Marco Guglielmo a tutto campo, da Albano alle primarie del Pd

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Marco GuglielmoAndrea Titti intervista il giovane esponente del PD di Albano sulle tematiche più stringenti del momento.

La politica sui nostri territori sta vivendo un momento di passaggio portatore di nuovi equilibri del panorama politico tra i partiti ed all’interno di essi, coinvolgendo inevitabilmente la vita amministrativa negli enti locali. Albano si sta dimostrando realtà particolarmente vivace in questo senso, al centro di numerosi interessi. Cerchiamo di mettere ordine e fare il punto della situazione ascoltando direttamente e dal vivo i protagonisti della politica. Privilegiando, come nostro stile le espressioni giovanili, questa volta diamo la parola a Marco Guglielmo: consigliere comunale del Partito Democratico, nonché vice-segretario provinciale dello stesso, è cresciuto nella Sinistra Giovanile e, da sinistra, ha aderito al progetto che ha unito Ds e Margherita.

Guglielmo immaginiamo che per il Pd siano giorni lieti dato il crollo della giunta regionale di centrodestra: come state vivendo questa fase? Ci sono già dei nomi che il Pd mette in campo per la Presidenza del Lazio?
“La caduta di Renata Polverini rappresenta certamente una buona notizia per il Lazio, ancor più che per il Partito Democratico, il quale dovrà presentarsi agli elettori con un programma e dei volti credibili e trasparenti, ancor di più oggi per superare le responsabilità di tutta la politica su questa orribile vicenda”.

Anche da voi ci sono divisioni interne?
“Dico che il Pd, proprio perché deve essere l’alternativa alle gestioni della destra dovrà compiere scelte politiche serie e chiare, diverse dalle logiche del passato più o meno recente. Proprio a tal proposito mi piace rimarcare il buon lavoro fatto dal segretario regionale Enrico Gasbarra, in accordo con il segretario Bersani, tendente a rompere con i passati equilibri correntizi, privilegiando il rinnovamento all’interno delle strutture del partito. Parlare di candidati Presidenti ora mi sembra prematuro”.

Veniamo ad Albano, il suo territorio: avete appena approvato il bilancio, cosa ne pensa?
“Abbiamo scongiurato il dissesto finanziario con dei provvedimenti che possono risultare impopolari ma che hanno salvato il futuro della nostra città. Il dissesto sarebbe stato la vera ipoteca su ogni ipotesi di sviluppo. In parole chiare dissesto significa tasse e tariffe al massimo, e tagli a tutte le spese, incluse quelle sociali”.

Tutto qua?
“No, sono e siamo consapevoli che il risanamento non basta. Ecco perchè credo che dopo questo passaggio fondamentale sia giunto il momento di “mettere le ali” a questa amministrazione, attuando quel cambiamento per cui siamo stati eletti e che le congiunture, politiche ed economiche, hanno rallentato”.

Su cosa puntare di qui in avanti?
“Io personalmente, attraverso alcuni emendamenti al bilancio, ho posto alcune questioni che ritengo utili a fare un passo avanti: una riguarda i possibili risparmi per le casse comunali che si avrebbero all’interno delle spese energetiche comunali. Se si passasse ad una fornitura energetica di nuova generazione per i locali pubblici, penso al fotovoltaico, si arriverebbe all’autosufficienza e di conseguenza ad un sostanziale abbattimento dei costi di bolletta che ad oggi pesano per quasi un milione di euro l’anno. Questi soldi potranno finanziare un vero welfare comunale; sostegno agli affitti per i giovani, borse lavoro per gli over 50 in mobilità lavorativa, sostegno per il diritto al posto negli asili nido. L’altra riguarda la dotazione infrastrutturale di questo territorio, che fino ad oggi ha visto le risorse spese non sempre per opere davvero utili”.

