Marini “Dietro Benedetti i volti della vecchia destra di Albano”

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Goffredo Bettini, Nicola Marini, Giorgio Battistelli, Bruno Astorre
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Goffredo Bettini, Nicola Marini, Giorgio Battistelli, Bruno Astorre

Abbiamo incontrato questa mattina il candidato e Sindaco Nicola Marini a margine dell’evento sul tema delle politiche culturali sul territorio dei Castelli Romani. Erano presenti il Senatore Bruno Astorre, l’Eurodeputato Goffredo Bettini e la Senatrice Annamaria Parente. Si è notata anche la presenza del Maestro Giorgio Battistelli. Il Sindaco Marini ha risposto a qualche domanda.

Sindaco Marini, è soddisfatto del risultato ottenuto al primo turno?

“Dal punto di vista qualitativo, sì. Da quello quantitativo un po’ meno. E mi rivolgo a tutti coloro che, pur consapevoli che la città non può cambiare in corsa, non hanno votato. Noi la corsa l’abbiamo iniziata 5 anni fa. Mi rendo perfettamente conto che la cultura della politica sia oggi molto offuscata, ha evidentemente portato a un’apatia diffusa che genera un pericoloso fenomeno di antipolitica. E questo si è tradotto, ed è sotto gli occhi di tutti, nel fenomeno dell’astensionismo. Il mio appello è rivolto quindi all’orgoglio degli Albanensi, convinto sempre più che insieme possiamo farcela, come dimostrano i cinque anni appena trascorsi. Questo il mio slogan: se non ti occupi di politica, la politica si occuperà di te. L’attuale momento è difficile ma mi rifiuto di pensare che la mia città non abbia la forza, e l’autonomia, per scegliere. Nove candidati e una moltitudine di aspiranti consiglieri comunali. Grande ressa insomma. La contrapposizione però rimane sempre destra/sinistra

Abbiamo assistito alla ribellione alla politica. Un dato: il 38% del partito dell’astensionismo. E’ un partito trasversale, pur se tradizionalmente è stata sempre la destra rispetto al centrosinistra a cavalcare tale ribellione. Le stesse polemiche di Gino Benedetti contro i professionisti della politica, vanno pesantemente incontro alla disistima verso la politica. E questo spesso si tramuta in vero e proprio disprezzo.

C’è quindi da chiedersi quanto gli elettori voteranno per il proprio partito o il proprio schieramento oppure (come spesso succede) contro l’altrui formazione.

Io punto a premiare la buona politica, quella fatta con coscienza e responsabilità; quella portata avanti con coraggio e determinazione. Quella fatta per i cittadini di Albano e non solo per accaparrarsi un voto dentro l’urna.

La destra non ha un programma concreto: ha un portavoce di massima (e di massime), Gino Benedetti, che viene utilizzato dai vecchi nomi della destra. Gli stessi nomi che nel corso degli ultimi quindici anni sono passati con disinvoltura da uno schieramento all’altro e che non si rassegnano ad accettare l’uscita dalla scena. Nomi che, a quanto stabilito dalle urne del 31 maggio scorso, sono stati dichiaratamente esiliati dalla politica locale – alcuni, dopo l’esperienza non fortunata alla Regione Lazio.

La destra sta dimostrando di essere un fac-simile di partito, c’è la cornice e qualche bandiera ma i nomi non si vedono. O meglio, sembra una sintesi di tanti partitini personali e familiari, una specie di matrioska che contiene micro potentati, con uno sviluppo disordinato. Non c’è nessuno che domanda, nessuno che risponde, nessuno che rende conto. Però c’è un candidato, e pure un programma”.

Sindaco Marini, ha letto il programma della destra?

“No, mi è stato raccontato. Brevemente. Del resto, il discorso che porta avanti la destra qui ad Albano, dura il tempo di un fuoco d’artificio, perché è semplicistico, consolatorio e asseconda la spinta a pensare con le viscere. L’unica cosa che mi è rimasta davvero impressa è stata la poco fortunata espressione di Benedetti: “mettete da parte la repulsione per la cosa pubblica“. Direi che il mio interesse per il programma di destra è finito prima ancora di iniziare.

Io ho puntato i miei primi cinque anni sul concetto di “cosa pubblica”: condivisa, sentita, partecipata, diffusa. Io non ho mai parlato di repulsione. Non è il mio stile”.

La differenza con Benedetti quindi è solo una questione di stile?

“Di cultura, direi. E specifico prendendo le parole di Goffredo Bettini con cui ho avuto un proficuo scambio oggi – incontro pubblico “Cultura? I Castelli Romani un modello per il Lazio”, ndr. Il modello di sviluppo sociale e territoriale non prescinde dalle donne e dagli uomini chiamati a governare. Una questione di cultura, appunto. Ma la cultura la fanno gli uomini, come lo testimonia il maestro Giorgio Battistelli intervenuto all’evento. Così come il buon governo, la buona amministrazione. Le donne e gli uomini del centrosinistra sanno che i programmi sono il caposaldo di ogni campagna elettorale. Ma ci vogliono contenuti, e ci vogliono anche toni semplici e chiari senza troppi slogan. Soprattutto oggi, in una situazione sociale complessa.

Sono sempre più convinto che l´abilità di gestione della cosa pubblica, insisto mi perdoni, è la massima attenzione al tessuto sociale, ai processi che investono la quotidianità delle persone. Serve, in questo senso, un soggetto politico che anteponga questa lettura a tutto il resto. Mi riferisco a tutto il centrosinistra, coinvolto in termini di passione civile, coerenza, etica e, dunque, morale.

Stile?

“Sì, lo stile culturale del centrosinistra è esattamente questo”.

Il 15 giugno brinderà?

“Il 15 giugno è lunedì. Sarò in Comune, a lavorare. Come sempre”.