Marino sotterranea, il regno di Bacco.
L’Archeoclub “Colli Albani”, che da un decennio svolge visite guidate a turisti, cittadini e scolaresche nelle grotte appositamente allestite per questo servizio nei due distinti percorsi “Memorie di guerra” e “Il Vulcano Laziale”, ha portato avanti con grande impegno lo studio dell’immenso reticolo, che si estende nel sottosuolo del centro abitato. Fruibile e visitabile soltanto in piccola parte, attraverso i due citati percorsi musealizzati, la fitta rete di grotte artificiali, utilizzate in passato per la conservazione del vino e purtroppo anche come rifugio antiaereo, durante l’ultima guerra mondiale, risulta oggi in larghissima parte abbandonata e sconosciuta. Tuttavia le grotte rappresentano oggi per tutti noi un giacimento di dati e di informazioni da rilevare e studiare.
Per la prima volta nella millenaria storia di questa “città sotterranea” è stato effettuato un rilevamento e una mappatura parziale, mediante l’utilizzo di tecnologie avanzate e con l’ausilio di un’elaborazione elettronica dei dati, che verranno presentati all’Amministrazione comunale e alla cittadinanza. Un’impresa che ha richiesto anni di lavoro, i cui risvolti di utilità investono sia la sicurezza, che la conoscenza culturale del territorio. Di fatto l’economia marinese per secoli ha avuto come fonte primaria l’attività vitivinicola, di cui le grotte hanno rappresentato un pendant di non trascurabile importanza, comune del resto a tutti gli altri centri dei Castelli Romani, come pure lo è la geomorfologia del Vulcano Laziale con i suoi monti, colline, laghi e boschi. Un’altra industria caratteristica di Marino è stata fin dall’antichità l’estrazione del peperino, la tipica pietra tufacea di origine vulcanica, in gran parte ottenuta dallo scavo del sottosuolo.
Le grotte con le sue tipiche nicchie di alloggio per la conservazione delle botti piene di vino, in attesa di essere spillato e trasportato a Roma sui caratteristici carretti a vino, è stato sicuramente il Regno di Bacco per innumerevoli generazioni. Da questa considerazione scaturisce l’imprescindibile collegamento con la Sagra dell’Uva, giunta alla sua centesima edizione.
La conferenza di presentazione del lavoro sarà affidata agli operatori, specialisti e volontari, che si sono prestati alla realizzazione di questo grande e inedito progetto, il quale sarà opportunamente illustrato anche con proiezioni di immagini presso il Museo civico di Marino.
Evento: conferenza Marino sotterranea, il regno di Bacco
Luogo: Marino (Roma), Museo civico “Umberto Mastroianni”, piazza Matteotti
Data: mercoledì 2 ottobre 2024
Orario 18,30
Contesto: 100a Sagra dell’Uva di Marino.
La canzone romana a Marino
La Canzone romana e Marino sono sempre state strettamente legate, in particolar modo per l’evento della Sagra dell’Uva, giunta quest’anno alla centesima edizione. Infatti dal 1926 al 1936 gli autori dei testi e delle musiche in gara per il festival, che si teneva annualmente a giugno nella piazza romana di San Giovanni, a ottobre si trasferivano a Marino per il concorso poetico-musicale della Sagra dell’Uva. Questo non era di secondaria importanza, rispetto a quello di San Giovanni, sia perché le audizioni preliminari erano svolte nei medesimi teatri romani, sia perché nella giuria comparivano quasi sempre gli stessi autorevoli nomi, come quelli di Ettore Petrolini e Trilussa, sia perché interessate all’evento erano le identiche case editrici musicali, che già incidevano dischi delle canzoni vincitrici e stampavano fogli e opuscoli con i migliori testi in gara. Da uno di questi concorsi uscì nel 1928 la canzone ‘Na gita a li Castelli, altrimenti nota anche come Nannì, cantata dallo chansonnier Romolo Balzani per la prima volta a Marino, accompagnato da un quartetto di mandolini, per il festival della quarta Sagra dell’Uva. La tradizione canora, che lega Marino e i Castelli Romani alla grande madre Roma, continuò nel dopoguerra, arrivando fino ai giorni nostri attraverso numerosi e diversi interpreti, come Claudio Villa, Gabriella Ferri, Giorgio Onorato, Alvaro Amici e tanti altri ancora, tessendo una storia meravigliosa, che ha vive e profonde radici popolari.