A cosa si riferisce?
“La tangenziale ad esempio. In pochi venti anni fa ponevano perplessità al momento della progettazione, io non sarei stato tra loro, ma dopo tutto questo tempo bisogna dire che avevano ragione. 200 milioni di euro spesi e ad oggi una strada chiusa che non ha risolto il problema del traffico. Se le stesse risorse invece ai tempi fossero state investite per il potenziamento delle linee ferroviarie si sarebbero ottenuti maggiori vantaggi per i cittadini, per la loro mobilità e per l’ ambiente”.

Lei non ci sembra proprio un cantore dell’attuale Amministrazione, pur essendo in maggioranza: ma nel bilancio ci sarà pur qualcosa che ritiene un fiore all’occhiello del centrosinistra?
“Certamente si, il fatto che in questa crisi di risorse non si siano fatti tagli alla spesa sociale ma anzi siano state aumentate le risorse. Questo è un punto che qualifica la nostra azione amministrativa. Privilegiare le persone rispetto alle cose quando ci si trova costretti a fare delle scelte è una bussola che abbiamo mantenuto presente sempre. Una menzione particolare credo la meriti in tal senso l’assessore ai servizi sociali Fauzi Cassabgi che si è dimostrato abilissimo nel reperimento di risorse per Albano, attraverso tutte le Istituzioni sovracomunali, dalla Provincia all’Unione Europea”.

La minoranza vi accusa di aver creato un tesoretto da spendere nell’anno delle elezioni: cosa ha da dire in merito?
“L’opposizione fa le sue polemiche e le sue battaglie, è legittimo e non mi stupisce, ma pensavo che l’ex Sindaco Mattei, dato il suo spessore politico, potesse usare altri argomenti per attaccarci. Se si guardano bene i conti si evince che non c’è nessun tesoretto da spendere ma soltanto fondi accantonati per estinguere i debiti pregressi del Comune, alcuni dei quali accesi durante i dieci anni precedenti”.

Il ritorno di una figura come quella di Marco Mattei in Consiglio crea fibrillazioni nella maggioranza?
“Diciamo che in quanto a fibrillazioni non ce le siamo fatte mancare anche senza Mattei. Battute a parte, credo che la cosa sia per noi indifferente, per me almeno lo è sicuramente. Non mi appassiona romanzare attorno ai ritorni, come non credo che la politica debba dipendere da una sola personalità, per quanto rilevante essa sia. Il centrosinistra si deve distinguere per la sua concezione dello sviluppo di un territorio e non impantanarsi su conflitti personali o interessi parziali”.

Passando dalla vita amministrativa a quella interna del suo partito, siamo all’inizio della campagna per le primarie: come state vivendo la sfida Bersani – Renzi?
“Io sono stato personalmente e fisicamente presente alla prima Leopolda, perché Renzi poneva una questione reale, cioè quella del rinnovamento della classe dirigente del centrosinistra. Poi però credo che chi si muove alle spalle di Renzi non rappresenti a pieno lo spirito del Pd e della sinistra. Per dirla con una battuta, non credo possa rappresentare la sinistra chi pubblicamente afferma che ” si deve stare dalla parte di Marchionne senza se e senza ma”.

Ma non si sentono voci critiche su questo punto a Renzi provenire dai sostenitori di Bersani, come mai?
“Perché negli anni passati anche la sinistra ha flirtato con Marchionne e con certi poteri tutt’altro che vicini alla nostra storia. Potrei citare famose frasi di Massimo D’Alema in tal senso”.

Ma se è così Bersani è spacciato, se su un punto dirimente non ha la credibilità di sostenere posizioni chiare, come la mettete?
“Bersani vincerà se riuscirà a svincolarsi dagli equivoci del passato, senza farsi imprigionare dai leader degli anni scorsi. Annunci le primarie per i parlamentari a legge elettorale invariata e il rispetto del nostro Statuto sul limite dei mandati in Parlamento, e sfidi Renzi a testa alta sui temi del lavoro, delle pensioni, della disoccupazione. Su questi temi Bersani ha le carte in regola per vincere le primarie e le elezioni. Se così non sarà, Renzi vincerà le primarie”.

Autore: Andrea Titti

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