Malattie coronariche trattate con il laser: è la prima volta all’Emodinamica della Cardiologia dei Castelli

Grande successo per la procedura innovativa con laser eseguita per il trattamento delle malattie coronariche

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Foto equipe Emodinamica UOC
Foto equipe Emodinamica UOC- foto @aslroma6

In una nota stampa del 27 settembre dell’Asl Roma 6 si apprende con grande soddisfazione il trattamento delle malattie coronariche svoltosi per la prima volta con la procedura innovativa laser, per la prima volta presso lo UOC (Unità Operativa dei Castelli) di Cardiologia dell’Ospedale dei Castelli diretta dal Dottor Domenico Maria Zardi.

Questo speciale intervento ha permesso di trattare le restenosi intrastent, ovvero il restringimento che si verifica all’interno di stent già impiantati.

Cosa sono le restenosi intrastent?

Quando un paziente soffre di una malattia coronarica severa, può essere necessario impiantare uno stent, una retina metallica che mantiene aperte le arterie ristrette od occluse. Col tempo può verificarsi una restenosi, ovvero un nuovo restringimento all’interno dello stent. Questo può essere causato dalla formazione di tessuto fibroso o placche aterosclerotiche, rendendo di nuovo difficile il passaggio del sangue.
La procedura eseguita presso l’Emodinamica dell’Ospedale Castelli utilizza un laser a eccimeri, una tecnologia all’avanguardia per il trattamento delle restenosi occlusive o subocclusive, cioè il restringimento totale o parziale delle arterie. Questa metodica viene utilizzata quando altre tecniche più tradizionali, come la dilatazione con palloncini e tecniche più avanzate di debulking non sono efficaci e/o utilizzabili.
Il laser a eccimeri è invece in grado di disgregare, o “frantumare”, il materiale fibroso e aterosclerotico che si è riformato all’interno dello stent già presente, permettono una pulizia accurata dell’area trattata, preparandola per i successivi interventi.
In quanto una volta liberata l’arteria dalla placca fibrosa o calcifica , si può procedere con l’uso di palloni, che sono piccoli dispositivi gonfiabili.
Successivamente, può essere impiantato un nuovo stent, se necessario, per garantire che l’arteria rimanga aperta e il flusso sanguigno torni regolare.
Presso la Cardiologia dell’Ospedale dei Castelli, sono state effettuate con successo due procedure di questo tipo. I pazienti trattati hanno mostrato un netto miglioramento della sintomatologia anginosa. Pertanto l’utilizzo di questa metodica potrebbe rappresentare un’importante soluzione per coloro che soffrono di restenosi intrastent complesse quando le altre tecniche di debulking risultano inefficaci.
L’Emodinamica della Cardiologia dell’Ospedale dei Castelli dimostra così di essere all’avanguardia nella cura delle malattie coronariche, offrendo nuove speranze a coloro che necessitano di interventi delicati ma decisivi.