varie nozioni. Inoltre è importante la sintesi, solitamente se un testo è composto da 300 pagine, 100 di queste racchiuderanno i concetti davvero fondamentali da imparare”;
E’ mai stato bocciato?
“Mi bocciarono ad un esame di geografia (sorride) non riuscii a trovare un punto sulla cartina geografica, ma non la presi male, anzi non me ne importò nulla, poco dopo ridiedi quell’esame e lo passai!”;
Lei è anche preside e docente ed ama molto il contatto con i ragazzi, cosa vorrebbe insegnare loro dal punto di vista umano e da quello culturale?
“Umanamente vorrei insegnare ai ragazzi a parlare di più con i propri genitori, molti figli si chiudono in loro stessi e considerano il padre o la madre solo come un bancomat, invece non è cosi, un genitore ha le stesse esigenze di un figlio, ha bisogno dello stesso bacio d’affetto di cui ha bisogno il figlio. Ascoltarsi reciprocamente. Culturalmente i giovani dovrebbero leggere, leggere e leggere! Qualsiasi cosa, non solo libri, anche riviste, tutto quello che capita, bisogna saperne un po’ di tutto, come si fa a sapere di moda se non si è mai sfogliato un giornale al riguardo? Purtroppo ho riscontrato molta ignoranza, facendo parte della commissione degli esami di maturità, mi sono capitate delle cose assurde, ho chiesto ad una ragazza cosa fosse l’aratro e lei non ha saputo rispondere…”;
Cosa le dà questa spinta interiore che la rende così eclettico e perseverante?
“Ogni laurea, ogni titolo, ogni obbiettivo che raggiungo mi dà forza, mi rende felice. Sono continui confronti con me stesso, continue sfide che mi arricchiscono. Bisogna morire in piedi, se si resta seduti ad aspettare, non accadrà mai nulla.
La forza di volontà ce l’abbiamo tutti bisogna solo saperla indirizzare e credere in qualcosa”;
Lei in che cosa crede?
“Nella vita stessa, bisogna saper apprezzare tutto quello che ci capita, un esempio banale, se al bar ordini un succo di frutta ma cominci a dire che non ti piace e che avresti voluto una coca cola, già ti stai rovinando la giornata creando una chiusura ed uno spirito disfattista verso l’esterno, dovresti imparare a dire “Che buono questo succo ne vorrei un altro”. Inoltre è opportuno credere in se stessi, gli altri, gli affetti sono importanti per la nostra serenità ma dobbiamo ricordarci che dopotutto nasciamo, viviamo e moriamo soli, potrebbe sembrare angosciante, in realtà è un invito a fare pace con il nostro io e ad amarsi”;
Fuori dalle aule universitarie, qual è stato l’esame più duro che ha dovuto superare?
“L’esame più duro è stato pochi giorni fa, quando mi trovavo in sala di rianimazione e hanno chiesto a mia moglie se aveva portato i vestiti…In quel momento ti accorgi che la vita è tutta un gioco”;
In questo periodo di crisi del lavoro, consiglierebbe ai ragazzi di laurearsi?
“Laurea a parte, consiglio a prescindere di prendere un titolo di studio, che derivi da una scuola di formazione, da un corso o da una laurea non ha importanza. Seguire la propria aspirazione e concretizzarla con un titolo, non disperderla e non vivere di rimpianti”;
Ha anche altre passioni?
“Lo sport, prima praticavo l’atletica leggera, ora lavoro presso l’Accademia Olimpica del CONI”;
Ci vuole salutare con qualche verso di suo gradimento?
“Però non vi dico di chi è…”Ero talmente innamorato che quando le scrivevo delle lettere intingevo la penna nell’arcobaleno e asciugavo il foglio con la polvere di farfalle”.