Marini replica ai Cinque Stelle sul Piano Emergenza Comunale

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Nicola Marini
Nicola Marini Sindaco di Albano Laziale
Nicola Marini
Nicola Marini Sindaco di Albano Laziale

Il Sindaco di Albano Laziale Nicola Marini replica ai “Cittadini verso il Movimento Cinque Stelle di Albano laziale”, in merito al protocollo inviato inerente il piano per la sicurezza comunale relativo all’applicazione nel momento dell’emergenza incendio nella discarica di Roncigliano dello scorso 30 Giugno.

“Facendo seguito al protocollo in oggetto, vorrei innanzitutto sottolineare -che – dichiara Marini – in occasione dell’incendio occorso il 30 giugno  presso l’impianto TMB di proprietà Pontina Ambiente, le modalità di gestione dell’emergenza sono state ineccepibili da parte dei soccorsi, immediatamente intervenuti, e di tutti i soggetti che a vario titolo vi hanno partecipato. Persone impegnate giorno e notte per circoscrivere le fiamme divampate e, nei giorni a seguire, per monitorare i dati ambientali e la situazione post-incendio, garantendo così che non vi fosse alcun rischio per la popolazione. Anche nella comunicazione c’è poco da eccepire, considerando che personale del Comune è stato a disposizione a tutte le ore e ben al di fuori dell’orario lavorativo, per fornire pronto e adeguato supporto ai cittadini. Un apparato che ancora una volta ha dimostrato la sua validità, funzionalità e di cui ringrazio ancora una volta quanti vi hanno preso parte.

Per quanto concerne il Piano di Emergenza Comunale (PEC), nel momento in cui i firmatari della proposta in oggetto sostengono la “non rispondenza alle normative vigenti”, invito le SS.VV. ad indicare al più presto e in atto pubblico, quali siano le Leggi evase, considerando che tale piano è stato discusso e approvato dal Consiglio Comunale di Albano Laziale in data 14-12-2014 sulla base delle precise indicazioni contenute nelle Linee Guida approvate dalla Giunta Regionale del Lazio (D.G.R. 415 del 2015). Nel momento in cui si fanno affermazioni gravi su una questione di enorme delicatezza – continua il Sindaco di Albano – come la sicurezza della popolazione, bisogna sostanziarle con motivazioni ineludibili e riferimenti normativi precisi, e non sulla base di valutazioni personali e di parte.

Relativamente alla proposta in oggetto e relativa ad un software messo a disposizione da un’azienda che specifichiamo ha sede in Albano Laziale, riporto alcune osservazioni condivise con l’Ufficio Protezione Civile:

  • I dati risiederebbero in “cloud” presso le strutture dell’azienda e non potrebbero essere gestiti in esclusiva dai responsabili comunali. Trattandosi di dati sensibili, ciò rappresenta una criticità;
  • Usare credenziali di accesso al servizio permetterebbe esclusivamente la possibilità di inserire dati che dovrebbero essere reperiti e codificati dai dipendenti degli uffici preposti con tempistiche e qualità dei dati differenti;
  • Le maschere di inserimento dati forzerebbero la struttura del PEC a quanto stabilito dall’azienda e, non necessariamente, a quanto prescritto dalle precise Linee Guida della Regione Lazio;
  • Alla luce di quanto sopra, si fa notare che la Regione Lazio è stata giustamente categorica sul fatto che i dati debbano essere rappresentati e catalogati esclusivamente nel modo descritto dalle Linee Guida in particolar modo sulla rappresentazione dei dati, schede allegate, normative da rispettare e consuetudini citate;
  • Non vengono chiaramente espresse clausole e accordi su quanto sarebbe detenuto dall’azienda;
  • Le modalità dell’informazione alla popolazione avverrebbero nel formato e nelle modalità stabilite dall’azienda? In tal caso decadrebbe la responsabilità del Comune di Albano Laziale e ciò, trattandosi di dati sensibili e comunicazioni emergenziali, non può avvenire;
  • Non è chiaro se l’azienda provvederebbe anche alla produzione di materiale informativo in caso di necessità rivolto soprattutto alle fasce di popolazione che non hanno accesso alla rete;
  • Dalla proposta e dal sito dell’azienda non è chiaro, tra l’altro, se il servizio offerto sarebbe comprensivo di quanto stabilito dalle linee guida della Regione Lazio (D.G.R. 415 del 2015), nello specifico:
  • Redazione di regolamenti e mansionari;
  • Consulenza in situazioni di emergenza e normalità;
  • Attività tematiche sia ai dipendenti comunali che ai volontari;
  • Attività di formazione rivolte agli insegnanti ed agli alunni delle scuole del Comune;

Ideazione, realizzazione di esercitazioni con i dipendenti comunali e i volontari;

Supporto alle attività di evacuazione delle scolaresche;

Alla luce di quanto sopra, si fa inoltre presente che la data di ricezione della Vs. proposta è stata assunta al protocollo del Comune di Albano Laziale il 10 ottobre u.s.

In data 18 ottobre, otto giorni dopo l’assunzione al protocollo generale, il sig. Francesco Camilli, portavoce de “Cittadini per il Movimento 5 Stelle Albano Laziale” e firmatario del protocollo in oggetto, pubblicava a mezzo social network una considerazione in merito alla proposta avanzata (allegato A).

Trattandosi di un argomento di estrema delicatezza e importanza, come appunto è il Piano di Emergenza Comunale (PEC), la valutazione di una proposta in merito necessita degli opportuni tempi di valutazione da parte dell’Ufficio Comunale di Protezione Civile che ha il compito di vagliarne la validità, l’applicabilità e soprattutto il rispetto delle normative vigenti.

Il fatto che dopo soli otto giorni dalla ricezione del protocollo uno dei firmatari della proposta abbia strumentalmente comunicato, pubblicamente, una presunta “inadempienza” del Sindaco fa decadere la valenza sociale della proposta, assumendone chiaramente un carattere politico e la volontà di creare una polemica strumentale e costruita ad hoc.

Sostenere una presunta inadempienza dopo soli otto giorni, dimostra inoltre la mancanza di preparazione sull’argomento PEC che qualunque soggetto competente in materia potrà confermare, considerando che qualsiasi proposta di integrazione ad un piano operativo di emergenza necessita un tempo fisiologico di studio e approfondimento.

Inoltre, considerato che il software è venduto da un’azienda che come detto ha sede  in Albano Laziale è venduto al costo in versione base a € 1200,00 iva esclusa all’anno a Comune e in versione “evoluta” a € 3000,00 iva esclusa all’anno a Comune. Tenuto conto che un’ora di formazione sull’utilizzo dell’applicazione è pari a € 70,00 iva esclusa e che la pubblicazione interattiva sul sito del Comune ha un costo una tantum di € 1.500,00 iva esclusa, e che il tutto viene apparentemente “offerto” al Comune alla simbolica cifra di € 1, gli uffici comunali devono poter condurre i dovuti approfondimenti sempre nel rispetto delle normative vigenti.

Sarebbe sicuramente un prodotto a bassissimo costo…Ma lascerebbe agli uffici comunali tutte le incombenze. Senza considerare i vincoli prima specificati.

 

 

 

Dispiace che una proposta costruttiva e di grande rilevanza, come il PEC, sia stata portata avanti in modo strumentale, con il manifesto obiettivo di cercare visibilità politica e susseguente polemica, come del resto le uscite pubbliche di uno dei firmatari inevitabilmente dimostrano.

 

 

 

RingraziandoVi per l’attenzione mostrata al tema, si porgono distinti saluti”.

Il Sindaco Nicola Marini.