Luisa Iannelli, #lamiadestra alternativa alla balena bianca di Renzi

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Luisa Iannelli - Scuola Politica Fondazione An
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Luisa Iannelli – Scuola Politica Fondazione An

E’ la molisana Luisa Iannelli l’incontro che oggi Meta Magazine vi propone, nell’ambito dello spazio dedicato alla Scuola Politica della Fondazione Alleanza Nazionale. Impiegata alla Regione Molise, laurea magistrale in scienze politiche, Luisa ci parla della sua destra e del suo impegno politico.

“Ho da sempre militato nelle fila di Alleanza Nazionale fino al Congresso di scioglimento al quale ero delegata e durante il quale espressi la ferma contrarietà alla confluenza nel PDL.

Entrata nel PDL vi sono rimasta per poco tempo, quale vice coordinatore provinciale di Isernia del movimento giovanile, salvo poi uscirne per fondare, assieme ad altri amici, un movimento politico regionale chiamato Alleanza per il Molise del quale sono stata coordinatrice regionale.

Dal 2013 sono entrata in Fratelli d’Italia, partito nel quale tuttora milito e del quale sono il Portavoce Regionale giovanile oltre che membro del Coordinamento Provinciale di Isernia e del Coordinamento Regionale”.

In poche parole sapresti dare una definizione della tua destra ideale?

“Presto detto, quando mi viene posta questa domanda mi approprio di una definizione di Pino Rauti che sento appartenermi pienamente: la mia destra deve necessariamente essere “Stato, Nazione, tradizione, valori spirituali”; la mia destra è una destra sociale e nazionalpopolare”.

Oltre al fattore economico, la globalizzazione dell’ultimo ventennio ha portato alla ribalta con le migrazioni di massa ed il riaffiorare dei terrorismi, gli scontri tra culture, religioni, identità e valori non negoziabili: come si dovrebbe porre la tua destra in questo contesto culturale globale?

“Francamente ho un’idea leggermente diversa dai teorici del cosiddetto scontro di civiltà dal celeberrimo Huntington alla nostrana Fallaci. Premesso che ritengo il fattore economico il motore principale degli odierni conflitti e la questione culturale (religiosa, identitaria etc..) il mezzo per promuoverli, la destra che immagino dovrebbe occuparsi di promuovere prima e custodire poi i valori che ci appartengono come società.

Questo significa difendere e tutelare le nostre tradizioni ed abitudini, la nostra lingua, in parole povere la nostra identità. Solo una Nazione che sia consapevole della propria natura, che non sia, come oggi appare, un insieme multiforme senza alcun collante, può essere in grado di riconoscere culture differenti dalla nostra ed accettarne la convivenza. Del resto, come ama ripetere il filosofo Diego Fusaro, “solo chi ha una cultura, una tradizione, una lingua, un’identità può rispettare quelle degli altri”.

Se il destino dell’Europa fosse nelle mani della tua destra, quale forma di Governo, struttura istituzionale e modello economico adotteresti per il vecchio continente?

“Ad una prima battuta mi verrebbe da dire che se il destino dell’Europa fosse nelle mani della destra che vorrei, sicuramente, non parleremmo di Europa degli spread ma di Europa dei popoli. Sono ben consapevole della necessità di superare le divisioni nel vecchio continente, anche per porre un argine alla tendenza egemonica di oltre oceano, ma questo processo non può assolutamente corrispondere all’odierno sistema istituzionale europeo.

È necessaria una democratizzazione delle Istituzioni, la sconfitta delle lobby economico – finanziarie e dei conseguenti tecnicismi a favore della rinascita della politica. Va da se, comunque, che l’Europa che immagino è un’unione di stati sovrani, ognuno con la propria unicità, più una confederazione che una federazione”.

In cosa consiste secondo te l’identità italiana e/o l’italianità?

“L’identità italiana andrebbe forse ricercata con il lumicino, continuamente attaccata com’è dall’omologazione culturale imposta dalla globalizzazione. Eppure l’identità italiana è la tradizione nazionalpopolare, è il particolarismo comunale, è la storia, romana prima e cattolica poi, è il rinascimento, l’arte, la letteratura, la cultura, la lingua: insomma l’identità italiana e l’italianità sono le nostre radici. Solo un albero con le radici ben piantate nel terreno può permettersi di cambiare le foglie col mutare delle stagioni mantenendo inalterata la sua essenza di albero”.

In Italia si fa un gran parlare di riforme, istituzionali e sociali: quali secondo te le priorità della destra in termini di riforme? Come per l’Europa così per l’Italia che tipo e quali riforme adotteresti?

“Mi sarebbe francamente difficile sintetizzare in poche righe l’idea di riforma per ogni campo della vita pubblica, mi soffermerò dunque sulle più importanti. Per ciò che concerne la rappresentanza ritengo fondamentale restituire agli elettori la possibilità di scegliere e selezionare la classe dirigente restituendo le preferenze con, accanto, un sistema elettorale di tipo proporzionale (al quale ritengo la vigente Costituzione sia improntata). Pur restando una strenua oppositrice della Riforma Boschi, sarebbe auspicabile il superamento del bicameralismo perfetto ed anche una riconsiderazione del ruolo dell’esecutivo in senso presidenziale o semipresidenziale (ovviamente prevedendo appositi contrappesi a tutela della democraticità e della rappresentanza, totalmente ignorati dal testo di riforme oggetto del dibattito politico odierno).