Da molti anni la sezione Archeoclub “Colli Albani” ha raccolto il testimone di tale tradizione, riproponendo per la Sagra dell’Uva di Marino iniziative culturali incentrate sulla canzone romana e sul teatro. In collaborazione con l’Accademia di canto romanesco “Alvaro Amici” grazie allo spettacolo La canzone romana a Marino si avrà la possibilità di ripercorrere i generi e riascoltare i brani più rappresentativi della canzone romana, dalle serenate, agli stornelli, dall’800 ad oggi e anche alcuni dei testi canori dei primi concorsi della Sagra dell’Uva, recuperati e riproposti con rigore filologico. Nel corso della rassegna Enoch Marrella proporrà la performance recitativa Petrolini infinito, dove saranno reinterpretati i personaggi più celebri del repertorio del geniale attore romano, che a Marino era di casa, come Fortunello, Gastone, Amleto e Nerone. Inoltre gli spettatori potranno assistere all’intervento Vino & Parole di Paolo Valentino, un racconto poetico musicale, che ripercorre con grande vivacità la storia dei cento anni della Sagra dell’Uva, a partire dalle sue origini.
Evento: “Di Sagra in Sagra”
Luogo: Marino (Roma), piazza Farini.
Data: domenica 7 ottobre 2024
Orario (con repliche degli spettacoli): 13-14; 14-15; 15-16; 17-18; 18-19; 19-20.
Contesto: 100a Sagra dell’Uva di Marino.
La Sagra c’è e si sente!
Tra le finalità dell’Archeoclub c’è quella della valorizzazione del patrimonio storico artistico della città di Marino, anche mediante visite effettuate da guide autorizzate, che vengono svolte durante tutto l’anno ai luoghi monumentali del centro storico, al mitreo, ai percorsi sotterranei. In occasione della 100a Sagra dell’Uva l’Archeoclub ha voluto mettere gratuitamente a disposizione del Comune di Marino e quindi degli ospiti e dei cittadini il progetto turistico culturale La Sagra c’è e si sente! per consentire a chiunque lo desideri di poter disporre di un audio-tour multimediale fruibile in totale autonomia.
Il progetto fu realizzato dall’Archeoclub nel 2020, durante le restrizioni dei contatti sociali, causati dall’epidemia di COVID, permettendo ai turisti di visitare comunque in tutta sicurezza la città di Marino e di sperimentare una nuova tipologia tecnologica di divulgazione culturale.
L’audioguida accompagnerà gli ospiti della Sagra dell’Uva in un singolare viaggio alla scoperta della storia, delle curiosità e dei luoghi propri della festa più antica e originale del suo genere.
Attraverso il supporto della tecnologia Qr code e l’utilizzo di un dispositivo smartphone, i visitatori potranno individuare cinque punti di ascolto ubicati nelle principali piazze cittadine: Piazza Matteotti, Piazza Farini, Piazza San Barnaba, Piazza della Repubblica e Piazza San Giovanni. Ogni tappa corrisponde ad una traccia audio, nella quale si potranno ascoltare racconti e aneddoti peculiari della Sagra dell’Uva. Una mappa, appositamente ideata, accompagnerà il visitatore lungo il percorso, fornendo indicazioni relative alle modalità di fruizione.
