Edizione particolarmente interessante, questa del 2018, che per la prima volta ha assegnato il premio ad un poeta straniero, Valeriu Stancu, di nazionalità rumena, per l’opera “Nella porpora dell’ombra”. Una poesia, la sua, che in qualche modo diventa strumento per travalicare la realtà, oltrepassare il visibile e scandagliare l’oltre, con il quale si entra in contatto attraverso visioni e sensazioni, al limite tra immanente e trascendente, terreno e ultraterreno. Secondo classificato Emanuele Aloisi, con “L’eterno viaggiatore”, un poemetto dalla forma classica, intriso di contemporaneità nei patimenti dell’uomo moderno, che incede inesorabilmente sulla strada della vita tra ansie, timori, ostacoli, ma che alla fine trova il modo per proseguire, per giungere al termine, qualunque esso sia. A seguire il premio speciale “Angelo Lippo” ancora ad un poeta rumeno, Stere Bucovală, per l’opera “Scatola di nebbia”, una poesia in bilico tra ciò che era e ciò che sarà. Targa di merito, infine, al Sindaco di Trebisacce, Franco Mundo per le sue attività di promozione del territorio.
Tra i giurati anche il presidente Dante Maffia, poeta candidato al Nobel, che ha condotto magistralmente la serata, leggendo fra l’altro una sua traduzione in dialetto calabrese del I canto dell’“Inferno”; Carmine Chiodo, ricercatore presso la Facoltà di Lettere di Tor Vergata, che ha brevemente parlato degli scrittori calabresi del ‘900; Luigi Reina, professore dell’Università degli Studi di Salerno, che soffermandosi sul significato dei premi letterari li ha definiti occasione per l’avvio di qualcosa da cui sviluppare cultura, radicamento e valorizzazione di testimonianze. La cerimonia di premiazione è stata conclusa da Antonio Farina, padre di Roberto nonché Presidente della Fondazione “Roberto Farina Onlus” (che organizza il Premio e promuove alte interessanti iniziative culturali), il quale ha ringraziato con tangibile emozione i giurati, i poeti premiati e il numeroso pubblico presente.
Nell’ambito delle iniziative legate alla manifestazione, è da sottolineare l’incontro degli illustri giurati con i ragazzi del Liceo Scientifico-Classico, Galileo Galilei, di Trebisacce, tenutosi nella mattinata di venerdì primo giugno e moderato dal giornalista e scrittore Gianni Mazzei. In occasione della conclusione di un percorso di alternanza scuola-lavoro dedicato al giornalismo, all’editoria e alla comunicazione, il Liceo li ha accolti calorosamente per una testimonianza tangibile di chi sta dietro le righe, dando forma ai pensieri attraverso le parole. L’incontro ha concentrato l’attenzione sul libro “L’uomo che parla ai libri. 110 domande a Dante Maffia”, a cura di M. Onofrio. Un libro generoso, che dona a chi lo legge un ritratto unico e verace del famoso scrittore, attraverso un reciproco patto anticensura – quello dell’intervistatore, che ha chiesto ciò che voleva e dell’intervistato, che ha risposto come voleva –, ripercorrendo la vita e il pensiero di Maffìa, che interpreta il mondo senza sottostare a sovrastrutture e con la capacità di essere duttile nei confronti di una realtà così complessa, della quale è necessario “sporcarsi le mani” per comprenderla e viverla davvero, senza arroccarsi su posizioni immodificabili. “Per Maffìa scrivere è un po’ come impastare il pane, ha la stessa naturalezza di un gesto organico che affonda le mani nella vita per trarne un cibo profumato e gustoso” ha detto Onofrio: “non a caso una delle parole ricorrenti e preferite nei suoi libri è lievito”.