
“ZERO FATTI…SOLO PAROLE, con queste parole l’Associazione Riconquistare la Sovranità risponde al PD di Marino.
Di seguito il pensiero di Gian Marco Onorati (ARS Lazio):
E’ veramente incredibile come si possano portare a sostegno delle proprie tesi dati che ne sono l’antitesi. In questi casi ho sempre ritenuto che il buon senso, per non dire un sano pudore, suggerissero il silenzio – inizia così la nota di Gian Marco Onorati. Mi riferisco al manifesto che è stato affisso per le strade di Marino dal Partito Democratico, a firma del suo segretario cittadino, Franca Silvani. Il manifesto è un’apologia dell’azione del governo Renzi, con tanto di sostegno di dati oggettivi per smentire ciò che dicono i cosiddetti ‘’gufi’’ sulla situazione italiana, ostinati a non voler vedere il sentiero del progresso e del benessere che la nostra Repubblica avrebbe intrapreso. Il testo snocciola dati economici, ed è su questi che è interessante soffermarsi, il resto sono panegirici politici di parte che lasciamo ben volentieri alla quotidiana polemica politica. Lodare, senza scendere nel merito, le riforme costituzionali solo per il fatto che si sono ottenuti i numeri per l’approvazione in parlamento ritengo che sia già un elemento sufficiente per qualificarne la faziosità. Evitiamo di commentare troppo anche la frase che il PD sta dalla parte degli Italiani, ci basta ricordare che è il partito che più di tutti ha sostenuto il Governo Monti. Il governo che ha registrato dei record in termini di crollo del PIL, di crollo della produzione industriale e di aumento della disoccupazione.
Andiamo ai dati.
Primo dato: l’Italia cresce.
A supporto di ciò si dice che si sta realizzando una crescita, in termini di PIL superiore alle stime.
Detta così – continua Onorati di ARS Lazio – farebbe ben sperare. Se vi dicessi, invece, che l’Italia dall’inizio della crisi (2007) ha perso all’incirca 10 punti di PIL e che solo quest’anno raggiungerà un incremento positivo, ricevereste le stesse sensazioni di giubilo?
Di questo passo (1% annuo) si raggiungeranno i livelli di PIL persi in circa dieci anni. Sempre se si raggiungesse l’unità. Le stime per quest’anno parlano di un +0.9%, ma è tutto da vedere, molti addetti ai lavori sostengono, tenendo conto del calo dell’export di questo mese, che siano alquanto ottimistiche.
L’export è una variabile esogena (dipende dall’economia degli altri paesi) e comincia ad imboccare una tendenza negativa. Inoltre tenere conto delle esportazioni senza guardare anche le importazioni risulta essere praticamente inutile. Indice più importante è il saldo fra queste due voci, e l’Italia dall’ingresso nell’euro l’ha sempre avuto negativo. Specificatamente fino al 2011(Governo Monti), anno nel quale ha avuto luogo una manovra per riportare in positivo la bilancia commerciale, ottenuta diminuendo il potere di acquisto degli italiani, cioè distruggendo la domanda interna.
Secondo dato: I mutui
Anche sui mutui il manifesto fa un operazione da ‘’pravda’’ piddina – prosegue Onorati. Si dice che c’è stato un aumento del 91% dei mutui. A primo impatto chiunque stropiccerebbe gli occhi dall’incredulità. Ad onore del vero si deve constatare che i redattori del testo hanno avuto l’onesta di specificare che circa un terzo è dovuto a surroghe (ovvero miglioramenti di contratti esistenti). Quello che però non si dice è che l’ABI certifica pressoché invariato lo stock di mutui rispetto all’anno passato, quindi i nuovi mutui sono andati a compensare quelli che si sono estinti.
