Maria Grazia Calandrone ha presentato il suo nuovo romanzo dal titolo “Magnifico e tremendo stava l’amore” presso la Casa delle culture e della musica a Velletri, sabato 13 Luglio.
“Magnifico e tremendo stava l’amore”
Il libro dell’anno scorso “Dove non mi hai portata” ha forti legami con quest’ultimo, finalista dello Strega, così come per l’altro suo romanzo “Splendi come vita”.
Questo libro è stato scritto materialmente in un mese: tra la fine del 2023 e l’inizio del 2024. Ma in realtà, gli scrittori, il proprio libro lo scrivono per molti anni dentro di sè. Questa composizione inizia nel 2013 quando Maria Grazia rimane impressionata da questa storia, componendo prima un poema e poi, vivendola dentro di sè, questa storia, l’ha elaborata. Questo è un libro-inchiesta poetica sull’amore a partire da una storia tragica e feroce. E’ il caso di Stallo, la storica magnifica e tremenda di Luciana e di Stallo il “fatto”, come la stessa autrice racconta. Il 27 gennaio 2004, dopo circa vent’anni di violenza subita, Luciana uccide con dodici coltellate l’ex marito Domenico e, insieme al nuovo compagno, ne getta il corpo nel fiume Tevere. Il destino è beffardo, a volte, perchè questo omicidio ha le stesse sembianze di quello che successe nella sua famiglia. La Calandrone ha raccontato che “Era il 24 giugno 1965 mia madre Lucia, dopo anni di violenza subita da parte del marito, getta sé stessa nel fiume Tevere, insieme al suo nuovo compagno, mio padre“.
Ma questo è solo l’esito della loro storia d’amore iniziata nel 1982, quando si incontrano e si innamorano. In Calabria. Lei ne ha 17, lui 23. Decidono di fuggire insieme ed iniziano la loro storia d’amore, che è bellissima all’inizio, con 4 figli.
Il punto forte di questo libro è lo scarto linguistico che la stessa autrice ne fa. Nel senso che nei suoi scritti è sempre presente la poetica che rifiuta la normalizzazione, che ci interpella continuamente. E il lettore è costretto a capire di più. E’ un libro che si legge, e si vive allo stesso tempo.
Una prima domanda che le viene fatta è stata: “Cosa lega Lucia e Luciana”? E lei ha risposto che le lega il desiderio di vivere, di avere una vita normale. La differenza è che Luciana, la protagonista, vive in un periodo storico in cui l’Italia si stava aprendo alle donne. Ha più strumenti culturali e legislativi. Ma chi era Domenico, il marito di Luciana? Egli era un uomo che si sentiva manchevole, difettoso e aveva bisogno di dimostrare sempre qualcosa, aveva delle manie di grandezza. Ma non era un mostro. E Luciana, da parte sua, non era una vittima. E neanche la mamma di Luciana, Santina, lo era. E l’autrice si interroga sul perchè Luciana non sia riuscita ad uscire fuori da quella storia malata, che assomiglia, in tutto e per tutto, ad una tragedia greca.
La stessa Calandrone ha avanzato l’ipotesi che sarebbe buona cosa farsi aiutare quando si entra in questa spirale d’amore tossica e di parlare di questi temi anche nelle scuole.
Volume con più tematiche affrontate
In questo volume si intrecciano più tematiche, non solo quella amorosa e la violenza domestica. Ad esempio, grazie a questa storia, la Calandrone parla dell’Italia e lascia al lettore lo spazio bianco per metterci del suo con la sua memoria. O di come gli anni ’80 abbiano rovinato il Mondo, con “il mito di chi ce l’ha fatta da solo”.
Altro tema fondamentale è il ‘politicamente corretto’: la stessa autrice ribadisce che si rettificano le parole perchè sono considerate come insulti. Ma, così facendo, si sottolinea l’insulto.
Un’altra particolarità di questo testo è il fatto che la Calandrone abbia inserito delle canzoni Pop all’interno del testo. Come la stessa ha spiegato, a casa non aveva la tv per una scelta politica della madre. Ma la radio sì: e da lì poteva ascoltare facilmente la musica, un mezzo molto potente per evocare la memoria.
Ecco, questo suo ultimo romanzo, è ricco di tante tematiche, alcune passate, ma che oggi risultano più attuali che mai, evidenziando, con grande rammarico, come la situazione sulla violenza delle donne oggi non sia poi così migliorata rispetto ai tempi in cui ha vissuto la madre e in cui hanno vissuti i due protagonisti della storia. Va bene il “Codice rosso”, va bene la legge sullo stalking, ma bisogna poi mettere in pratica con fermezza questi provvedimenti.