Vedo di buon occhio una riduzione, per funzioni e competenze, del nostro regionalismo partendo dal ripristino di un più equo sistema di controlli, specialmente di natura economica, accompagnato da una maggiore attenzione alla lotta alla corruzione ed alla criminalità organizzata, se necessario anche favorendo la certezza e l’inasprimento delle pene.

Andrebbe affrontato il tema della giustizia prevedendo, da un lato, la separazione delle carriere dei magistrati e, dall’altro, riducendo i tempi dei procedimenti; il sistema è oggi decisamente al collasso inoltre risulta anche iniquo specialmente per le fasce sociali più deboli.

Il welfare dovrebbe essere il centro nevralgico della programmazione economica; sanità, istruzione, pensioni, sostegno alle famiglie italiane in difficoltà non sono costi da tagliare ma sono investimenti che lo Stato deve affrontare per il proprio futuro.

Dal lato dei costi, sarebbe fondamentale una revisione del sistema della pubblica amministrazione con un ritorno ai principi costituzionali di efficienza, efficacia ed economicità, accanto al rispetto del principio di legalità inscindibile da quello della meritocrazia. Sono concetti generici che andrebbero approfonditi meglio ma dai quali un partito che si definisca di destra non può assolutamente prescindere”.

Quali soluzioni, se ne vedi la necessità, dovrebbe adottare la destra italiana in termini di “diritti civili”: coppie di fatto, aborto, proibizionismo, immigrazione, cittadinanza e sicurezza?

“Per quanto concerne le questioni di natura morale, tipo l’aborto o l’eutanasia, ritengo che un Paese serio debba intervenire disciplinando attentamente la materia ma lasciando anche libertà di coscienza nella scelta della strada da intraprendere. Ciò non toglie che una destra dei valori, come quella che immagino, dovrebbe creare opinione, non seguire pedissequamente la pancia dell’elettorato, cercando di stimolare le coscienze ad un utilizzo solo strettamente terapeutico di questi strumenti, insegnando il rispetto per la vita, per le persone, per i sentimenti, per se stessi.

Sulla questione dell’immigrazione ho la ferma convinzione che l’Italia non possa assolutamente permettersi di sostenere il flusso migratorio di questi ultimi tempi. È vero che viviamo in un sistema di regole, che ci impongono un certo tipo di politica dei flussi, di fronte ai quali gridare “rimandiamoli a casa” è solo frutto di un populismo fine a se stesso, ma è altrettanto vero che la questione va portata in tempi rapidi sui tavoli internazionali. Gli accordi, in quanto tali, si possono rinegoziare, anche alla luce dei recenti risvolti in termini di sicurezza interna; credo sia giunto il momento che il Governo italiano riprenda in mano il proprio destino. Se, e solo se, saremo in grado di programmare, in termini di sostenibilità economica e sociale, l’immigrazione, potremo cominciare a ragionare di cittadinanza, argomento più che legittimo per coloro che vivono, producono e crescono nel nostro sistema paese. Fino ad allora, però, è il tema della sicurezza dei nostri cittadini che viene prima di tutto, sono i loro diritti che vanno difesi, è il loro futuro che va rispettato, è la loro Patria che va tutelata.

Sul tema delle coppie di fatto ritengo quanto mai urgente il riconoscimento dei diritti dei conviventi; resta esclusa, per me, l’equiparazione delle coppie di fatto alla famiglia naturale con il conseguente tema delle adozioni, per quello c’è il matrimonio ed il diritto di un bambino ad avere un padre ed una madre”.

Secondo te quale dovrebbe essere il luogo ed il posizionamento politico nel panorama nazionale di oggi, ove la tua destra dovrebbe inserirsi? Se e con chi la vedresti alleata o in contrapposizione?

“Se rispondessi che immagino una destra talmente forte da andare da sola sarei una visionaria? In realtà, alla luce dell’attuale e, forse, futuro sistema elettorale, è una strada poco praticabile, ma non potrei che vederla alleata con forze politiche affini che perseguano il comune obiettivo dell’affrancamento da questo modello di Europa, del contrasto all’immigrazione selvaggia, del rilancio e della tutela dei nostri valori e della nostra identità, alternativa alla nuova “Balena bianca” di Renzi”.

Sapresti indicare 5 nomi di leader, nazionali e/o internazionali, contemporanei e non, dell’ultimo secolo, che a tuo avviso hanno rappresentato o rappresentano il modello di destra a cui ti senti di aderire?

“Ci sono stati e ci sono leader che hanno lasciato un segno nella mia formazione culturale, tuttavia il modello di destra cui mi sento di aderire è rappresentato dall’idea più che dall’uomo. Ho sempre combattuto, e continuerò a farlo, il leaderismo degli ultimi anni perché, sarò una nostalgica, sono le idee che camminano sulle gambe degli uomini e non viceversa; le idee sono la nostra luce, la nostra stella, gli uomini, anche i più grandi, sono destinati a passare. Se vogliamo che le future generazioni possano vedere la nostra stessa luce è l’idea che dobbiamo proteggere attraverso la creazione di una comunità. Come diceva Ezra Pound: “Mille candele insieme fanno splendore. La luce di nessuna candela danneggia la luce di un’altra. Così le libertà dell’individuo nello stato ideale” e così nell’idea della destra che ho in mente”.