La prima grande regola inattesa del nuovo decreto riguarda l’università. Infatti, se per le scuole e per i suoi insegnanti si era già discussa la possibilità di rendere il vaccino obbligatorio, nell’area dell’università non si era approfondito il discorso. Secondo quanto previsto dal nuovo decreto, i docenti e gli studenti universitari dovranno obbligatoriamente avere il green pass. In caso di mancata presenza della certificazione verde, saranno previste delle sanzioni. Per esempio, l’assenza sarà considerata ingiustificata e dopo 5 giorni “il rapporto di lavoro sarà sospeso e non saranno dovuti la retribuzione né altro compenso o emolumento”. Un punto fermo condiviso da tutte le forze politiche è che l’anno scolastico 2021-2022 sarà in presenza. L’unica deroga concessa è per Regioni o PA in zona Arancione o in zona Rossa che si trovino in una situazione di eccezionale straordinarietà legata all’aumento dei contagi o alla diffusione del virus.
“Nell’anno scolastico 2021-2022, l’attività scolastica e didattica della scuola dell’infanzia, della scuola primaria e della secondaria di primo e secondo grado e universitaria sarà svolta in presenza. La misura è derogabile esclusivamente in singole istituzioni scolastiche o in quelle presenti in specifiche aree territoriali e con provvedimenti dei Presidenti delle Regioni, delle province autonome di Trento e Bolzano e dei sindaci, adottabili nelle zone arancioni e rosse e in circostanze di eccezionale e straordinaria necessità dovuta all’insorgenza di focolai o al rischio estremamente elevato di diffusione del virus SARS-CoV-2 o di sue varianti“, si legge sul comunicato pubblicato sul sito del governo.
Il primo ateneo a introdurre il green pass obbligatorio è l’Università Statale di Milano. L’obbligo vale soltanto per i posti letto negli studentati e gli studenti avranno comunque tempo fino al 31 dicembre per vaccinarsi, ben oltre l’inizio del prossimo anno accademico. La decisione è stata presa dal Cda dell’ateneo, che ha approvato, tra i nuovi criteri per l’assegnazione degli alloggi, anche quello della vaccinazione. La decisione è stata presa per poter assegnare tutti e 1.088 i posti letto disponibili (attribuiti con capienza ridotta quest’anno), ma anche per dare “un segnale di fiducia verso le scoperte scientifiche” agli studenti.
Indubbiamente non dobbiamo buttar via le occasioni che la digitalizzazione intervenuta nella didattica ci hanno concesso, come i ricevimenti online, le attività seminariali aperte a tantissimi studenti e studentesse senza limiti, ma la didattica si fa in aula frontalmente e si fa soprattutto in presenza. La Rettrice di Sapienza, prof.ssa Antonella Polimeni, qualche mese fa intervenendo in una diretta Instagram, disse che bisognasse scrollarsi di dosso uno stato di pigrizia un po’ generale. Tutelare i più fragili si può fare solo con il Green Pass, chi sceglie legittimamente di non possederlo è giusto che non usufruisca delle lezioni, perché il diritto allo studio è fondamentale ma è più importante il diritto alla salute.