Terzo Dato: Occupazione
Numeri alla mano le riforme introdotte nel mercato del lavoro (ci piace chiamarle così, Job Act lo lasciamo agli esterofili del partito democratico) non hanno apportato incrementi statistici apprezzabili. In termini percentuali si è registrato nelle statistiche un passaggio di valori tra quello dei disoccupati a quello degli inattivi (i cosiddetti ‘’scoraggiati, quelli che il lavoro non lo cercano più’’). Il manifesto si guarda bene da citare numeri percentuali e si appella al valore assoluto di 370.000 unità in più. Anche su questo dato, come per il discorso sui mutui, si usa l’espediente retorico di citare da sé la critica per mitigarne la portata. Si sostiene che anche obbiettando che sono in gran parte trasformazione di contratti esistenti (per beneficiare degli incentivi) è comunque un successo contro la precarietà. Vorrei ricordare al segretario del PD Marinese che con la riforma Fornero del governo Monti il licenziamento illegittimo per motivi economici è rientrato nell’ambito della tutela obbligatoria, cioè da luogo solo ad indennizzo. In pratica passati i tre anni degli incentivi potremmo assistere alla fine di molti contratti ‘’indeterminati’’ a tutele crescenti – dichiara ancora l’esponente di ARS Lazio.
Al termine di queste osservazioni è bene ricordare lo stato in cui versa la nostra Patria, con 4 milioni di persone nello Stato di Povertà assoluta, più di 3milioni di disoccupati, l’11,8% della popolazione e il 40,5% dei giovani.
Ma il punto politico è un altro: il Partito Democratico non solo non si rende conto che questi numeri non sono da paese civilizzato del XXI secolo, ma reputa tutt’oggi che l’unica soluzione per invertire la rotta della crisi sia quella di proseguire sulla strada dell’integrazione europea e del liberismo.
Per integrazione Europea intendiamo la sottrazione della leva fiscale, valutaria e monetaria al nostro Stato in virtù dell’aderenza dell’Italia a trattati internazionali. La mancanza di questi strumenti di politica economica impediscono il raggiungimento degli obiettivi sociali sanciti in Costituzione.
Per liberismo s’intende quel tipo di politiche volte a ridurre progressivamente l’intervento dello stato dell’economia, soprattutto in un periodo come questo nel quale lo Stato dovrebbe, a maggior ragione, avere un ruolo primario.
Il manifesto si conclude dicendo di rivolgersi agli ‘’amici’’ del PD. Poco importa chi siano stati e chi ancora continuerà ad esserlo, anche loro saranno consegnati al tribunale della memoria storica.
Da stigmatizzare invece, è l’appello che il manifesto fa ai cittadini marinesi, invitandoli ad aderire al Partito Democratico – afferma Onorati.
L’appello, piuttosto, ci sentiamo noi di Associazione Riconquistare la Sovranità di farlo alla cittadinanza. A coloro che reputano che l’unica via per attuare il modello di società sancito dai padri costituenti sia quello di far tornare il nostro paese uno Stato sovrano. A quelli che come noi vogliono rimettere al vertice dell’ordinamento la Costituzione del 48’, affinché torni ad essere il faro luminoso che guidi il Popolo Italiano nella disciplina dei rapporti economici e nella tutela dei diritti sociali.
A questi rivolgiamo l’appello a conoscere il progetto dell’ARS per la costituzione del Fronte Sovranista Italiano.
Nei Castelli Romani esiste già un numero rilevante di soci che ha aderito al progetto di ARS-FSI, chiunque voglia contattarli per incontrarli, avere informazioni sul progetto politico o spiegazioni sull’organizzazione dell’associazione può scrivere ad ars.regionelazio@gmail.com.
Ci Libereremo – conclude Gian Marco Onorati di Riconquistare la Democrazia”.
Interviene anche Maurizio Aversa (Pcdi Marino) che fa notare anch’esso la pubblicazione di “un manifesto del PD locale che esalta le gesta del Governo Renzi” plaudendo alla “dura replica da parte dell’Associazione Sovranista”.