I racconti, fruibili sia in lingua italiana, che in inglese, sono finalizzati a un ascolto immersivo e partecipativo, coinvolgendo qualsiasi tipo di target, senza nessun limite di età.
I capitoli dell’audioguida sono:
- Piazza Matteotti – Leone Ciprelli la Fontana dei Mori
- Piazza Farini – Le Feste Castromoenie e le radici della Sagra dell’Uva
- Piazza San Barnaba – Sacro&profano
- Piazza della Repubblica – La Battaglia di Lepanto
- Piazza San Giovanni – Il vino e Marino nella poesia romanesca
Evento: La sagra c’è e si sente!
Luogo: Marino, centro storico.
Data: da lunedì 23 settembre a lunedì 6 ottobre 2024
Orario dalle ore 10,00 del primo giorno in programma.
Contesto: 100a Sagra dell’Uva di Marino.
Passi e passatelle
Descrizione dei luoghi
Il Barco Colonna e il Parco dell’Acqua Santa rappresentano un itinerario turistico esterno alle mura del castello in luoghi densi di memorie storiche e mitologiche, affascinanti e appartati, sebbene siano a ridosso del centro storico, che nei giorni della centesima edizione della Sagra dell’Uva sarà oltremodo chiassoso e animato. Entrambi i siti sono posti lungo un vallone boscoso segnato da un antico corso d’acqua. Il Barco Colonna, fascinoso anzitutto per le vicende, che precedettero e poi accompagnarono la nascita di Roma, e poi per il mito della ninfa Ferentina collegata alle celebrazioni delle feste degli antichi popoli latini, deve il suo nome in età moderna alle sontuose fortune della principesca famiglia Colonna, che qui lasciò l’impronta di un nuovo “bosco sacro” riservato alle delizie dell’ozio meditativo, dove l’opera dell’architetto Rainaldi, consistente in fontane e giochi d’acqua, si intreccia senza contrasti con quella della natura selvaggia. Il sottostante Parco dell’Acqua Santa, recentemente posto sotto il vincolo dei beni archeologici, oltre che a quello ambientale, deve il suo nome al santuario altomedievale della Madonna dell’Acqua Santa, con l’adiacente fontanile mulierum e la Torre d’Ammonte a conclusione di un percorso più volte annotato dagli amanti delle leggende e dai viaggiatori del Grand Tour.
Il Mitreo di Marino è un sito archeologico ipogeo situato nei pressi della stazione ferroviaria di Marino. Il tempio mitraico, scoperto nel 1962, è un santuario del II sec. d. C. adattato da una precedente cisterna di una villa romana ed è dedicato a una divinità orientale denominata Mitra. Al termine di una grotta scavata nel peperino lunga circa 30 metri è situato l’affresco raffigurante il dio nell’atto di uccidere un simbolico toro. La scena centrale è contornata da numerosi riquadri e figure dipinti dall’alto valore misterico astrale. L’affascinante affresco, soprattutto dopo i recenti restauri, è senza dubbio la migliore opera d’arte antica al mondo nel suo genere.
Il Percorso sotterraneo di piazza Matteotti ha accesso dalla medesima sotto il Palazzo del Municipio. Si scende mediante una comoda scala metallica a circa 8 metri sotto il livello stradale. Da li si dipartono innumerevoli gallerie, di cui soltanto una parte è illuminata e attrezzata per la visita. La grotta artificiale è scavata nel tufo vulcanico locale denominato peperino e in passato è stata utilizzata per la rimessa in fresco del vino durante i mesi estivi. Oggi il percorso offre una suggestiva immersione nel passato geologico dell’area dei Castelli Romani, attraverso un esame dell’evoluzione morfologica dell’area prodotta dal Vulcano Laziale a partire da 600.000 anni fa. Pannelli esplicativi, fotografie, mappe illustrano un passato tanto remoto, eppure ancora tanto attuale con i paesaggi boscosi dei colli e dei laghi dei Monti Albani.