L’analisi e la critica esposte da Gian Marco Onorati, dell’Associazione Sovranista, sono precise, nette, totalmente condivisibili. Forse non è un caso o un “capriccio culturale” che l’iniziativa Ars-PCdI del 10 aprile scorso a Marino ha avuto successo di pubblico e di merito. Per quel che rileviamo noi Comunisti, il governo Renzi, attraverso la proposta di legge di stabilità, trasmessa al parlamento con il consueto antidemocratico approccio del prendere o lasciare, con l’ennesimo voto di fiducia dietro l’angolo, prosegue nella sua politica dichiarata di sinistra ma nei fatti di destra. La riduzione delle tasse non è di per sé di destra o di sinistra, ma lo diventa in relazione al perché ed al come, e la scelta del governo di abolire la tassa sulla prima casa indistintamente per tutti (180 euro di risparmio medio per la maggioranza degli interessati, 2500 per i più abbienti) non ha nulla a che vedere con il necessario criterio di progressività costituzionalmente previsto, è una scelta iniqua, che toglie risorse alla necessaria lotta alle disuguaglianze. La tanto sbandierata tutela e valorizzazione del lavoro, che si è infranta sullo scoglio del jobs act riducendo diritti e tutele, prosegue attraverso la messa in campo di risorse per il rinnovo dei contratti di lavoro del pubblico impiego, imposti dalla sentenza della Corte Costituzionale, pari ad un aumento pro capite di 5 (cinque) euro mensili e, sullo sfondo, dal superamento dei contratti nazionali di lavoro, ed è accompagnata da una ulteriore riduzione “a pioggia” degli oneri a carico delle imprese. Delle annunciate modifiche alla legge Fornero, la cui paternità anche il PD cerca di nascondere, non vi è traccia, la possibilità della trasformazione a part time del rapporto di lavoro in essere all’approssimarsi della pensione è una scelta sbagliata e penalizzante: per lo Stato, chiamato a corrispondere una parte dei contributi in tal modo mancanti, e per gli interessati, che vedrebbero ridotta la loro rendita. La lotta all’evasione fiscale è e resta propaganda, come dimostra il balletto sulle cifre massime per l’acquisto con contante, eppure è su tale terreno che le scelte del governo dovrebbero andare, ad esempio introducendo il principio del contrasto d’interessi. La questione del debito pubblico continua ad essere usata per coprire politiche non selettive, tagli lineari, come ancora una volta dimostra il venire meno di ulteriori 600 milioni ai comuni, che si tradurranno ancora una volta in riduzione della quantità e qualità dei servizi offerti ai cittadini. E intanto il sistema di welfare del nostro paese continua ad impoverirsi, le politiche sanitarie e sociali sono sempre meno ricondotte alla nozione di diritto, sempre più riferite alla condizione economica dei singoli, come dimostrano le ultime scelte dei ministeri preposti. La tanto sbandierata revisione della spesa, al di la del merito, comunque decisivo, è assai lontana dall’essere in termini quantitativi ciò che lo stesso governo prospettava soltanto qualche mese fa. Infatti, ad oggi, si tratta di 5,8 miliardi, di cui 2 sono mancati aumenti alla sanità. E intanto il governo apre ulteriormente a quel gioco d’azzardo contro il quale dichiara di battersi. Che Renzi minacci di ripresentare alla commissione europea la proposta di legge di stabilità tale e quale (una proposta giocata sui margini di flessibilità del rapporto deficit pil, rinviando il pareggio di bilancio) qualora essa non ne condividesse il merito, non è uno scatto di orgoglio, il rifiuto di un diktat, è semplicemente l’ennesimo gioco delle tre carte da parte di un presidente del consiglio che a parole vuole cambiare verso all’Europa, ma nei fatti ne segue pedissequamente le politiche, come dimostrano tutte le riforme dallo stesso imposte al paese. Noi diciamo no ad una legge di stabilità iniqua, che premia i soliti noti. Servono nuove e diverse politiche, serve un nuovo governo, serve ridare voce agli elettori. Tutto, ciò, e soprattutto il fatto che a livello locale il PD pensi di sopperire alla dialettica politica e all’impegno sociale tirando fuori soldi per affissioni di proclami nazionali, mostrano un’altra grave questione. Quella dell’agibilità democratica. Noi Comunisti, come le numerose forze politiche e associazioni e aggregazioni sociali che vogliano confrontarsi con l’opinione pubblica, possono farlo solo attraverso l’esistenza dei media, e dei social media, come per qualche attenzione della stampa locale. Ma il volume di “fuoco mediatico” che hanno Governo, partiti al Governo e singoli personaggi è al di fuori di un “normale confronto”. Sembra sempre che esista solo una posizione.. e poi, dei “disturbatori”. Per quanto ci riguarda non demorderemo e utilizzeremo le nostre energie per confrontarci con i lavoratori e i cittadini affinchè questo stato di cose abbia fine. Il Governo del (non eletto) presidente del Consiglio Renzi deve andare a casa” così Maurizio Aversa (Pcdi).
Meta Magazine continuerà a seguire la polemica, pronta ad ospitare una replica del Pd Marino in risposta ad Ars Lazio e al Pcdi.